Parma, 27 novembre 2013 – Sabato 30 novembre, presso la Venaria Realedi Colorno (PR), si terrà la giornata di studi Valorizzazione del territorio e tutela del patrimonio culturale. Il caso Colorno, organizzata dal Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e Architettura - DICATeA dell’Università di Parmain collaborazione con il Comune di Colorno e il Centro Studi e Valorizzazione “Residenze Ducali” di Parma e Piacenza.L’accordo programmatico stabilito nell’agosto del 2012 tra il Sindaco del Comune di Colorno dott.ssa Michela Canova e il Direttore del Dipartimento DICATeA dell’Università di Parma prof. Paolo Mignosa aveva come principale obiettivo quello di definire una strategia comune di valorizzazione di un interessante manufatto idraulico settecentesco, la Torre delle Acque di Colorno, in collaborazione con altri attori direttamente coinvolti nella gestione del paesaggio e delle acque (AIPO - Agenzia Interregionale per il Po, Consorzio di Bonifica Parmense e ADBPo - Autorità di Bacino per il fiume Po).Il restauro di un manufatto e la valorizzazione del territorio circostante pongono infatti interessanti problemi di metodologia e di approccio, oltre che di definizione d’ambiti d’intervento particolarmente rilevanti, per chi voglia affrontare scientificamente la questione del recupero e della pianificazione territoriale.La Torredelle Acque di Colorno rappresenta certamente ununicum al quale applicare tecnologie di restauro e di consolidamento che mantengano un “carattere” del luogo e del costruito, la cui importanza si aggiunge all’eccezionale valore storico e architettonico. Non è sempre facile, infatti, distinguere tra edifici d’interesse storico monumentale e manufatti idraulici e di corredo che, nel Codice dei Beni Culturali, sono comunque considerati a tutti gli effetti di particolare interesse, se non architettonico, certamente etno-antropologico.La presentazione di alcuni studi sul recupero del patrimonio storico “nascosto” di Colorno, recentemente sfociati in altrettante tesi di laurea in Architettura discusse presso l’Università di Parma, è sembrata quindi una buona occasione per raccontare, in una Giornata di studi dedicata alla Valorizzazione del territorio e alla tutela del patrimonio storico, il percorso metodologico seguito e gli esiti – seppure parziali – della ricerca che ha visto coinvolti diversi studiosi del Dipartimento negli ultimi anni.Presentare, in una mattinata di studio, i principali risultati dei lavori svolti fino ad oggi su alcuni edifici che fanno parte del patrimonio storico-architettonico e paesaggistico di Colorno, troppo spesso trascurato per mancanza d’investimenti economici, ma ben noto e scolpito nella memoria della collettività – come la Torre delle Acque e l’Ex ospedale psichiatrico, di proprietà dell’AUSL di Parma – può fornire uno strumento di programmazione e valorizzazione, anche economica, del territorio.In particolare, la Torre delle Acque era già stata oggetto, in un passato recente, di un importante lavoro di rilievo – eseguito dagli architetti Erika Alberti e Donatella Bontempi e sintetizzato in una tesi di laurea nell’area di disegno del DICATeA (prof. Paolo Giandebiaggi e prof.ssa Michela Rossi) – che ne aveva evidenziato l’interesse architettonico e strutturale. Dalle approfondite analisi storiche, architettoniche, urbanistiche e idrauliche sui manufatti e sul loro intorno sono emerse poi le potenzialità insite nei due edifici così diversi tra loro, ma accomunati da un medesimo percorso di recupero ben riassunto dal concetto di “conservazione integrata” di Roberto Di Stefano.Le ricerche connesse a tale approccio metodologico sono state condotte principalmente nell’ambito del Dipartimento da studiosi di diversi settori, tra loro in continuo dialogo: dall’ambito storico (prof. Carlo Mambriani), al restauro (prof.ssa Federica Ottoni) fino all’idraulica (prof. Paolo Mignosa, prof.ssa Francesca Aureli e ing. Renato Vacondio), con la stretta collaborazione di altre anime del Dipartimento stesso (importanti gli apporti dell’area compositiva, con contributi del prof. Marco Maretto, e di stima economica, prof. Mattia Iotti, oltre a quelle delle indagini sui materiali, arch. Elisa Adorni, e dell’area urbanistica, prof. Michele Zazzi).In particolare la mattinata del 30 novembre vedrà una serie di presentazioni delle ricerche svolte finora sull’interessante nodo di Colorno.Gli interventi saranno idealmente divisi in una prima parte, dedicata a Didattica e conoscenza per la tutela del patrimonio – che vedrà l’esposizione di alcune tesi di laurea (Lucia Bergianti, Marcello Cesini e Antonio Giulio Loforese, sulla Torre delle Acque; Roberta Bianchi, Samantha Rizzi, Marco Caramati e Rossella Accordino, sull’Ex ospedale psichiatrico) e la partecipazione di professionisti che hanno supportato tale percorso, a scala architettonica (arch. Andrea Mambriani, AUSL) – e in una seconda parte, più di metodo, Ricerca e recupero del territorio, che racchiude interventi di docenti del DICATeA su scala territoriale.L’occasione è sembrata interessante per presentare il lavoro di ricerca e coordinamento che il Centroacque.eu che fa capo al Dipartimento stesso, sotto la direzione del prof. Renzo Valloni, si propone di svolgere sul territorio.L’obiettivo è quello di avviare un percorso di dialogo-consultazione, sorta di progettazione partecipata con istituzioni pubbliche, associazionismo e privati, nella consapevolezza che la condivisione sia il punto di partenza di un’Università che si apre sul territorio in cui vive.