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Parma, 27 aprile 2018 – Mercoledì 2 maggio, alle ore 18, al Teatro al Parco, si terrà la presentazione del libro Quanto dista il teatro? Un’indagine sociopoetica tra spettatori e non spettatori a Parma (Edizioni Titivillus Mostre Editoria, 2018), promossa da Teatro delle Briciole e Università di Parma.                                         

Interverranno Flavia Armenzoni e Roberta Gandolfi, ideatrici della ricerca e del volume, Antonio Mascolo, giornalista, Luigi Allegri, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università di Parma e Direttore del CAPAS – Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo, Marco Deriu e Vincenza Pellegrino, docenti di Sociologia dell’Ateneo.

Ai cittadini che hanno partecipato all’indagine raccontata nel libro, in occasione dell'incontro verrà donata una copia del volume.

"Quanto dista il teatro? Un’indagine socio poetica tra spettatori e non spettatori a Parma”, appena uscito per le edizioni Titivillus, racconta gli esiti di una ricerca svolta fra gli abitanti della nostra città, per capire come oggi si pensa e ci si immagina il teatro, con particolare attenzione a chi a teatro non va e se ne tiene distante.

Studi e ricerche vengono più frequentemente orientate a tracciare il profilo dei pubblici della cultura, mentre più raro è il tentativo di farsi un’idea su chi rimane fuori dall’esperienza culturale. Questa indagine, proprio perché si vuole rivolta a un interlocutore poco o nulla studiato, ha richiesto un approccio particolare: informale, creativo, volto a un ascolto diretto, informato a metodi non consueti e a diverse tecniche ludico-relazionali. Così è nata l’idea di concepire un’indagine sociopoetica.

Il libro ha natura polifonica: racconta la ricerca compiuta, registra e restituisce come un sismografo le voci raccolte e ne propone alcune letture; poi le mette a confronto con il “demone del pubblico” che abita chi il teatro lo fa, lo produce, lo cura e lo promuove (artisti, operatori, studiosi). Il volume vuole contribuire a ripensare la fruizione e la partecipazione culturale delle nostre città; si rivolge alla comunità tutta, quella cittadina e quella nazionale, nella convenzione che ognuno di noi, spettatori e non spettatori, ci si possa riconoscere gli uni negli altri.

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