PROGETTAZIONE URBANISTICA
Partizione: Cognomi M-Z

Anno accademico 2008/09
1° anno di corso -
Docente
Settore scientifico disciplinare
Urbanistica (ICAR/21)
Field
Ambito aggregato per crediti di sede
Tipologia attività formativa
Caratterizzante
120 ore
di attività frontali
8 crediti
sede: -
insegnamento
in - - -

Obiettivi formativi

Obiettivo del corso è una riflessione sul carattere sperimentale del progetto urbanistico contemporaneo. I tre corsi che compongono il Laboratorio (Progettazione urbanistica, Teoria dell'urbanistica, Riqualificazione urbana) sono strutturati come punti di vista diversi attorno a un comune obiettivo di lavoro: confrontarsi con le possibilità di innovazione del progetto della città e del territorio. Due ipotesi di ricerca guidano il Laboratorio: la prima è la necessità di approfondire il ruolo conoscitivo del progetto nella trasformazione dello spazio e della società contemporanea, a partire da tre differenti dimensioni: descrittiva, rappresentativa e dimostrativa. La seconda riguarda le potenzialità offerte da una reinterpretazione della lunga riflessione sulla città moderna, che affiora in modi spesso impliciti nella pratica urbanistica, mettendo in discussione le tradizionali categorie di lettura dello spazio urbano. Campagna, periferia, centro, sembrano infatti essere termini inadeguati o insufficienti a determinare immagini condivise e utili alla descrizione del territorio contemporaneo. In tempi recenti grandi porzioni del territorio e della città consolidata sono state oggetto di importanti e radicali cambiamenti che hanno investito, prima ancora che lo spazio fisico, il ruolo strategico, il valore simbolico e la popolazione per la quale in origine erano stati pensati. Figure fondanti dell'urbanistica moderna come la continuità, la regolarità, la concentrazione, l'equilibrio sono oggi sostituite da altre come il frammento, la dispersione, il processo, che trovano maggiori livelli di identificazione e condivisione. Concetti come lo spazio, la densità, l'elemento hanno subito, con la città contemporanea, forti slittamenti di senso. Attraverso la riflessione sul progetto si opererà quindi alla rilettura degli strumenti tecnici, dei fondamenti teorici e della natura stessa dell'urbanistica

Prerequisiti

Contenuti dell'insegnamento

Costruire scenari per un territorio significa spesso confrontarsi con un deposito di descrizioni, immagini interpretative e "immagini del futuro" prodotte da altri soggetti, in tempi precedenti: attività di pianificazione, attività di progettazione, studi e ricerche costituiscono un background importante per il costruttore di scenari, uno sfondo sul quale collocare la propria elaborazione e un utile termine di confronto; ma anche un presupposto forte, a volte radicato nell'immaginario disciplinare (o addirittura nell'immaginario collettivo), rispetto al quale può risultare difficile proporre immagini alternative. E’ il caso del Parmense, quella porzione di Pianura Padana, di Emilia, compresa tra il fiume Po e le frange pedecollinari dell'Appennino, idealmente inscrivibile in un quadrato di 50 km di lato avente al centro la città di Parma: un territorio che si è storicamente strutturato in stretta relazione con il tracciato della Via Emilia e che, negli ultimi venti anni, oltre all'ampliarsi dell'area urbana del capoluogo lungo le principali strade storiche (Via Emilia, Statale 62 della Cisa, Statale Massese, Statale della Val D'Enza), ha registrato anche significativi fenomeni di urbanizzazione diffusa, particolarmente evidenti nei comuni della cintura intorno a Parma e in quelli della bassa pianura. Fenomeni forieri di problemi tipici della dispersione: impatto negativo sull'ambiente e sulle risorse naturali, congestione del traffico, difficoltà di organizzazione dei servizi sociali, dei servizi di trasporto pubblico e di manutenzione della rete viaria; in alcuni specifici contesti, poi, forieri anche di conflitti spaziali tra attività produttive di natura "urbana" e attività produttive di carattere agricolo e zootecnico. In un momento storico in cui la Provincia di Parma, attraverso il recente PTCP, si prefigge l'obiettivo di salvaguardare la qualità complessiva dell'ambiente per tutelare il settore produttivo agro-alimentare, proponendo di «razionalizzare e riqualificare i fenomeni di dispersione insediativa, allo scopo di costruire un diverso assetto del territorio basato sul policentrismo», può rivelarsi utile e fertile osservare le dinamiche prima descritte in relazione a due ipotesi forti di assetto e di struttura territoriale che, nel corso del tempo, hanno alimentato il dibattito urbanistico emiliano. Due modelli di sviluppo contrapposti e per alcuni aspetti coesistenti: il primo, fondato sull'interpretazione della Via Emilia come città lineare, recentemente ribadito anche da Richard Ingersoll con la proposta di Roadtown E-R e tendenzialmente rafforzato dai nuovi progetti di infrastrutture in agenda (la TAV in corso di realizzazione, il progetto delle strade Cispadana, fra Parma e il fiume Po, e Pedemontana fra Parma e gli Appennini, entrambe parallele alla Via Emilia); il secondo, fondato sull'urbanizzazione delle linee insediative trasversali alla via Emilia. La rilettura di queste "immagini del futuro", depositatesi nel patrimonio conoscitivo e nell'immaginario disciplinare, rappresenta il punto di partenza per condurre una riflessione progettuale su possibili strutture e forme insediative alternative che, proprio assumendo la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del territorio come obiettivo primario, riescano a dare risposte alla domanda di qualità dell'abitare quotidiano implicitamente espressa da chi ha scelto, e potrebbe in futuro ancora scegliere, di abitare nella città diffusa parmense. Nel contesto formativo del Laboratorio di Progettazione Urbanistica, gli studenti saranno invitati a contribuire alla costruzione di uno scenario - La città verde dell'Emilia - alternativo a quello, tendenziale, di progressiva densificazione e concentrazione urbana lungo la Via Emilia. Le attività di progettazione saranno quindi orientate in funzione di una precisa domanda di ricerca: cosa succederebbe se, metaforicamente, ruotassimo di novanta gradi la Via Emilia? Se attorno all'attuale tracciato della ferrovia nord-sud, che connette il Po con Parma e quest'ultima con l'Appennino, si sviluppasse un nuovo insediamento in grado di dare una risposta alternativa alla domanda di qualità dell'abitare quotidiano, di compatibilità con i valori ambientali e paesaggistici, ma anche di urbanità, di connessioni efficienti, di accessibilità e di prossimità ai servizi, oggi alla base dei fenomeni di dispersione e di frammentazione del paesaggio?  La pianificazione a scala regionale, fin dalla sua fondazione, ha definito tra i propri obiettivi il decongestionamento della Via Emilia e posto le basi per una diffusione insediativa. Molte linee territoriali in direzione nord-sud sono state investite negli ultimi trent'anni da fenomeni di urbanizzazione che trovano un supporto nei tracciati della centuriazione. La trasformazione del paesaggio agrario per effetto dell'implementazione di colture estensive ha liberato molti dei tasselli che costituivano la grammatica territoriale della piantata padana. Un vasto patrimonio di case coloniche, piccole frazioni, infrastrutture di servizio, edifici per allevamenti, è divenuto obsoleto dal punto di vista delle pratiche d'uso, mantenendo però una notevole potenzialità geografica. Sono questi i materiali sui quali progettare un modello di città verde, alternativo alla congestionata città lineare lungo la Via Emilia. Sono questi i punti dai quali tracciare la metaforica rotazione della Via Emilia. La Città Verde dell'Emilia è la città metaforica che, partendo dal complesso sistema ambientale del fiume Po, passando per il fascio infrastrutturale della Via Emilia (Via Emilia, ferrovia Milano-Bologna, Autostrada A1, TAV) e insinuandosi nel centro di Parma, arriva fino al parco del fiume Taro e alle frange pedecollinari dell'Appennino. La Città Verde dell'Emilia è la città dell'abitare ecologico e della produzione agro-alimentare, che coniuga la tutela e la valorizzazione dell'ambiente con i valori fondativi dell'abitare diffuso (privacy, individualismo, autoproduzione, ecologia, ambiente). La Città Verde dell'Emilia si struttura lungo la direttrice ferroviaria composta, da un lato, dalle linee Suzzara-Parma e Brescia-Parma (costruite a ridosso dell'antica via Francigena) che, partendo dagli argini maestri del fiume Po, attraversano i territori della bassa parmense, caratterizzati dalle tracce di ciò che resta della centuriazione e della piantata padana, connettendo i piccoli nuclei di Boretto, Brescello, Sorbolo e Colorno con la città di Parma; dall'altro, dalla linea Parma-La Spezia, che prosegue da Parma attraverso il territorio pedecollinare e collinare degli Appennini, lambendo la zona di pre-parco del fiume Taro, connettendo i nuclei urbani di Collecchio e Fornovo con le frazioni più depresse in ambito pre-appenninico ed appenninico. Nella Città Verde dell'Emilia, le linee ferroviarie si ancorano maggiormente al territorio, rallentano la propria velocità, aumentano il numero e la frequenza delle corse e delle soste; amplificano la propria vocazione di trasporto locale fino a configurarsi come un sistema di connessione metropolitano, pubblico ed ecologico, che garantisce una fruizione del territorio alternativa a quella esperita attraverso la viabilità ordinaria su gomma. Un asse infrastrutturale alternativo alla Via Emilia non solo per le modalità di spostamento ma, anche e soprattutto, per i recapiti che raggiunge e per le opportunità di percezione del paesaggio che è in grado di offrire. Nella Città Verde dell'Emilia le stazioni ferroviarie, le fermate del nuovo sistema di mobilità su ferro, divengono i punti di contatto e di connessione sia con i centri urbani esistenti, sia con lo spazio aperto: il territorio agricolo caratterizzato da una rete diffusa di viabilità locale che si appoggia ai tracciati poderali di persistenza storica. Proprio in questi punti di contatto si localizzano i servizi di livello locale e sovralocale: le stazioni divengono materiali complessi, polifunzionali, deputati ad ospitare una pluralità di attività di natura eterogenea, costruendo nuove e molteplici centralità diffuse per il territorio. L'infrastruttura ferroviaria è anche l'infrastruttura metaforica che regge una città fatta di frammenti posti fra loro in relazioni di collegamento variabili, link definiti di volta in volta dalle pratiche d'uso degli abitanti. La città verde costruisce un valore aggiunto simbolico per l'European Food Safety Authority (Efsa), destinata ad essere ospitata dal capoluogo di provincia emiliano: nel territorio della Città Verde dell'Emilia le imprese del settore agro-alimentare e i loro addetti trovano condizioni favorevoli per insediarsi, per lavorare e per abitare. Nel suo distendersi dal fiume Po all'Appennino, la Città Verde dell'Emilia intercetta paesaggi mutevoli e molteplici condizioni di urbanità, declinandosi, di volta in volta, attraverso forme insediative, tipi edilizi e strategie progettuali differenti. Nell'ambito oggi occupato dagli argini del fiume Po può trovare posto un progetto di riqualificazione del paesaggio che sfrutta nuovamente il corso d'acqua come via di comunicazione e i suoi argini come un elemento di valorizzazione del paesaggio e del loisir. Il Po può anche essere un luogo di potenziale espansione urbana: attraverso le nuove tecnologie costruttive si possono sviluppare dei modelli di organizzazione del paesaggio che operino ad una nuova forma di ingegnerizzazione e di tutela del territorio ed organizzazione della rete irrigua delle coltivazioni. Nelle zone bonificate della cosiddetta "bassa emiliana", la Città Verde dell'Emilia si declina appoggiandosi al paesaggio storico della piantata padana, fonte di potenziale autarchia produttiva e di bio-diversità; recuperando il patrimonio edilizio delle cascine e degli insediamenti rurali che, nel corso del tempo, hanno perso la propria funzione di presidio del territorio e che oggi possono invece suggerire un nuovo modo di vivere in piccole comunità, a contatto con la natura e a pochi minuti dai principali nuclei urbani. Attraverso il recupero di questo patrimonio è possibile costruire nuove sinergie, introiettando e reinterpretando i pervasivi fenomeni di dispersione abitativa che, negli ultimi venti anni, hanno caratterizzato questo territorio. Procedendo verso sud, la Città Verde dell'Emilia raggiunge il capoluogo provinciale, insinuandosi in esso attraverso il corso del torrente Parma, che in ambito urbano si sviluppa per una lunghezza di circa 3,5 km (dal ponte della ferrovia al ponte Dattaro) con una larghezza variabile da 60 a 170 metri, occupando complessivamente una superficie di circa 40 ettari. L'alveo del torrente, affiancato da due ampie fasce verdi durante i lunghi periodi di scarsa portata, può trasformarsi in un grande parco lineare che attraversa, da nord a sud, tutto il nucleo urbano di Parma. Ancora più a sud, all'interno della fascia di "pre-parco" lungo il fiume Taro e nelle fasce pedecollinari dell'Appennino emiliano, la Città Verde dell'Emilia incrocia un territorio che pone la produzione agro-alimentare al centro della propria vocazione e può anche rivelarsi disponibile a nuove espansioni residenziali caratterizzate da un ridotto impatto ambientale: le abitazioni isolate possono produrre in modo autonomo l'energia termica ed elettrica di cui hanno bisogno; sfruttare i sistemi passivi ed attivi di captazione dell'energia solare; raccogliere l'acqua piovana; riciclare in centrali termiche a biomassa parte dei propri rifiuti; smaltire la parte rimanente con impianti a fitodepurazione. Grazie ai nuovi sistemi di comunicazione e informazione, il frammento abitativo ecologico incarnerebbe in sé i desideri e le ambizioni del cittadino della città iperdispersa: in esso dovrebbero trovare spazio la maggior parte delle attività quotidiane. Qui le infrastrutture della mobilità su gomma di nuova previsione (come la nuova strada pedemontana alternativa alla Via Emilia ) possono diventare dei vettori di valorizzazione del paesaggio: delle parkways emiliane, attraverso le quali attraversare e dare struttura alla Città verde. Le diverse declinazioni progettuali prospettate si propongono di alimentare il confronto sull'immagine di un futuro possibile, forse meno probabile di altri, per il contesto oggetto di studio; ma aspirano soprattutto a contribuire alla riflessione sui temi dell'abitare nei territori contemporanei.

Programma esteso

- - -

Bibliografia

fornita durante il corso

Metodi didattici

Nel corso del secondo semestre gli studenti saranno chiamati a sviluppare un progetto su una porzione di territorio e su un tema coerente con lo scenario della Città Verde e con le declinazioni di paesaggio proposte. Il progetto urbanistico è qui inteso come progetto che si occupa delle trasformazioni fisiche del territorio, assumendo lo strato fisico, il mondo degli oggetti, come deposito, esito di pratiche, stili di vita, economie, immaginari. Al centro del progetto urbanistico sta il territorio contemporaneo, un supporto geografico complesso, che richiede di mettere a punto nuove strategie cognitive, nuovi modi di descrivere e di progettare; che richiede di essere percorso, osservato e progettato a differenti scale. Il progetto urbanistico è inteso non come connotato da un'unica forma progettuale, quanto piuttosto da un insieme di forme progettuali. Spesso intese come espressioni residuali e implicite del disegno della città (le forme progettuali che regolano ad esempio quantità, densità, distanza) o poco frequentate (il progetto delle reti infrastrutturali o dello spessore del suolo, il progetto del vuoto), nel loro insieme esse consentono una riflessione radicale sullo spazio abitabile contemporaneo. Gli studenti si accosteranno al progetto abituandosi a sperimentare nuove tecniche conoscitive e rappresentative del territorio: sovrapponendo alla lettura delle carte tecniche e dei dati statistici altre forme di rilievo fisico del territorio, incrociando le fasi di analisi del territorio a quelle del progetto stesso, abituandosi a passare entro differenti scale di osservazione e progettazione. Testi, schizzi, foto, fotomontaggi, filmati, plastici concettuali e presentazioni multimediali sono gli attrezzi del laboratorio confronta programma del laboratorio

Modalità verifica apprendimento

- - -

Altre informazioni

- - -