SAGGISTICA ITALIANA
cod. 1001186

Anno accademico 2023/24
1° anno di corso - Primo semestre
Docente
- Carlo VAROTTI
Settore scientifico disciplinare
Letteratura italiana (L-FIL-LET/10)
Field
Attività formative affini o integrative
Tipologia attività formativa
Affine/Integrativa
30 ore
di attività frontali
6 crediti
sede: PARMA
insegnamento
in ITALIANO

Obiettivi formativi

1) Potenziamento della capacità critico-interpretative del testo letterario.
2) Perfezionamento del lessico disciplinare
3) Acquisizione di una maggiore duttilità nell'approccio al testo letterario, attraverso l'adozione di metodi e di teorie interpretative diverse.

Prerequisiti

Nessuno specifico

Contenuti dell'insegnamento

Titolo:
“Piccola città, bastardo posto”: la provincia nella letteratura del dopoguerra.

Il corso esamina il tema della Provincia nella letteratura italiana del dopoguerra prendendo in esame tre principali aree di lavoro:
a) La provincia come luogo della marginalità culturale, dell’inerzia e dell’angustia; capace però di assumere una importante valenza conoscitiva, come strumento di indagine dell’uomo e della sua condizione esistenziale
b) La provincia italiana come luogo da riscoprire e valorizzare, per metterne a frutto le potenzialità di rinnovamento della nazione e dei suoi valori.
c) La provincia ‘postmoderna’, Come luogo che assume una nuova valenza dialettica nel contesto della cultura globalizzata degli ultimi due decenni del XX secolo.

Se sul piano metodologico il corso adotta gli strumenti (per la verità prettamente empirici, anche se non perciò privi di efficacia) della critica tematica; esso si propone anche di riflettere sul nesso tra Letteratura e società. In quale misura, in altri termini, gli strumenti letterari possono farsi interpreti della società e dei suoi cambiamenti? Non già assumendoli semplicemente (e ovviamente) come temi e personaggi fatti oggetto di rappresentazione, ma affidando alle peculiarità conoscitive della narrazione letteraria (le sue possibilità introspettive; le dinamiche variabili del punto di vista; l’allusività a fenomeni culturali; il rapporto dialettico tra personaggio di invenzione e Storia reale) il compito di capire aspetti della dimensione sociale dell’uomo, e dei codici – sempre normati da convenzionalità storicamente mutevoli – del suo autorappresentarsi sulla scena del mondo.

Programma esteso

Il corso esamina, attraverso alcuni casi esemplari, il modo in cui non solo la provincia è stata rappresentata nella letteratura italiana del dopoguerra, ma soprattutto come essa abbia in qualche modo generato un ‘mito’. Da simbolo della marginalità, delle aspirazioni deluse e frustrate, della ristrettezza mentale (riprendendo una contrapposizione tra capitale e provincia, in gran parte nutrito dal modello del romanzo francese ottocentesco),la ‘provincia’ si associa già negli anni della ricostruzione a valenze positive (luogo di una nuova vitalità; spazio in cui covano energie che la nazione deve valorizzare per costruire una nuova società e nuovi valori), o assume una peculiare valenza conoscitiva, dell’uomo e della sua condizione esistenziale. La provincia può allora diventare (esemplare il caso di Bassani) il luogo privilegiato per esplorare la condizione umana, inserendo i personaggi in una rete di nessi stringente, in cui il rapporto (spesso conflittuale e irrisolto) tra individuo e città è meno mediato dalle demarcazioni sociali e culturali che strutturano i diversi ‘spazi sociali’ (molto più autoeferenziali e autonomi) delle metropoli.
Il corso prenderà le mosse da un racconto di Moravia, La provinciale (1937), che recupera e rinnova alcuni modelli del romanzo naturalista ottocentesco (in particolare Flaubert).
Si esamineranno poi alcune opere di Bassani: racconti tratti dalle Cinque storie ferraresi (1956) e Gli occhiali d’oro (1958).
Nell’ambito della dimensione più esplicitamente politica della ‘provincia’ come luogo di una possibile rivoluzione dal basso, capace di rinnovare profondamente il paese esaltandone le energie migliori, si inserisce la lettura di un piccolo capolavoro come Il lavoro culturale (1957) di Luciano Bianciardi: rilettura ironica e disincantata delle illusioni di molti intellettuali di sinistra del dopoguerra.
La provincia assume un nuovo e dirompente valore esistenziale in un narratore pienamente postmoderno come Per Vittorio Tondelli, da Altri libertini (1980) a Rimini (1985). Espressione di una narrativa ‘emiliana’ (si suggeriranno anche brani e racconti di Celati, Palandri, Guccini) che assume la provincia come elemento dialettico non già rispetto a una capitale, ma alla pervasività globale del postmoderno (che mescola con eguale disinvoltura le nuove geografie globabilizzate e i modelli e i miti culturali di diverse epoche).

Bibliografia

La bibliografia completa del corso (testi letterari e opere critiche) sarà fornita durante il corso, e inserita sul portale Elly
Non saranno invece resi disponibili sulla piattaforma Elly i seguenti testi, che dovranno essere letti integralmente dagli studenti:

Bassani, Gli occhiali d’oro
Idem, Le cinque storie ferraresi
L. Bianciardi, Il lavoro culturale
P. V. Tondelli, Altri libertini
G. Celati, Narratori delle pianure

Metodi didattici

1) Lezioni frontali
2) Lavoro laboratoriale di analisi di alcuni testi-cardine del corso

Modalità verifica apprendimento

La verifica conclusiva consiste in un esame orale, in cui verranno saggiate le conoscenze degli argomenti trattati a lezione (e della bibliografia critica assegnata); si valuteranno le capacità di collegamento, oltre alla chiarezza espositiva e alle capacità di approfondimento dei temi affrontati.

Altre informazioni

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