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Nell’imminenza della Giornata internazionale della Donna, lunedì 2 marzo, alle ore 21, nell’Aula Congressi del Dipartimento di Economia (via J. F. Kennedy, 6) si terrà l’incontro “Madri – Donne intorno alle quali anche l’arte gioca il senso della vita”: un percorso visivo intorno ad alcune maternità dell’arte antica e moderna, curato da Eles Iotti.

Si tratta di un incontro ormai rituale in prossimità della Giornata internazionale della Donna che si celebra l’8 marzo, offerto alle donne dell’Ateneo e della città dal CSU Centro Sociale Universitario – e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo. L’ingresso è libero.

L’arte cristiana ha creato il volto e l’immagine di Maria e la madre di Cristo è diventata, nella cultura occidentale, il simbolo della maternità: la madre modello. Il culto mariano ci ha lasciato tante maternità, opere immensamente potenti e straordinariamente umane e divine. Maria, dopo il Concilio di Trento, è diventata la madre di tutti noi e la sua maternità il soggetto in cui si incarna il tema della vita, dell’amore e della morte. Il tema della Madonna con Bambino si coniuga al tema della Pietà in cui la sublime affermazione dell’amore materno si eleva alla più tragica affermazione del dolore. La madre in quanto donna è la più tragica delle eroine, capace di immenso amore e coraggio. Tutti gli artisti antichi e moderni che hanno affrontato il tema della madre hanno dovuto rapportarsi a questi modelli religiosi e culturali infondendo a questa figura un senso di santità: la madre è speciale e il figlio è speciale. La pittura come il mito e la vita ci insegna che, in veste di madre, la donna può essere adorata, ammirata, amata; essa diventa una figura universale che vuole reverenza e sottomissione, ma può diventare anche una cattiva madre in grado di divorare e uccidere i propri figli.  Attraverso le opere di grandi pittori si puntualizzeranno figure di MADRI intorno alle quali, nella gioia e nel dolore, nel bene e nel male, si è giocato il senso della vita.

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