COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II
Partizione: Cognomi M-Z

Anno accademico 2008/09
2° anno di corso -
Docente
Settore scientifico disciplinare
Composizione architettonica e urbana (ICAR/14)
Field
Ambito aggregato per crediti di sede
Tipologia attività formativa
Caratterizzante
120 ore
di attività frontali
8 crediti
sede: -
insegnamento
in - - -

Obiettivi formativi

Tipo e luogo, tipicità ed unicità, appaiono i termini di un processo dialettico mediante il quale l'architettura prende forma. E' dal luogo che essa deduce i suoi caratteri specifici: la topografia, il clima, le tradizioni tipologiche e costruttive, il genius loci, formano l'insieme dei caratteri distintivi che costituiscono la base solida sulla quale indirizzare l'esperienza del progetto. Il contesto urbano con la sua propria e concreta fisicità prodotta da scarti ed adeguamenti altimetrici, sviluppi strutturali, dimensionali e spaziali, materie, costituisce l'ambito misurato e vincolato sul quale avanzare le singole strategie progettuali. L'obiettivo è quello di indirizzare fin dai primi anni lo studente a utilizzare il contesto come una parte attiva e formativa all'interno del processo d'ideazione dell'architettura. Ogni esperienza progettuale che intenda formare, non può che scaturire da un tentare una determinata possibilità mediante il continuo interrogarsi sui mutui rapporti tra ragioni di forma, di utilità, e di sostegno. Mentre si tenta si va scoprendo il modo come la forma deve essere fatta; in questa continua ricerca di regole, ordine, misura, organizzazione, la costruzione - come esercizio del mettere insieme e dell'opporsi alla gravità- svolge un ruolo determinate per la formazione dell'architetto. La dimensione costruttiva e tecnica, la struttura tipologica, l'organizzazione delle attività, in altre parole il rapporto tra configurazione spaziale e principi tettonici che la realizzano, costituiscono nel loro organico compenetrarsi l'altro obiettivo dell'esercitazione progettuale. "..io non attacco la forma ma la forma come fine. E l'attacco sulla base della mia esperienza. La forma come fine sfocia inevitabilmente nel formalismo. Perché si occupa solo dell'aspetto esteriore delle cose. Ma solo ciò che ha vita al suo interno può avere un esterno vivente. Solo ciò che ha una vita intensa può avere una forma intensa. Ogni come è sostenuto da un cosa.." Mies van der Rohe

Prerequisiti

Contenuti dell'insegnamento

La progettazione di un vuoto urbano in un contesto storico è l'oggetto di questo laboratorio. La città storica è intesa come una grande architettura, come una grande costruzione. Un "luogo", in cui la dialettica tra particolare ed universale, tra individuale e collettivo, tra sfera pubblica e privata , tra eccezioni e norma si integrano a costituire un "corpo" unitario, gerarchicamente strutturato, nell'indistinto sfondo del paesaggio. L'attuale dibattito che sta caratterizzando la ricerca architettonica, ormai sempre più definito in quel ristretto ambito di protagonismi linguistici , ha quale portato in senso accademico, la generica sollecitazione all'inventiva personale del singolo studente indirizzata verso l'eccezionalità estetica spesso priva di fondamenti disciplinari. L'esasperata "personalizzazione" del prodotto di architettura, dell'oggetto architettonico, della forma architettonica, sempre più "sola", patologicamente auto referenziale, autistica, non può che condurre verso l'incapacità a condividere i reciproci e sensibili rapporti tra le cose, tra le cose e il contesto che le accoglie, oltre che tra le stesse componenti primarie che determinano la realtà e la concretezza dell'architettura. La scelta, quindi, di operare all'interno di un contesto consolidato dai marcati tratti connotativi tipologici e morfologici, dipende dal ritenere l'architettura della città, come l'indispensabile momento formativo per una consapevole metodologia progettuale, e non tanto dal nostalgico ritorno all'antico, al passato idealizzato: e' l'intensità qualitativa e quantitativa dell'informazione che quegli spazi, quei procedimenti formativi, quelle tecniche possono concettualmente e sensitivamente interessare in una fase di apprendimento. Una informazione che susciti l'osservazione, - il vedere come interrogazione sulla natura dell'apparire dei fenomeni - che sappia, al di là delle connotazioni linguistiche e delle molteplici configurazioni cogliere la natura originaria ed essenziale dei principi costituenti, delle regole prime, di quell'eterno presente che costituisce il fare architettonico. Risalire dalla complessità del fenomeno urbano verso l'essenzialità archetipica degli elementi di base. Così la città è intesa come campo di applicazione per una analisi critica, didatticamente indirizzata all'individuazione dei mutui rapporti tra le parti e gli elementi componenti l'insieme: dal paesaggio con suoi tratti materici, morfologici ed orografici , all'unità dell'aggregato anonimo del tessuto edilizio, fino alle emergenze architettoniche. L'obiettivo è quello di identificare nella complessità della città gli elementi, le strutture, i sistemi e l'organismo, ovvero la sua struttura tipo-morfologica e le relazioni che essa stabilisce con l'ambiente. All'interno di questa dimensione più vasta di ricerca, il laboratorio propone una esercitazione progettuale rivolta al completamento di un vuoto urbano in una area fortemente coinvolta dal valore architettonico e spaziale del suo intorno.

Programma esteso

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Bibliografia

K.Frempton, "Tettonica e architettura. Poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo". Skira,Milano 1999. C.Martì Aris, "Le variazioni dell'identità." Clup, Milano 1990. A.Rossi , "L'architettura della città", Clup Milano 1978. R. Arnheim, "Arte e percezione visiva", Feltrinelli, Milano 1885. L. Pareyson, "Estetica", Fabbri Milano 1998. S. Di Pasquale, "L'arte del costruire", Marsilio, Venezia 1996. F. Cellini, "Manualetto", Cittàstudi 1991. M. Ridolfi, "Manuale dell'architetto", C.N.R. 1946. AA.VV, "Manuale dell'Architetto", C.N.R. 1963. E. Neufert, "Enciclopedia pratica per progettare e costruire", Hoepli, Milano 1996. Belz, Gosele, Hoffmann, Jenisch, "Atlante della muratura", UTET, Torino 1998. Kind, Barkauskas, Polony, "Atlante del cemento, UTET", Torino 1998. Schulits, Sobek, Habermann, "Atlante dell'Acciaio", Torino 1999. Natter,Herzog, Volz, "Atlante del legno", Torino 1998. Schittich,Staib, Balkow, "Atlante del vetro", Torino 1999.

Metodi didattici

La didattica del laboratorio è strutturata alternando contributi teorici in forma di lezioni con esercitazioni meta-progettuali. Il laboratorio richiede, per l'ammissione all'esame finale, l'elaborazione degli argomenti progettuali graficamente rappresentati in 4 tavole in formato A1 - e in un modello tridimensionale.

Modalità verifica apprendimento

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Altre informazioni

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