Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Giovedì 25 maggio, alle ore 16, nell'Aula Ferrante dell'Orto Botanico dell’Università di Parma (via Farini 90), verrà presentato al pubblico il restauro del primo fascicolo dell'Erbario Casapini.

Il restauro dell'Erbario, curato da Cartantica, azienda specializzata nel recupero di opere cartacee, è stato interamente finanziato dal Club di Parma Est C.A.R.F. dell'Associazione Inner Wheel Italia.

Durante l’incontro interverranno il Delegato del Rettore per il Sistema Museale di Ateneo Luca Trentadue, la Presidente del Club di Parma Est C.A.R.F. dell'Associazione Inner Wheel Italia Maria Federica Sianesi Capodaglio, il Direttore scientifico dell'Orto Botanico Marcello Tomaselli, il Responsabile dell'Ufficio libro antico a stampa - Fondi storici a stampa della Biblioteca Palatina di Parma Stefano Calzolari e la restauratrice Anna Bianchi, responsabile di Cartantica. Concluderanno l’incontro Sara Mazzarino (Università di Roma Tor Vergata), Michela Berzioli (An.t.a.res), Rossano Bolpagni (Università di Parma) e Stellina Cherubini, R.T. Restauro Tessile, Albinea (R.E.).

Il Club di Parma Est C.A.R.F. dell'Associazione Inner Wheel Italia è da anni impegnato in attività di carattere sociale-umanitario e culturale. La particolare attenzione riservata alrecupero di beni storici l’ha condotto al primato di aver finanziato e curato ben 25 restauri di opere d'arte cittadine.

L'Erbario Casapini risale al 1722 ed è costituito da cinque fascicoli, in cui sono classificate e annotate le piante in rapporto alla loro virtù medicamentosa. Il documento costituisce non solo un prezioso reperto museale ma anche una straordinaria testimonianza delle conoscenze medico-terapeutiche dell'epoca.

Giovan Battista Casapini, medico e botanico vissuto nei primi anni del Settecento, esercitò la medicina nel Ducato di Parma e raccolse nel territorio numerose piante medicinali. Una volta essiccate le riunì in erbari, due dei quali sono giunti fino a noi: uno è conservato nell'Orto Botanico di Modena e l'altro in quello di Parma, dove arrivò nel 1921 per concessione della Biblioteca Palatina che ne autorizzò il prestito permanente per ragioni di affinità disciplinare.

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