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La donazione da parte della Ditta TRANSFER OIL S.p.A. di 10.000 euro all’Unità di Oncologia Sperimentale coordinata dal prof. Pier Giorgio Petronini, è finalizzata al sostegno del progetto di ricerca dal titolo: ”Caratterizzazione molecolare e nuovi approcci terapeutici nel trattamento del mesotelioma pleurico maligno”. Ugo Ferrari, amministratore delegato diTransfer Oil, ha espresso il desiderio di sostenere la ricerca oncologica in memoria del padre Ferdinando Ferrari venuto a mancare circa un anno fa per un mesotelioma pleurico maligno.

La donazione è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa  che si è tenuta nel Palazzo centrale dell’Università di Parma. Sono intervenuti Vincenzo Vincenti, Pro Rettore alla Sanità, Pier Giorgio Petronini, Coordinatore dell’Unità di Oncologia Sperimentale, Ugo Ferrari, Amministratore delegato di Transfer Oil, Paolo Carbognani, docente del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, e Marcello Tiseo, Coordinatore del Percorso Diagnostico, Terapeutico Assistenziale di Oncologia Toracica - Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Transfer Oil, che fu fondata nel 1979 proprio da Ferdinando Ferrari, è oggi una impresa della provincia di Parma affermata a livello internazionale, che produce tubi flessibili per alte pressioni che trovano impiego in numerosissimi campi industriali come l’oleodinamica ed il settore petrolifero.

“Mio padre”– spiega il figlio Ugo in una nota – “ha condotto la nostra impresa con grande passione non mancando di condividerne i risultati con la comunità attraverso molteplici opere di sostegno. Oggi è per me un grande onore poter dare, nel rispetto dei suoi insegnamenti, continuità alla sua opera non solo attraverso l’impegno nel lavoro, ma anche confermando il nostro aiuto a questo nobile progetto di ricerca volto combattere questa terribile malattia”.

Anche il Pro Rettore alla Sanità, prof. Vincenzo Vincenti ha espresso la gratitudine da parte dell’Ateneo: “Un gesto di grande valore compiuto da Ugo Ferrari e dalla sua famiglia che rende possibile al team del prof. Petronini e a tutte le persone che collaborano con lui interventi significativi nell'ambito della ricerca oncologica, in cui l'Università è sempre attiva, e nello specifico, in questo frangente, nei confronti del mesotelioma pleurico maligno, forma tumorale molto violenta”.

Il mesotelioma pleurico maligno è una neoplasia estremamente aggressiva, associata all’esposizione alle fibre di amianto (asbesto). Attualmente, estrazione, importazione ed uso dell'asbesto sono stati proibiti in molti paesi, tuttavia, considerato il tempo di latenza che può arrivare anche a 30-50 anni, si stima che il picco di incidenza del mesotelioma verrà raggiunto solo intorno al 2020. Generalmente il mesotelioma viene diagnosticato in fase già avanzata e l’approccio chirurgico è possibile solo in un numero esiguo di pazienti. La terapia per i pazienti affetti da questo tipo di tumore è costituita da trattamento con i farmaci chemioterapici cisplatino e pemetrexed. Tuttavia, a causa dell’elevata resistenza ai farmaci di questo tipo di tumore, i benefici del trattamento chemioterapico hanno una durata piuttosto limitata e nel giro di pochi mesi si assiste ad una ripresa della malattia con una sopravvivenza media dei pazienti di circa 12 mesi.

Pertanto, dato che la chemioterapia tradizionale e la radioterapia hanno solo un’efficacia limitata, per migliorare la sopravvivenza è necessario sviluppare nuovi e più efficaci interventi terapeutici. Una migliore comprensione della biologia molecolare del mesotelioma potrebbe essere di grande aiuto per l’identificazione di nuovi bersagli molecolari verso cui indirizzare la terapia.

Lo scopo del progetto è di caratterizzare dal punto di vista molecolare le vie di segnalazione intracellulare più frequentemente coinvolte nella patogenesi del mesotelioma, al fine di individuare possibili bersagli molecolari per un trattamento farmacologico mirato. Sulla base delle alterazioni molecolari evidenziate nelle linee di mesotelioma o nelle cellule tumorali isolate da paziente, verranno testati diversi farmaci a bersaglio molecolare da soli o in combinazione, con lo scopo di inibire la proliferazione cellulare e indurre morte.

Inoltre, considerato che la terapia standard per il trattamento del mesotelioma si basa sull’associazione di cisplatino e pemetrexed, ci proponiamo di valutare gli effetti delle combinazioni fra farmaci biologici a bersaglio molecolare in associazione alla chemioterapia, al fine di rendere la terapia più efficace e di superare eventuali meccanismi di resistenza.

Le Unità partecipanti alla ricerca sono:

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Parma
Unità di Oncologia Sperimentale, Pier Giorgio Petronini, Roberta Alfieri, Mara Bonelli, Andrea Cavazzoni, Claudia Fumarola, Silvia La Monica, Daniele Cretella, Graziana Digiacomo, Andrea Ravelli.
Unità di Ricerca Traslazionale sulle Cellule Staminali,  Federico Quaini, Costanza Lagrasta, Denise Madeddu, Caterina Frati

Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università degli Studi di Parma
Paolo Carbognani, Luca Ampollini

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Oncologia Medica,  Marcello Tiseo, Nadia Naldi, Cecilia Bozzetti, Roberta Minari.

Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori
Laboratorio di Bioscienze, Daniele Calistri,  Paola Ulivi.
Unità Operativa di Oncologia Medica, Angelo Delmonte.

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