Parma, 14 novembre 2022 - Nell’ambito della ricerca interdisciplinare Po fiume d’Europa_Parma capitale italiana delle acque. Mito | Identità | Futuro, promossa nel 2019 dall’Università di Parma insieme ai quattro Enti di governo del fiume Po e del suo bacino idrografico che hanno sede a Parma –l’Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPo), l’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po (ADBPo), l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (ARPAE) –, vengono presentate alla comunità scientifica e alla cittadinanza due occasioni di approfondimento sui temi della valorizzazione dell’ambiente fluviale e del patrimonio umano, istituzionale e cartografico storico connesso alla gestione del Grande fiume dall’età moderna a oggi.
Si tratta di un convegno di studi, in programma all’Università di Parma venerdì 18 e sabato 19 novembre 2022, e di un’esposizione, che sarà allestita negli spazi del Palazzo delle Acque di via Garibaldi a inizio 2023.
Il convegno Po fiume d’Europa. Parma capitale italiana delle acque. Mito - Identità - Futuro si terrà venerdì 18 nel Plesso di borgo Carissimi dell’Università di Parma (Aula Magna “A. Scivoletto”, orario 9.30-13 e 15-18) e sabato 19 nel Polo didattico del Plesso D’Azeglio-Kennedy (Aula K12, orario 9.30-13)
La mostra Le forze delle acque. Governare il Grande fiume: mito, identità, strumenti è invece in programma al Palazzo delle Acque dal 20 gennaio al 21 marzo 2023.
Finalità e contenuti del convegno e alcune anticipazioni sulla mostra sono stati presentati in conferenza stampa nella sede di AIPo. Sono intervenuti il Direttore di AIPo Meuccio Berselli, il Segretario generale dell’Autorità di Bacino del fiume Po Alessandro Bratti, il Prorettore Vicario dell’Università di Parma Paolo Martelli, Giuseppe Ricciardi di ARPAE, i docenti dell’Università di Parma Carlo Mambriani e Dario Costi (Comitato scientifico del convegno e della mostra), alla presenza di dirigenti e funzionari dei vari Enti promotori.
Gli interventi
Meuccio Berselli
“Il convegno e la mostra rivestono grande importanza perché mettono in evidenza la storia e le competenze degli Enti che operano in questo ‘ Palazzo delle Acque’, facendo di Parma un unicum nel panorama nazionale. Enti che incrementano costantemente il loro know how sulle tematiche legate all’acqua e lo condividono in modo costruttivo per rendere i nostri territori sempre più resilienti, sostenibili e attrattivi”.
Alessandro Bratti
“Convegno e mostra testimoniano la sinergia tra gli Enti che hanno qui sede e i rapporti sempre più stretti con l’Università. Dai primi uffici idrografici si è arrivati a strutture dotate di sempre maggiori competenze tecnico-scientifiche sui temi del monitoraggio, della qualità delle acque e della difesa idraulica. Da alcuni anni, poi, si sta lavorando anche sulla valorizzazione dei territori fluviali, in una visione d’insieme, dall’Area MAB Unesco ai contratti di fiume. L’acqua è un tema centrale, come abbiamo constatato anche negli scorsi mesi di siccità”.
Giuseppe Ricciardi
“Il convegno e la mostra offrono l’occasione per un approfondimento sulla storia delle istituzioni che nel corso dei secoli hanno gestito il monitoraggio idrografico, con un’attenzione particolare agli strumenti utilizzati, alla loro evoluzione tecnica e alle modalità di raccolta ed elaborazione dei dati. Anche le trasformazioni sul piano organizzativo raccontano di come si è cercato di dare risposte sempre più adeguate ai fenomeni alluvionali, così come ai periodi di magra e siccità”.
Paolo Martelli
“Credo che non sia eccessivo dire che il Po rappresenta davvero tutto un mondo, in un’incredibile pluralità e densità di significati. È un punto di riferimento indiscutibile per il nostro territorio, da molti punti di vista, è fortemente caratterizzante nella sua identità e nella sua storia e lo sarà nella sua stessa proiezione di futuro. Il progetto di ricerca che lo ha per protagonista, che spazia dalla letteratura agli approfondimenti sul paesaggio, dall’ingegneria idraulica alla cartografia, dagli studi sull’ambiente all’economia, ci consegnerà, ci auguriamo, una riflessione ad ampio spettro tra passato e futuro: un futuro nel quale il Po sarà ancora necessariamente cruciale, in un’ottica di sviluppo sostenibile. L’Università di Parma è ben felice di ospitare il convegno nelle proprie sedi e di essere promotrice di questo progetto insieme agli Enti di governo del fiume, in un’interazione vera con ciò che la circonda e con l’ambizione di dare un contributo fattivo di comprensione e di costruzione”.
Carlo Mambriani
“Parma è ‘capitale italiana delle acque’ e l’iniziativa che abbiamo intrapreso vuole fare emergere questo dato, di cui non tutti sono consapevoli. Il convegno ci aiuterà a capire come conoscendo il passato si possano fare scelte migliori nel presente e nel futuro in ottica di sostenibilità. Il convegno darà importanti spunti anche per l’organizzazione della mostra, che abbiamo tutti voluto fortemente allestire all’interno del palazzo di strada Garibaldi 75, in orari di lavoro, nonostante le difficoltà che ciò poteva comportare. La sfida, per la quale è stata indispensabile la collaborazione dei vertici e degli staff di tutti gli Enti coinvolti, non è stata solo quella di realizzare la mostra, ma anche di far riscoprire la sede di strada Garibaldi, la sua storia, le sue ricchezze cartografiche e vedere all’opera chi concretamente ci lavora”.
Dario Costi
“Oltre a farci conoscere meglio il passato e il presente, le iniziative che abbiamo messo in campo guardano al futuro, in cui è fondamentale l’utilizzo delle sempre nuove tecnologie disponibili. Il Po è una straordinaria opportunità di studio e di azione in una visione del territorio che consideri l’acqua una risorsa e non solo un problema, attorno alla quale costruire progetti di riqualificazione e rigenerazione delle città e dei paesi. Tutto questo si inserisce efficacemente nel lavoro portato avanti dal laboratorio di ricerca, che vede l’università di Parma protagonista, sulla “smart city” che ormai è già diventato, a scala più larga, “smart region”.