Parma, 6 ottobre 2025 - L’Università di Parma si conferma protagonista della ricerca italiana e internazionale nella lotta contro i virus emergenti. È quanto è emerso dal progetto PANVIRIDE, coordinato dal docente del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco Marco Radi, che ha guidato un consorzio composto da sei Atenei italiani (Parma capofila, Catanzaro, Perugia, Pisa, Sassari, Salerno) insieme alla biotech italo-americana ViroStatics Srl.
Finanziato con 2 milioni di euro nell’ambito del PNRR – Missione 4, Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa”, il progetto ha sviluppato centinaia di nuove molecole con attività antivirale, di cui quattro candidati preclinici ad ampio spettro, e ha messo a punto strategie terapeutiche innovative contro virus emergenti e riemergenti.
L’evento conclusivo di PANVIRIDE, organizzato nei giorni scorsi a Catanzaro in collaborazione con il docente dell’Università Magna Græcia Stefano Alcaro, ha rappresentato un vero e proprio momento di sintesi e rilancio per la comunità scientifica coinvolta. Dal 29 settembre al 1° ottobre si sono infatti susseguiti tre appuntamenti di rilievo internazionale.
Il 29 e 30 settembre si sono svolti all’Hotel Marechiaro di Gizzeria Lido il meeting scientifico finale del progetto e la prima edizione della Panviride Drug Discovery Conference, ideata per riunire periodicamente i massimi esperti e le massime esperte nel campo della Chimica Farmaceutica antivirale. Agli eventi hanno partecipato oltre 100 ricercatori e ricercatrici e numerosi esperti ed esperte internazionali provenienti da Cina, Repubblica Ceca, Singapore, Belgio, Svizzera e da importanti centri di ricerca italiani. Il 1° ottobre i lavori si sono conclusi all’Auditorium dell’Università Magna Græcia, dove si è svolta l’iniziativa di divulgazione No More Fake News, dedicata alla corretta informazione scientifica e alla lotta alla disinformazione in ambito sanitario. L’appuntamento ha coinvolto oltre 400 studentesse e studenti e le principali società scientifiche nazionali.
«PANVIRIDE nasce dall’esigenza di colmare un vuoto nella disponibilità di antivirali ad ampio spettro», ha dichiarato il prof. Radi. «I risultati ottenuti dimostrano la capacità della ricerca universitaria italiana di generare innovazione concreta e di contribuire alla preparazione contro future emergenze sanitarie».
Il progetto ha avuto anche una forte componente formativa, con il reclutamento di 17 giovani ricercatori e ricercatrici, più della metà donne. «Questi giovani scienziati e scienziate rappresentano una risorsa preziosa per il futuro del nostro Paese», ha sottolineato Marco Radi.
Con PANVIRIDE l’Università di Parma conferma il proprio ruolo di riferimento nella ricerca biomedica italiana, contribuendo in modo significativo allo sviluppo di nuove soluzioni contro le pandemie e promuovendo al tempo stesso innovazione, formazione e cultura scientifica.