Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Con un ricchissimo calendario di iniziative prendono avvio le celebrazioni per i cento anni dell’Ospedale Maggiore di Parma. Fino alla fine di ottobre sono in programma mostre fotografiche e storico documentarie, presentazioni di libri, convegni, conferenze e  incontri. Momenti, personaggi e curiosità della storia dell’ospedale e della sanità a Parma per ricordare anche al di fuori dai contesti di cura, i 100 anni dell’Ospedale Maggiore dalla posa della prima pietra avvenuta il 31 ottobre 1915 fino ai giorni nostri.

Le iniziative sono state presentate oggi in conferenza stampa da Massimo Fabi, direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria, Loris Borghi,  Rettore, Università degli Studi, Elena Saccenti, direttore generale Azienda Usl, Maria Giovenzana presidente Comitato Consultivo Misto. Presenti in conferenza stampa i rappresentanti delle realtà istituzionali e associative del territorio: Comune di Parma; Fondazione Cariparma; Fondazione Monte di Parma; Ordine dei Medici; Collegio Ostetriche e Collegio Infermieri. Un ringraziamento a tutti gli interlocutori è arrivato in apertura dal direttore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi che ha sottolineato come il lavoro svolto per le celebrazioni sia frutto di un impegno corale a dimostrazione di un’integrazione forte con l’Università e l’Azienda Usl. “Per noi - ha aggiunto Fabi - celebrare i cento anni del Maggiore con un fitto calendario di iniziative e tre importanti convegni non ha solo un valore rievocativo ma vuole essere di stimolo per lanciare sfide future per migliorare la qualità dell’assistenza”. “Negli anni –ha ricordato il direttore dell’Azienda Usl Elena Saccenti - la ricerca scientifica ha cambiato il modo di assicurare le cure negli ospedali e in questo processo di cambiamento la sanità territoriale è cresciuta sempre più come ambito assistenziale di tutela complessiva della salute del cittadino.  La sfida, dunque, è quella di una collaborazione sempre più forte tra ricerca, assistenza ospedaliera e sanità del territorio”.

Impegno corale e integrazione sono stati gli argomenti che hanno fatto da filo conduttore anche al discorso del Rettore Borghi che ha sottolineato come “anche fisicamente l’ospedale di Parma sia dentro la città nel cuore della comunità e che queste celebrazioni sono un’occasione importante per avvicinare ulteriormente i contesti di cura, ricerca e insegnamento alla cittadinanza”.

L’Ospedale di Parma

La storia delle istituzioni ospedaliere della città di Parma affonda le sue radici nel Medioevo. Il nucleo originale di quello che viene definito Ospedale Maggiore va fatto risalire all’iniziativa del ricco filantropo Rodolfo Tanzi che nel 1201 fonda questa istituzione nei pressi di Santa Maria di Borgo Taschieri, nell’attuale borgo Cocconi.La crescita demografica della città ed il conseguente aumento degli ammalati, aggravato da un’epidemia di peste, porta in seguito alla richiesta da parte degli Anziani del Comune di unificare le numerose istituzioni medico-assistenziali presenti nella città e nel contado parmense. Dopo aver ricevuto l’assenso di papa Sisto IV attraverso la Bolla del 4 dicembre 1471 all’unificazione dei presidi medici e all’edificazione di un nuovo Ospedale, nel 1477 cominciano i lavori su progetto di Gian Antonio da Erba. Nonostante le aggiunte ed i miglioramenti operati nel tempo sull’edificio, già sul finire del XIX secolo questo non risulta più rispondente alle mutate esigenze della medicina e della pratica ospedaliera e nel primo decennio del Novecento la necessità di procedere all’edificazione di un nuovo ospedale si è ormai imposta in maniera sostanzialmente unanime nell’opinione pubblica cittadina.
A partire dal 1912 le pratiche per la realizzazione del nuovo Ospedale subiscono una decisa accelerazione: viene dapprima individuata l’area per l’edificazione, nella zona detta Prati di Valera, fuori da Porta Massimo D’Azeglio. In seguito è indetto un concorso per la presentazione di un progetto tecnico, da stilare secondo le condizioni e le modalità decise da un’apposita commissione istituita dal Consiglio d’Amministrazione degli Ospizi Civili.
Nel 1914 ai progettisti Giulio Marcovigi e Ildebrando Tabarroni è affidata la creazione di un progetto definitivo, approvato nel novembre 1914. Nell’estate 1915 si giunge alla pubblicazione del bando d’appalto per il primo lotto dei lavori.
Così il 31 ottobre 1915, alla presenza del Presidente del Consiglio Antonio Salandra, delle autorità cittadine, dei rappresentanti delle società popolari e di numeroso pubblico si procede alla cerimonia solenne della posa della prima pietra del Nuovo Ospedale di Parma.
È un momento di straordinaria importanza per la città, in cui tutte le componenti politiche e sociali concorrono in maniera unanime per uno scopo unico e lungimirante: investire sul progresso civile e morale della società attraverso un’opera che rappresenti non soltanto un esempio di modernità ed efficienza ma un elemento di orgoglio che sintetizzi e coordini le forze cittadine dedite all’assistenza ed alla beneficenza.
La tipologia architettonica scelta per il “nuovo” ospedale della città, quella a padiglioni, guidò la costruzione degli ospedali per circa un secolo, fino alla metà del 1900. La struttura a padiglioni con finalità diversificate era innovativa rispetto alle strutture a corsia unica del tempo e intendeva migliorare la circolazione dell’aria, l’illuminazione naturale e le condizioni igieniche e consentiva di valorizzare l’accoglienza del malato e curarlo nella sua specificità.
In seguito la disponibilità di nuove tecnologie e gli orientamenti volti a realizzare un uso ottimale degli impianti di illuminazione e riscaldamento e a ridurre tempi e spostamenti del personale tra le strutture sanitarie hanno suggerito di investire in tipologie più adatte alla condivisione dei servizi, arrivando alla progettazione di strutture più unitarie, da cui nacque l’area del “monoblocco”.
Oggi l’Ospedale Maggiore di Parma, è una realtà che ha saputo evolversi e trasformarsi nella stessa area in cui fu posata la prima pietra 100 anni fa.
Tuttavia molto è cambiato. Il baricentro dell’ospedale si è spostato verso via Volturno dove è stato costruito un vero e proprio nuovo ospedale in questi ultimi anni, in coerenza con la programmazione e gli investimenti sul nostro territorio della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza Territoriale Sociale  Sanitaria di Parma.
Un ospedale che vive e cresce insieme alla città, alla società e ai bisogni e che vede nell’integrazione tra cultura assistenziale e competenze di didattica e ricerca il proprio elemento distintivo che coniuga l’alta complessità tecnologica della cura con la prossimità al paziente e alla sua famiglia, in grado di garantire opportunità e qualità dell’insegnamento.

 

Modificato il