Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 8 marzo 2018 - Non una semplice stagione di spettacoli, ma un complesso progetto di creazioni performative e visuali contemporanee, residenze artistiche internazionali, coproduzioni musicali e teatrali e di pratiche formative pluridisciplinari e integrate rivolte a giovani artisti e a persone con sensibilità psichica, intellettiva e dipendenze patologiche: è Habitat Pubblico, la proteiforme progettualità che da marzo a dicembre 2018 – ma con vocazione progettuale triennale - si svilupperà a Lenz Teatro e in altri luoghi storici e monumentali della città di Parma a cura di Lenz Fondazione. Fondata alla fine del 2014 dalle Associazioni Culturali Lenz Rifrazioni e Natura Dèi Teatri, nel 2015 ottiene il riconoscimento dalla Prefettura di Parma e nel 2016 vede l’ingresso dell’Università degli Studi di Parma e del Comune di Parma come soci sostenitori. Nuovo importante passaggio nel 2017 quando il Comune di Parma acquisisce gli spazi di Lenz Teatro, confermando la natura pubblica e la rilevanza culturale della Fondazione. La direzione artistica è curata da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, ne è Presidente onorario e direttore scientifico il dott. Rocco Caccavari.

Per la realizzazione di Habitat Pubblico 2018, Lenz Fondazione si avvarrà del sostegno di MiBACT - Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, AUSL Parma DAI SM-DP - Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Fondazione Monteparma, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Festival Verdi Teatro Regio di Parma e Complesso Monumentale della Pilotta; il patrocinio di Università degli Studi di Parma, Conservatorio ‘Arrigo Boito’ di Parma e Università Alma Mater di Bologna; la collaborazione di Associazione Cori Parmensi, Coro di Voci Bianche ‘Ars Canto’ e Coop. Aurora Domus.

Nello specifico, l’avvio di Habitat Pubblico sarà affidato al nuovo allestimento di FAUST Memories: la perturbante rilettura del Faust di Wolfgang Goethe sarà presentata a Lenz Teatro dal 15 al 24 marzo. «La drammaturgia di FAUST Memories concentra in un assolo monologante lo streben, la furia faustiana del sapere, ciò che la smisurata Natura ancora nasconde, ancora risparmia all’uomo» suggerisce Francesco Pititto, che ha curato la riscrittura del testo «Il Monologo, che assume in sé tutti i dialoghi che Faust recita a sé stesso nel lungo volo di una vita – Urfaust, Faust I, Faust II -, compie il rito del ritorno, del volo all’indietro che porta verso il futuro». Aggiunge Maria Federica Maestri, responsabile di regia, installazione e costumi: «Magia e meraviglie risvegliano il teatro del presente ma è di nuovo l’uomo, nella sua incommensurabile differenza, che più affascina il nostro tempo. Goethe vide, da giovane, un Puppenspiele sulla leggenda di Faust il Mago e le marionette gli misero tra le mani l’anima stessa dell’opera futura. La Marionetta, l’Angelo, lo Spirito del Tempo, Donald Duck sono gli eroi parlanti di queste FAUST Memories».

Nuovo episodio del progetto permanente di creazioni performative contemporanee, seminari, e giornate di riflessione pubblica dedicati ai temi della Resistenza e della tragedia europea durante le dittature nazi-fasciste, in occasione della Festa della Liberazione debutterà Rosa Winkel. Triangolo rosa, spettacolo sulla deportazione e sterminio degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti: «Il triangolo rosa (in tedesco, rosa Winkel, "angolo rosa") era il simbolo di stoffa cucito sulla casacca degli internati nei campi di concentramento per omosessualità maschile» suggerisce Francesco Pititto, autore del testo originale e dell’imagoturgia dello spettacolo «Il colore rosa era stato scelto per spregio nei confronti di chi era ritenuto intrinsecamente effeminato: alle lesbiche internate fu imposto, invece, il triangolo nero delle persone "asociali"». Rosa Winkel, realizzato con la consulenza scientifica dell'ISREC - Istituto storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Parma, andrà in scena a Lenz Teatro dal 23 al 28 aprile. Nello spettacolo sono presenti scene di nudo integrale: se ne consiglia la visione a un pubblico maggiore di 16 anni.

Il Complesso Monumentale della Pilotta sarà teatro, dal 14 al 23 giugno, de Il Grande Teatro del Mondo, prima parte del progetto triennale Il Passato Imminente con il quale Lenz Fondazione ha contribuito al recente ottenimento dell’ambito riconoscimento Parma Capitale Italiana della Cultura 2020: «La proposta artistica consiste in una monumentale installazione site-specific, realizzata per la messa in scena de La vita è sogno di Calderón de La Barca, opera fondamentale della letteratura drammatica occidentale. Il monumento farnesiano tra periodo storico e contemporaneità, la drammaturgia neobarocca che isola nello stesso spazio-tempo la vita e il sogno (e viceversa) e la relazione tra spazio contemporaneo urbano, fruizione collettiva e memoria attiva configurano un ipotetico quadro di sintesi e progetto per la capitale del futuro. La Pilotta può rappresentare quello spazio comune che ospita i diversi tempi della storia collettiva e individuale, come polo inclusivo delle diverse anime della polis».

Il Grande Teatro del Mondo sarà presentato nell’ambito di Natura Dèi Teatri, storico Festival di Visual & Performing Arts che da 23 anni porta nella città di Parma le più interessanti e innovative proposte di artisti italiani e internazionali.

Nel medesimo autorevole contesto debutterà, dal 2 al 6 luglio, Iphigenia in Aulide. Ah! Qu’il est doux, mais qu’il est difficile, prima parte di un dittico scenico-musicale - realizzato nel biennio 2018-2019 di concerto con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma- che si completerà l’anno prossimo con l’allestimento di Iphigenia in Tauride. «Ah! quʼil est doux, mais quʼil est difficile è un'opera contemporanea tratta da Euripide e Christoph Willibald Gluck che smaschera i meccanismi del potere, mostrando quali violenze le figure maschili possono compiere pur di esercitare la propria dominanza sul corpo femminile. Contrapposta a questa violenza patriarcale la debole forza della giovane Ifigenia rappresenta la più alta funzione morale: la sua fragilità la rende preda terrorizzata di fronte all’orrore del sacrificio ed insieme eroina consapevole del proprio inevitabile destino di morte». L’installazione scenica curata da Maria Federica Maestri sarà costituita da un altare materico «tenero e crudele» ispirato alle opere organiche di Joseph Beuys: «Nessuna cerimonia, nessun padre da odiare, nessuna madre da desiderare, nessun passato e nessun futuro, solo un “al di qua” anonimo e insanguinato. Come la cerva ferita a morte, una generazione senza identità corre incontro al proprio destino tragico. Simile al corpo straziato di Pier Paolo Pasolini, principessa destinata al sacrificio, l’innocenza della vittima è perenne monumento all’orrore della violenza».

Proseguirà, con il debutto di Verdi Macbeth, l’ormai consolidata collaborazione con il prestigioso Teatro Regio / Festival Verdi. L’esperienza artistica e formativa praticata da Lenz Fondazione con gli ospiti della REMS di Mezzani (Parma) - giunta al terzo anno dalla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari - si innesta nella nuova produzione che ha per oggetto d’indagine il Macbeth di Giuseppe Verdi. Verdi Macbeth approfondirà la ricerca e sperimentazione sulle opere del Maestro dopo il successo di pubblico e critica ottenuto da Verdi Re Lear, Autodafé (dal Don Carlos) e Paradiso (dai Quattro Pezzi Sacri): «L’installazione di Verdi Macbeth sarà composta da ventiquattro terrari abitati da migliaia di grilli e insetti vivi il cui frinire costituirà, insieme alle voci verdiane, il materiale sonoro dell’opera scenica» spiega Maria Federica Maestri «Il continuum ossessivo del loro canto si impossesserà progressivamente dell’intero spazio sonoro, in un “crescendo” simmetrico alle ossessioni di Macbeth e Lady Macbeth. La natura entrerà nel disegno installativo come un principio orrorifico, al contempo fantastico e reale». Verdi Macbeth andrà in scena a Lenz Teatro dal 12 al 20 ottobre.

Habitat Pubblico 2018 si concluderà con la presentazione, dal 23 novembre al 7 dicembre, di Orestea #1 Nidi, avvio di un triennio di ricerca attorno all’opera eschilea: «L'Orestea è una trilogia formata dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi e seguita dal dramma satiresco Proteo, andato perduto, con cui Eschilo vinse nel 458 a.C. le Grandi Dionisie. Delle trilogie di tutto il teatro greco classico, è l'unica che sia sopravvissuta per intero» spiegano Maria Federica Maestri e Francesco Pititto «Innestando la propria poetica visionaria sulla tragedia classica Lenz restituirà la saga degli Atridi alla dismisura estetica della patologia psichica dei protagonisti. Realizzata per la parte visuale nei paesaggi mitici attraversati da Oreste, luoghi di detenzione e di coercizione, la creazione assumerà come oggetto d’indagine scenica l’iconologia dell’eccesso e della violenza».

Nel 2018 si consoliderà e al contempo rinnoverà la proteiforme attività di formazione sulle performing and visual arts, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, l’AUSL di Parma, l’Officina Cinema e il Conservatorio Arrigo Boito di Parma: la germinazione formativa delle Pratiche laboratoriali strutturerà il rinnovamento dei processi linguistici attraverso la continuità tra esperienza artistica e apprendimento del linguaggio performativo, in più aree disciplinari: la formazione dell’attore/performer, la formazione dell’autore visuale per la scena, l’approccio al linguaggio musicale elettronico. Le Pratiche di teatro dedicate al sociale costituiranno un forte legame con il territorio, mantenendo in colloquio due piani apparentemente antitetici: la parola mediata, macrologica, necessaria al linguaggio artistico contemporaneo e l’appartenenza alla mappatura sotterranea del territorio. Sono previsti laboratori rivolti ad allievi delle scuole medie inferiori e superiori, adolescenti e adulti con problemi di dipendenza ed ex internati in ospedali psichiatrico giudiziari.

Tra le novità occorre segnalare almeno Campo Lenz, un ciclo di sei incontri rivolti agli spettatori allo scopo di introdurli alla lettura delle nuove creazioni della Compagnia. In ogni appuntamento sarà fatto un focus su un aspetto formale considerato dominante nello spettacolo in lavorazione ed esemplare della lingua scenica di Lenz: La materia e il corpo per FAUST Memories, Il teatro non sereno per Rosa Winkel, La parola è il luogo per Il Grande Teatro del Mondo, Il suono non piange per Iphigenia in Aulide, La verità dell’immagine per Verdi Macbeth e L’attore è il suo involucro per Orestea #1 Nidi.

Pluralità di mondi sonori, lingue sceniche, spazi significanti e universi sensibili: molti fili si intrecciano a Habitat Pubblico. A ciascuno la possibilità di tessere una propria trama.

Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it  -  www.lenzfondazione.it.

 

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