Il progetto nasce dalla constatazione dell’urgenza di contrastare la normalizzazione della violenza, dei conflitti e delle disuguaglianze strutturali nella società contemporanea. In un’epoca segnata dal ritorno del consenso verso l’uso della forza e dalla frammentazione sociale, propone un approccio innovativo basato sulla narrazione autobiografica come strumento di trasformazione sociale e costruzione di spazi pubblici plurali.
L’ipotesi di partenza è che per costruire concretamente “spazi di pace” sia necessario sviluppare la capacità di dare profondità alle storie altrui, inserendo le esperienze individuali dentro una trama collettiva. La competenza autobiografica diventa così strumento privilegiato per disattivare i dispositivi di risentimento che alimentano distanze e disuguaglianze.
Il progetto si avvale dell’esperienza del tavolo di Ateneo ParTeR (Participatory Teaching and Research), che coordina la ricerca partecipativa e la citizen science all’Università di Parma. Intende sistematizzare e potenziare quattro dispositivi sperimentati, trasformandoli in laboratori permanenti di produzione di testimonianze autobiografiche.
Attività previste
a) Clinica sociologico-giuridica “Discriminazioni, diritti, movimenti”
· Attività: 3 laboratori residenziali di 2 giorni con contesti dell’accoglienza (CIAC Parma, Mediterranea Saving Humans Napoli).
· Target: studenti magistrali di varie discipline (scienze politiche, psicologia, lettere, servizi sociali, giurisprudenza), studenti delle scuole superiori, richiedenti asilo, operatori dell’accoglienza.
· Obiettivo: raccogliere autobiografie della “disobbedienza al confine” e sviluppare laboratori di futuro sulla mobility justice.
b) Osservatorio paritetico “Contro la normalizzazione della guerra”
· Attività: un laboratorio residenziale di 2 giorni con artisti palestinesi e associazioni israelo-palestinesi che disobbediscono alla guerra; un workshop-festival di 2 giorni sulla disobbedienza alla guerra.
· Target: associazioni studentesche, comunità palestinesi locali, associazioni per la pace e cittadinanza.
· Obiettivo: produrre autobiografie di “nemici che si rifiutano di essere nemici” e creare spazi artistici per il disarmo.
c) Laboratori “Sguardi Incrociati”
· Attività: consolidamento della collaborazione con il Centro Interculturale e istituzione di uno spazio mensile di narrazione autobiografica reciproca tra donne (7 incontri da novembre a maggio, 3 ore ciascuno).
· Target: studentesse universitarie e delle scuole superiori di seconda generazione, cittadine e volontarie, operatrici e volontarie locali.
· Obiettivo: raccogliere autobiografie di resistenza al patriarcato e creare un lessico della resistenza femminile.
d) Laboratori “CerchioScritti”
· Attività: 10 incontri di 3 ore in carcere, dedicati alla narrazione autobiografica.
· Target: studenti universitari, studenti delle scuole superiori, persone detenute.
· Obiettivo: raccogliere autobiografie della “resistenza al primeggiare” e sviluppare un lessico della non competizione.
Articolazione temporale
· Primo anno: implementazione dei laboratori di narrazione autobiografica, favorendo l’incontro fra gruppi che normalmente non dialogano. Obiettivo: perfezionare il metodo e creare collaborazione fra strutture di Ateneo già attive ma non coordinate (PUP, Clinica socio-legale, CUG, Osservatorio Paritetico per la Pace).
· Secondo anno: creazione di un archivio collettivo digitale con software Uwazi (server di Ateneo, GDPR-compliant), per rendere consultabili le storie raccolte attraverso parole chiave e percorsi espositivi digitali. L’archivio sarà co-gestito con studenti e aperto a contributi cittadini.
In parallelo saranno prodotti:
· 6 puntate podcast con Radio Revolution (radio studentesca) e Radio Liberi Dentro.
· 3 numeri della rivista “CerchioScritti”, curata da studenti detenuti e non detenuti di UniParma.