Parma, 18 luglio 2022 - Il programma di ricerca e assistenza clinica Chemogenomica funzionale per il futuro delle terapie personalizzate nelle neoplasie maligne, coordinato dall’Università di Parma, è stato selezionato dal Ministero della Salute nell’ambito della traiettoria “Medicina rigenerativa, predittiva e personalizzata” del Piano Operativo Salute (POS).
Responsabile scientifico del progetto, del valore complessivo di 3.693.646,57 euro, è il docente dell’Università di Parma Giovanni Roti. Partner l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, l’Ematologia e il Centro di Trapianto di Midollo Osseo dell’Università di Perugia, l’Unità Operativa di Ematologia a Indirizzo Oncologico dell’AO Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo e il consorzio Cineca.
Si tratta di un vero programma clinico sperimentale d’avanguardia, che integrando le attività del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma si propone di superare i correnti limiti della medicina personalizzata in ambito oncologico, e in particolare nelle malattie ematologiche neoplastiche.
L’idea pioneristica nata e condotta dal laboratorio di Ematologia Traslazionale e Chemogenomica “THEC” del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con a capo il prof. Roti, è quella di associare a una caratterizzazione genomica una caratterizzazione funzionale, ovvero testare le cellule tumorali delle persone affette da patologie neoplastiche con una “libreria” di farmaci per individuare quelli potenzialmente più efficaci, e successivamente capire il motivo della sensibilità e della resistenza a un farmaco attraverso l’integrazione di tecniche genomiche e proteomiche.
«Si tratta di un progetto di grande rilievo – commenta il Rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei - non a caso premiato con un ingente finanziamento da parte del Ministero. Nasce all’interno del laboratorio di Ematologia Traslazionale e Chemogenomica “THEC” del nostro Dipartimento di Medicina e Chirurgia e trova nella sinergia virtuosa con le elevate competenze presenti nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, e negli altri enti partner, un forte valore aggiunto. Il coinvolgimento e l’ampia partecipazione di tante professionalità di ambiti diversi dà la misura della trasversalità del progetto, e i risultati che attendiamo possono essere di estremo rilievo in particolare nella loro applicazione nella pratica clinica, nelle ricadute sui pazienti».
«La selezione del progetto valorizza l’alto profilo scientifico degli sperimentatori ed evidenzia la presenza nel nostro Ospedale di centri clinici di eccellenza, con dotazioni avanzate, che permettono lo svolgimento di studi anche complessi - sottolinea il direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Massimo Fabi. La sfida che si pone lo studio è consolidare l’approccio multidisciplinare alla cura e sviluppare terapie personalizzate che dal laboratorio vengono trasferite immediatamente al letto del paziente e che, ci attendiamo, si traducano in migliori percorsi assistenziali e terapeutici».
Le attività coinvolgeranno numerosi docenti e professionisti di ambiti diversi di Università e Azienda Ospedaliero-Universitaria, che porteranno ciascuno il proprio contributo.
Con il progetto e l’importante gruppo di ricerca che contribuirà alla sua realizzazione il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, insieme all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, vuole fare un ulteriore passo in avanti, estendendo questa tecnologia sviluppata in THEC per le leucemie acute ad altre malattie ematologiche (sindromi mieloproliferative - Elena Masselli; mieloma multiplo - Nicola Giuliani e Paola Storti) e tumori solidi dell’adulto (carcinoma pleuro-polmonari - Marcello Tiseo; carcinoma mammario - Antonino Musolino; tumori della testa e del collo - Tito Poli; epatocarcinomi e tumori gastro-intestinali – Gabriele Missale e Luigi Laghi) e del bambino (Susanna Esposito). Ogni tumore sarà caratterizzato dal punto di vista biomolecolare, immunologico e metabolico (Enrico Maria Silini, Carlo Ferrari e Riccardo Bonadonna) per facilitare la comprensione dei meccanismi di suscettibilità alla risposta farmacologica. La risposta a questa strategia di identificazione di una terapia mirata sarà condotta attraverso metodiche di “imaging” innovative come la radiomica e imaging funzionale (Nicola Sverzellati, Mario Silva e Livia Ruffini). Per i casi che saranno arruolati nello studio sarà condotto un co-clinical trial in modelli preclinici per anticipare i motivi di un fallimento terapeutico o individuare strategie di associazione con uno o più farmaci (Federica Maria Angela Rizzi, Roberta Alfieri e Pier Giorgio Petronini). È affidato all’Unità di Genetica Medica di Antonio Percesepe (Valeria Barili e Davide Martorana) lo sviluppo di tecniche e approcci di sequenziamento volti a capire le cause genetiche dell’insorgenza di un determinato tumore e l’influenza di componenti eredo-familiari insieme ai collaboratori dell’Università di Perugia (Cristina Mecucci), dell’Ospedale Cervello di Palermo (Alessandra Santoro) e del consorzio CINECA (per ciò che compete la parte analitica e gestione dati).
I pazienti arruolabili saranno trattati in accordo all’intersezione di questi approcci tecnologici innovativi e i dati cumulativi di efficacia saranno analizzati anche grazie al team di biostatistici dell’Unità di Ricerca Clinica ed Epidemiologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma (Caterina Caminiti e Giuseppa Maglietta).
Il progetto rappresenta inoltre un modello di sinergia vincente nella collaborazione tra Università di Parma e Azienda Ospedaliero-Universitaria, non solo a livello scientifico e clinico ma anche a livello di organizzazione e gestione degli aspetti amministrativi, economici e logistici legati alla presentazione e gestione di progetti congiunti tra le due realtà. Il coordinamento di questi aspetti è stato condotto dalla dirigente dell’Università di Parma Barbara Panciroli con il fondamentale supporto di Davide Molena (Università di Parma) e Rossella Zucchelli (Azienda Ospedaliero-Universitaria).