Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 6 maggio 2022 – Primo giorno di “scuola” oggi per i 10 neolaureati dell’Università di Parma che sono stati selezionati sulle oltre 30 candidature arrivate per partecipare a “Transition Farm”, il progetto pilota ideato dall’Associazione “Parma, io ci sto!” con Università di Parma e Nativa, e il supporto di Cisita Parma, Unione Parmense degli Industriali e Gruppo Imprese Artigiane.

Si tratta di 10 neolaureati provenienti da percorsi di laurea diversi tra loro e che dimostrano una volta di più quanto il tema della sostenibilità sia ormai un elemento imprescindibile e trasversale ad ogni settore di studio e di competenza. Si va da Scienze e Tecnologie Alimentari a Chimica Industriale, da Biotecnologie a Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, da Sistema Alimentare: Sostenibilità, Management e Tecnologie a Scienze Gastronomiche, da Trade e Consumer Marketing a Ingegneria Meccanica e Ingegneria Gestionale, fino ad Economia e Management.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di coniugare la necessità di formare giovani neolaureati rendendoli protagonisti attivi della transizione ecologica/energetica/digitale, con quella di mettere a disposizione queste importanti competenze anche delle Pmi. In questo modo le aziende (al termine del progetto) avranno una prima valutazione comparativa tra le proprie attività e le azioni messe in atto dal territorio grazie al lavoro di giovani talenti. Questo sarà un primo approccio rispetto a quello che si può realizzare attraverso lo strumento del Benefit Impact Assessment in termini di definizione di strategie di sostenibilità e gestione dell’impatto generato.

In occasione dell’avvio del progetto pilota, i giovani neolaureati hanno incontrato i referenti delle 10 aziende che hanno aderito al progetto. La fase di formazione (36 ore complessive in aula) sarà infatti affiancata da una esperienza più operativa in azienda che si svolgerà tra i mesi di maggio, giugno e metà luglio 2022: un tirocinio per il quale è previsto un rimborso spese di 1.000 euro.

L’iniziativa – proprio per la sua natura sperimentale - ha previsto il coinvolgimento anche di aziende di maggiori dimensioni per scalare e moltiplicare l'impatto positivo, contingentando però il perimetro di implementazione e la complessità del lavoro per i neolaureati.

Le aziende coinvolte sono: Colser (multiservizi nel settore del cleaning, logistica e manutenzione); Cosmoproject (ideazione, progettazione e produzione di formule innovative nell’ambito dello skin care, del make-up e dei medical device); De Simoni (fornitura di servizi per la comunicazione multimediale); Disosso San Carlo (disossatura prosciutti); Free Edit (documentazione tecnica e consulenza marcatura CE); GlaxoSmithKline Manufacturing (industria farmaceutica); Koppel (installazione, manutenzione e modernizzazione di ascensori); Laumas (componenti per la pesatura industriale), Tropical Food Machinery (impiantistica per la lavorazione industriale di frutta tropicale e da climi temperati) e Gruppo Zatti (operatori nella commercializzazione automobilistica).
Anche in questo caso si tratta di realtà che operano in settori di business diversi tra loro ma che vedono nella sostenibilità un fattore chiave attorno al quale sviluppare i propri piani aziendali.

“Transition Farm” nasce da #dieci, il percorso di progettazione condivisa avviato nel 2021 da “Parma, io ci sto!” con la partecipazione di circa 250 stakeholder per individuare obiettivi e azioni concrete da pianificare per il futuro della città e del suo territorio nei prossimi 10 anni.  

L’obiettivo è quello di combinare due azioni considerate prioritarie dalla comunità coinvolta nel progetto #dieci: la transizione verso la sostenibilità delle piccole e medie imprese e il coinvolgimento dei giovani in un’ottica nuova, di sinergia più costruttiva e strategica con il mondo del lavoro.

«Transition Farm – dichiara Alessandro Chiesi, Presidente “Parma, io ci sto!” - è il primo esempio di #dieci che comincia a tradursi in realtà concreta grazie alla stretta collaborazione con l’Università di Parma e la partecipazione attiva delle aziende, che hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa. Credo che questo dipenda dal fatto che è un progetto che intercetta in maniera costruttiva alcuni bisogni primari come quello di un orientamento professionalizzante in grado di rispondere all’esigenza di uno sviluppo economico sostenibile del territorio. Si tratta un’esperienza pilota che ha l’obiettivo di promuovere un nuovo modello per il nostro territorio che possa essere di successo per la successiva “edizione a regime” ed inneschi un circolo virtuoso di coinvolgimento di realtà locali e di giovani, in ottica di miglioramento continuo. Il mio ringraziamento va ad Egidio Amoretti, Presidente del nostro Collegio dei Revisori, che ha portato avanti con entusiasmo e competenza la progettazione e l’avvio del progetto pilota».

«Sulla sostenibilità l’Ateneo ha puntato moltissimo, con una decisa accelerazione rispetto agli anni precedenti, nella consapevolezza che sia un punto imprescindibile per l’oggi e per il futuro, immediato e a lungo termine», spiega la Prorettrice alla Didattica e servizi agli studenti dell’Università di Parma Sara Rainieri, che sul progetto dice: «Partecipiamo con profonda convinzione, e crediamo molto nel gioco di squadra che ne è alla base, anche alla luce delle importanti competenze del nostro Ateneo sul tema. La transizione verso la sostenibilità delle piccole e medie imprese e il coinvolgimento dei giovani sono due punti estremamente importanti di Transition Farm. Da un lato perché è dai giovani, dalla loro formazione e dalla formazione della loro sensibilità su questi temi, che passa la sostenibilità del nostro sistema e la sua stessa sussistenza, e dall’altro perché il nostro tessuto imprenditoriale è fatto principalmente di piccole e medie imprese: affiancarle nella transizione verso la sostenibilità è porre un’altra base per un futuro migliore».

Afferma Eric Ezechieli, co-founder di Nativa: «Transition Farm risponde all'esigenza emersa dalle PMI e dalle nuove generazioni del territorio di confrontarsi con le grandi sfide ambientali e sociali del nostro tempo. Il progetto permetterà a tutti gli attori coinvolti di comprendere e utilizzare gli strumenti di misura degli impatti sociali e ambientali già a disposizione di imprese e organizzazioni per migliorare i propri modelli in ottica responsabile».

«Questa iniziativa – dice Alberto Sacchini, Direttore di Cisita Parma – ha almeno tre elementi di grande valore: i suoi beneficiari diretti, vale a dire giovani neolaureati della nostra Università ed il sistema produttivo locale che assieme rappresentano il mercato del lavoro del presente e del futuro, la rilevanza del tema affrontato e cioè la transizione verso uno sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale, e infine la modalità tramite la quale lo si è ideato e progettato e lo si sta realizzando. Proprio quest’ultimo aspetto, pur non costituendo una novità per il nostro territorio, conferma la sinergia raggiungibile tramite i contributi distintivi di soggetti diversi che collaborano senza individualismi per un comune obiettivo».

«Sempre più determinante per il futuro delle imprese, quindi anche del nostro tessuto industriale, è il tema delle competenze – commenta Annalisa Sassi, Presidente Unione Parmense degli Industriali - In questo senso il progetto Transition Farm può sostenere le aziende nel processo di transizione verso la sostenibilità in linea con le esigenze dei mercati e gli stimoli del PNRR, portando al loro interno nuovi strumenti per affrontare le sfide future e attraendo giovani talenti sul nostro territorio».

«Transition Farm – conclude Giuseppe Iotti, Presidente Gruppo Imprese Artigiane - è un progetto impegnativo, ma importante, anche per alcune aziende del Gruppo Imprese Artigiane, che accoglieranno neolaureati da inserire in un percorso di transizione ambientale, energetica e digitale, mettendo a disposizione le proprie competenze e sviluppandone altre sul campo. Ringrazio in modo particolare il Presidente del nostro Gruppo Giovani Luca Sfulcini che si è dato molto da fare perché questo progetto, fatto insieme ad altre importanti istituzioni, vedesse la luce».

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