Parma, 7 ottobre 2021 – Prime lauree per il corso di laurea magistrale in Produzioni Animali Innovative e Sostenibili (PAIS) dell’Università di Parma. Nei giorni scorsi il Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie ha ospitato la prima sessione di laurea del corso, attivato nell’anno accademico 2019-20; la sessione è stata presieduta dallo stesso Presidente del corso, Massimo Malacarne, docente di Zootecnica.Le candidate Vittoria Asti, Rebecca Ciccotti e Alice Trulli si sono laureate brillantemente.Il corso PAIS è parte del progetto “Food Project” dell’Ateneo. Il progetto formativo, frutto di un’intensa collaborazione con gli stakeholder territoriali, ha nella sostenibilità il centro gravitazionale dell’intero percorso di studi, e si integra perfettamente con i contenuti propri dell’Agenda ONU 2030. Nello specifico, il corso PAIS si occupa della sostenibilità e dell’innovazione tecnica e tecnologica lungo le principali filiere degli alimenti di origine animale (lattiero caseario e carne), dalla fase zootecnica a quella di trasformazione e commercializzazione. Le tematiche affrontate spaziano dall’uso efficiente delle risorse (acqua, suolo, fonti energetiche non rinnovabili) alla riduzione dell’impatto ambientale, dal miglioramento del benessere animale alla riduzione dell’uso dei farmaci in allevamento.Secondo tutti i modelli previsionali, il comparto zootecnico è chiamato a un ruolo fondamentale che lo vede impegnato in prima linea sulla base di tre semplici dati: un incremento della popolazione mondiale che raggiungerà, ipoteticamente, nel 2050, i 9,7 miliardi di persone; un’aumentata richiesta di latte e derivati, 8% pro capite nel 2030; un incremento del 10% del consumo globale di carne. Tutto questo rientra, a pieno titolo, in quella transizione ecologica planetaria che rappresenta la più grande sfida che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. Transizione significa nuovi lavori e nuove competenze ma soprattutto investimento nel capitale umano. I cittadini e le nuove generazioni lavoreranno in un’economia sempre più circolare, e occorrono nuovi profili culturali che modifichino i propri paradigmi anche attraverso una nuova idea di salute filtrata dall’approccio olistico della One Health.