Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
EUGreen - European University Alliance for sustainability

È appena uscito sul “New England Journal of Medicine” uno studio sui risultati clinici della craniectomia decompressiva del quale è co-autore il prof Franco Servadei, direttore della Neurochirurgia-Neurotraumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e professore a contratto all’Università di Parma. Il lavoro, intitolato Trial of Decompressive Craniectomyfor Traumatic Intracranial Hypertension, è frutto di un’importante collaborazione multicentrica europea.

L’intervento di decompressione ossea cranica per diminuire la pressione intracranica è in atto da molti anni. Mentre ci sono certezze sugli effetti fisiologici della procedura (riduzione della pressione all’interno del cranio), non ve ne sono sui suoi risultati clinici: nessuna certezza, cioè, sul fatto che la prognosi dei pazienti sottoposti a questa procedura chirurgica possa essere migliore. Lo studio realizzato ha lavorato proprio su questo aspetto.

Si tratta del secondo studio “randomizzato” che confronta gli esiti a distanza di due gruppi di pazienti con grave trauma cranico e pressione intracranica difficilmente trattabile: un gruppo sottoposto a craniectomia decompressiva e un gruppo trattato con barbiturici ad alte dosi.

I risultati mostrano come il gruppo di pazienti sottoposti a craniectomia decompressiva abbia una mortalità significativamente minore (circa la metà), ma con un aumento importante dei pazienti in coma vegetativo e disabili. Si apre quindi uno scenario importante da un punto di vista etico-morale, con la necessità di condividere con tutti i medici coinvolti e soprattutto con i congiunti decisioni difficili.

Modificato il