Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Decollano gli LPS, Laboratori di Partecipazione Sociale, un progetto partito due anni fa come sperimentale ed entrato quest’anno a pieno titolo nella proposta didatticadell’Ateneo di Parma. L’esperienza è innovativa, quasi unica in tutta Italia. Si tratta di un corso di studi, e qui sta la novità, dove le sedi del volontariato diventano luoghi di apprendimento al pari delle aule universitarie e le ore spese dentro le associazioni si alternano ai momenti di formazione teorica.

I Laboratori di Partecipazione Sociale nascono da una collaborazione di Forum Solidarietà con l’Università di Parma: insieme li hanno studiati, formalizzati, proposti a studenti e associazioni. Anche Fondazione Cariparma ci ha creduto e ha scelto di sostenerli.

Tutti gli studenti possono cogliere questa opportunità: aspiranti educatori, biologi, neuro scienziati, assistenti sociali… Perché ci sono molti modi di essere bravi professionisti e il presupposto del progetto LPS è che conoscere il mondo attraverso il volontariato possa offrire a chi esercita una professione una marcia in più, una traccia impressa nella propria storia personale oltre che nel curriculum.

Aula gremita sin dalla prima lezione, con centoventi studenti pronti a partire. E più di cento sono le associazioni pronte ad accoglierli per aiutarli a fare esperienza della realtà. Quanto può giovare, ad esempio, a uno studente di economia scoprire i meccanismi che rendono sostenibile il market solidale di Emporio? O a un futuro avvocato affiancare le volontarie del Centro antiviolenza? A chi aspira a essere un assistente sociale vivere dall’interno una comunità d’accoglienza? A chi si appresta a diventare medico entrare in reparto con il naso rosso dei VIP, i clown che tirano su il morale ai pazienti? 

L’ottica non è esattamente quella di fare volontariato: il significato di questo progetto va cercato nelle tre parole che ne compongono il nome.

Laboratorio, anzitutto. Non c’è un protocollo valido per tutti, ogni percorso è un abito cucito su misura, sulle caratteristiche personali e sul piano di studi. Unico requisito è che, all’interno dell’associazione scelta, lo studente svolga un’esperienza che integri il suo percorso formativo in modo coerente.

Partecipazione.Partecipare è un gesto di cittadinanza; anche il lavoro può e deve esserlo. E’ questa la scintilla che si vuole accendere, per far capire che al di là del sapere tecnico e delle competenze trasversali, c’è un modo più consapevole, più dentro alle questioni della società, di svolgere la propria professione.

Ed eccoci alla terza parola: Sociale. La finestra sul sociale, universo sempre più ricco e complesso, la offrono le associazioni di volontariato, che tutti i giorni rispondono in modo concreto ai bisogni della comunità, un puzzle di 500 realtà, fra Parma e la sua provincia.

Ma cosa spinge gli studenti ad aderire alla proposta? La prima cosa che si portano a casa sono i crediti formativi, fino a sei in base al numero delle ore spese. Non è però questa la molla principale. Dai colloqui di orientamento, che si stanno concludendo in questi giorni, emerge chiaramente che, se qualcuno dei ragazzi bazzicava già in qualche associazione, sono moltissimi i nuovi al volontariato che aspettavano solo un buon pretesto per avvicinarsi al mondo della solidarietà. In questo caso il progetto ha semplicemente offerto loro l’occasione per farlo. Per altri invece, come ad esempio gli studenti fuori sede, il Laboratorio è un’opportunità per conoscere meglio Parma e guardarla da un altro punto di vista.

L’esperienza è appena partita ma già se ne intuiscono i frutti. Gli LPS sono una buona pratica che non può restare chiusa nei confini della nostra città ma va esportata perché possa contaminare altri atenei, altre associazioni, altri professionisti di domani.

Ufficio Stampa Forum Solidarietà Centro Servizi per il volontariato in Parma
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