Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Intervento del Rettore Loris Borghi sulla strage di Parigi: “Non possiamo permettere che un senso di angosciosa e desolata impotenza ci sopraffaccia. L’Università di Parma, in tutte le sue componenti, non ci sta.

Di fronte alla barbarie, occorre impugnare le armi della cultura, in un’ideale fratellanza con gli intellettuali francesi assassinati mentre esercitavano il loro diritto alla parola libera. Le matite e le penne che ora si alzano nelle piazze di tutto il mondo civile alla fine avranno la meglio sui kalashnikov di chi vorrebbe farci retrocedere ai secoli più bui della storia umana.

La tolleranza, che deve contraddistinguere ogni società avanzata, non può però trasformarsi in acquiescenza supina, ma deve levare alta la sua voce in difesa della libertà, che è sempre e innanzi tutto libertà di pensiero e di opinione, ma è anche libertà di ogni uomo e di ogni donna di vivere la propria vita senza imposizioni, che non siano quelle di una convivenza civile e solidale. Secondo la sua etimologia, la religione crea un legame tra gli uomini, non può essere imposta con la violenza né può discriminare i sessi. Tantomeno può essere usata per uccidere, violentare, imprigionare, devastare.

L’Università di Parma, che fin dalle sue remote origini è stata culla di cultura e di civiltà, esprime tutta la sua solidarietà alla Francia, alle sue università, ai suoi giornali e in particolare al “Charlie Hebdo” e alle dodici vittime degli assassini in nero.

Finché ci saranno uomini che credono nella cultura come strumento primario di libertà, di razionalità, di uguaglianza, i freddi tagliatori di teste non prevarranno. Ma occorre stare all’erta e non sottovalutare l’allarme proveniente da alcuni giornalisti-scrittori. Da sempre gli intellettuali sono visionari che ‘ci prendono’, perché hanno antenne particolarmente sensibili. Alcunici parlano, in modo talora provocatorio e magari urtante ma estremamente lucido, di una sorta di eutanasia inconsapevole dell'Occidente di fronte a molti integralismi e dittature.

Indignarsi non è sufficiente, dobbiamo rifletterci su. E noi ci rifletteremo a fondo insieme con gli studenti, in particolare con quelli del corso di Giornalismo, su “ParmAteneo”, il nostro settimanale on line, a cui chiederò di dedicare a questo argomento il giusto spazio.

Come già più volte accaduto nella sua storia, l’Università di Parma continuerà a rendere vivi, reali e praticati i princìpi della sua missione fondamentale secondo cui la cultura, la ricerca e l’innovazione, accompagnate dal libero confronto delle idee, dalle decisioni condivise, dalla trasparenza e dall’etica, sono strumenti potenti in grado di imprimere un forte sviluppo e una solida coesione individuale e sociale”.

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