Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
EUGreen - European University Alliance for sustainability

Una visita di studio a Londra per un convegno scientifico internazionale e per incontrare uno dei più noti ricercatori al mondo nell'ambito della sanità pubblica: il professor Martin McKee, attuale presidente dell'Associazione Europea di Sanità Pubblica (EUPHA), autore di oltre mille pubblicazioni scientifiche indicizzate, incluso tra l’1% dei ricercatori più citati al mondo. Anche quest'anno la Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell'Università di Parma organizza un breve soggiorno formativo in una capitale europea: dopo loEuropean Centre for Disease Prevention and Control (Stoccolma, 2013) e l'OCSE (Parigi, 2014), quest'anno è la volta dell'Inghilterra.

Dieci medici in formazione specialistica all'Università di Parma, accompagnati dal loro Direttore prof. Carlo Signorelli, dalla prof.ssa Cesira Pasquarella e dalla dottoranda di ricerca Anna Odone, visiteranno la prestigiosa London School of Hygiene and Tropical Medicine dell'Università di Londra, dove lavorano notissimi ricercatori nel settore della sanità pubblica, dell'igiene e delle malattie infettive.

Dopo un seminario mercoledì 10 febbraio sul servizio sanitario inglese e sulle strategie di sanità pubblica europee, il giorno successivo gli specializzandi parteciperanno al Convegno Are we too clean?, organizzato nella sede della Royal Society for Public Health. Alta l'adesione all'iniziativa di quest'anno, cui parteciperanno ben 10 sui 15 specializzandi attualmente in servizio: Paola Cella, Federica Pezzetti, Sara Visciarelli, Valentina Chiesa, Cristina Bombardini, Laura Faccini, Alessia Miduri, Veronica Ciorba, Paola Camia e Tijana Lalic.

«Con queste iniziative- sottolinea Carlo Signorelli - offriamo agli specializzandi la possibilità di arricchire il loro curriculum formativo visitando strutture europee dove si raccolgono dati e si conducono ricerche sui più importanti temi di sanità pubblica e di prevenzione. Sono convinto che esperienze di questo genere aprano gli orizzonti professionali, consentano di stabilire utili contatti internazionali e di ottimizzare le nozioni apprese attraverso lezioni e tirocini. Ed è anche un bel segnale nella direzione di internazionalizzare sempre più il nostro Ateneo».

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