Parma, 31 ottobre 2012 - Sabato 10 novembre, alle ore 17, presso il Salone delle Scuderie del Palazzo della Pilotta (piazzale Bodoni 1 - Parma), sarà inaugurata la mostra, organizzata dal CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, che espone le opere di Medhat Shafik e Luiso Sturla, due artisti i cui archivi sono conservati al CSAC. MEDHAT SHAFIK La sezione della mostra dedicata alle opere di Medhat Shafik comprende venticinque dipinti e centosei carte, dagli anni ‘80 al 2011, che sono un’importante acquisizione delle collezioni del CSAC dell’Università di Parma. Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l’insieme delle opere, è introdotto da un ampio saggio di Gloria Bianchino, che ripercorre la ricerca dell’artista dalle origini ad oggi. Egiziano, a vent’anni giunge a Milano, studia e si diploma all’Accademia di Brera, e vive facendo il traduttore e l’interprete. Oggi è una delle figure artistiche più indiscusse del panorama pittorico nazionale e internazionale. Al centro del dibattito critico, l’interpretazione della sua ricerca: artista d’occidente o artista legato a una civiltà vagamente mediterranea? Shafik è un grande narratore e le sue origini, le terre d’Egitto, il Nilo, la memoria degli spazi dei suk piuttosto che delle dune, i colori e il cotone, i vasi e i frammenti di scritture che affiorano un poco ovunque nei suoi dipinti, tutto è parte della memoria infantile e della giovinezza dell’artista e diventa, nel suo racconto, il sogno dell’unione delle diverse culture sulle rive del Mediterraneo. La sua arte nasce in occidente, nasce da scelte e passioni precise. Le sue attenzioni per il Der Blaue Reiter, le attenzioni per Gabriele Mùnter piuttosto che per gli Espressionisti sono evidenti in molti dipinti degli anni ‘80, e ancora sono chiare quelle per Marc e per Macke. Lo provano pezzi significativi come Toro o Cavallo in fuga del 1984. Quelle per Kafka e la letteratura mitteleuropea, come in A tavola con Kafka (1991) o in Luoghi di scavi (1991 e 1994) e in molte altre opere. La ricerca ulteriore dell’artista si fa più complessa e sono chiare le attenzioni all’Abstract Expressionism e quindi all’Action Painting americana, poi per le scritture pittoriche della più recente ricerca espressiva in Germania e in Italia. Alcuni suoi pezzi in mostra, come Le porte di Samarcanda, un trittico del 2006, sono imponenti e costruiscono un’opera densa di memorie. In mostra sono esposte anche delle opere scavate nel legno oppure impresse su spesse carte bagnate, forme in negativo o a rilievo di alfabeti perduti, alfabeti mitici che nascono in occidente ma che citano geroglifici e ideogrammi, la grafia islamica e l’alfabeto greco. Shafik sa anche creare spazi vibranti sul foglio (sono qui esposti oltre cento suoi disegni), con una grafia mossa e sottile, che esce da Giacometti piuttosto che dall’illustrazione francese dell’Ottocento, ma anche dalla ricerca più alta dell’Informale. LUISO STURLA La sezione espositiva dedicata a Luiso Sturla propone un importante gruppo di opere, 42 dipinti e 68 disegni. Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l’insieme delle stesse, è introdotto da un saggio di Ivo Iori; le schede delle opere sono di Marina Travagliati. Luiso Sturla ha 82 anni ed è una delle poche figure protagoniste della scena pittorica che ancora tiene viva la grande civiltà della pittura informale, di quella pittura che Arcangeli definiva degli “ultimi naturalisti” e che Roberto Tassi evocava come un momento determinante della nostra ricerca artistica. Sturla ha alle spalle una lunga storia che vede il pittore legarsi al Movimento Arte Concreta, per poi avviarsi verso una nuova ricerca maturata anche in un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1960/62) dove, grazie all’Action Painting, scopre una dimensione differente del discorso pittorico, una grande libertà compositiva. Il ritorno in Italia gli propone esperienze diverse, quelle di Renato Birolli e delle sue immagini delle Cinque Terre, il fascino del ciclo degli Incendi, ma anche la novità dei pastelli a cera su un medesimo tema di Ennio Morlotti che diventerà, dopo le tensioni dei paesaggi lombardi, ricerca sulle rocce, il cielo e il mare della Liguria. La ricerca di Sturla è comunque diversa, egli lascia lentamente ai margini la rappresentazione del vero per una ricerca che sublima le forme, che le rende trasparenti, incerte, vibranti. In mostra oltre ai dipinti si propongono anche importanti disegni, alcuni rarissimi, riportati in Italia dopo il soggiorno negli Stati Uniti, mentre i dipinti di quel periodo sono tutti rimasti negli USA. Nei disegni si legge a volte la prima fase della ricerca di Sturla, che muove sempre da un dialogo col naturale e che nei dipinti in genere si fa diversa, diventa stratificarsi di forme, sovrapporsi di memorie. Dunque una mostra importante, da leggere nel quadro della nuova pittura europea contemporanea. NOTE TECNICHE LUOGO: Parma, Salone delle Scuderie, Palazzo della Pilotta, Piazzale Bodoni 1 DATE: dal 10 novembre al 9 dicembre 2012 ORARI: dalle 10 alle 19 – chiuso il lunedì Per informazioni: CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma (tel. 0521/033652 - 0521/235825, csac@unipr.it)