Giovedì 11 e venerdì 12 febbraio, a partire dalle ore 9, presso l'Aula Magna del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università 12), si terrà il convegno "Perché la Religione?", realizzato dal Dipartimento di Filosofia dell'Ateneo. L'incontro si svilupperà, dopo i saluti di benvenuto da parte del Rettore Gino Ferretti, del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Roberto Greci e del Direttore del Dipartimento di Filosofia Beatrice Centi, con un intervento del Senatore Marcello Pera. Contrariamente a una previsione troppo generalizzata, che le considerava oggetti arcaici, incapaci di resistere alle sfide del postmoderno e della globalizzazione, la religione e le religioni sono ritornate ad essere un oggetto di attenzione e di dibattito, «un luogo di passaggio obbligato» che, oggi più che mai, è importante conoscere, rendere intelligibile, se vogliamo comprendere la nostra storia e il nostro rapporto con il mondo, e soprattutto i problemi e «le sfide» più impegnative delle nostre società contemporanee. Con questo obiettivo l'Università di Parma ha organizzato questo convegno sul «perché» o «i perché» che possono fungere da possibile spiegazione della presenza, della funzione e del senso della religione oggi, ponendo a confronto le «ragioni» del credere e quelle del «non credere». Il meeting è mirato dunque a delineare l'immagine complessa della condizione religiosa attuale. Movendo dalla constatazione dell'imponenza e varietà del fenomeno religioso, che ne rende quanto mai complessa e difficile sia la definizione sia la governabilità, se ne esamineranno le implicazioni sul piano teorico (quale teologia o quali teologie e quale metodo teologico è possibile quando si fronteggiano idee diverse del divino; è possibile una risposta a questo interrogativo che non si risolva nella mera asserzione di diverse prospettive o, in alternativa, in una rinuncia, difficilmente immaginabile, alle identità specifiche?). Analogo problema si pone alla filosofia della religione. Il riproporsi della denunzia del carattere regionale e non universale della nozione di religione e del carattere del tutto ingannevole ed alienante della realtà della religione impone alla filosofia della religione la ricerca di nuove risposte ai problemi fondamentali del che cos'è e del perché la religione. Una soluzione indiretta può essere prospettata, sulla base di considerazioni di ordine diverso ma che debbono essere ben argomentate, dal cosiddetto ateismo militante, che vede nella religione una dannosa impostura da eliminare. In parallelo, è utile mettere in luce il valore delle argomentazioni che possono essere sviluppate, in relazione alle conoscenze e alle metodiche del pensiero scientifico, circa il rapporto scienza/religione (di negazione, di sostegno, di irrilevanza, e così via). In alternativa a questa soluzione drastica, si pone il problema di un perdurare della religione in forme anche profondamente diverse da quelle tradizionali, sgravandola per quanto possibile dalla dimensione dogmatica e riconoscendola in ogni caso funzionale alla dimensione culturale, sociale e politica. La religione sembra essere un fattore determinante per l'identità delle individualità personali e sociali, per la formazione del senso etico e per il fervore della vita. La tendenziale risoluzione della religione nell'etica porta così in piena luce la questione del rapporto etica/religione e della possibilità di un'etica senza riferimenti religiosi. La trattazione delle diverse tematiche qui rapidamente ricordate è affidata a specialisti delle diverse discipline che si alterneranno nei vari interventi previsti nell'ambito di quest'incontro. La giornata di giovedì 11 sarà visibile in diretta dal sito web dell'Ateneo.