Descrizione e scopo
I neuroni specchio (MNs), scoperti nella corteccia premotoria dei macachi e in altre regioni cerebrali, si attivano sia durante l’esecuzione che durante l’osservazione di un’azione. Nonostante le numerose evidenze, i meccanismi alla base di questa 'risonanza motoria' rimangono poco chiari. Chiarire questo aspetto è fondamentale per le applicazioni traslazionali nella neuroriabilitazione. ResonAct verifica l’ipotesi che i MNs preparino principalmente azioni comportamentali in contesti sociali, con la loro attività modulata dal contesto osservativo.
Finalità
ResonAct esplora se i MNs preparino principalmente le azioni studiando il loro ruolo nelle interazioni libere tra scimmie e tra esseri umani. Nel WP1, esaminiamo come i MNs facilitino socialmente i comportamenti alimentari e se siano coinvolti in modo causale. Nel WP2, indaghiamo come la risonanza motoria e il controllo volontario coesistano negli esseri umani nella vita quotidiana. L'ipotesi di preselezione dell'azione (APH) suggerisce che solo le azioni preparate vengano facilitate, mentre le altre siano inibite.
Risultati attesi
ResonAct non si limiterà a perseguire il progresso scientifico nella comprensione del funzionamento dei meccanismi specchio nei primati, ma fornirà anche la prima dimostrazione del ruolo causale dei MNs nelle scimmie; inoltre, concentrandosi sullo studio della risonanza motoria in contesti ecologici, ResonAct tiene conto di importanti variabili pragmatiche, come lo stato del sistema motorio durante l'osservazione dell'azione, a differenza della maggior parte delle ricerche precedenti.
Risultati raggiunti
ResonAct ha prodotto risultati preliminari che hanno migliorato la nostra capacità di studiare il comportamento spontaneo nelle scimmie in libero movimento, come dimostrato in una recente pubblicazione su Science e in abstract presentati a conferenze internazionali. La registrazione dell'attività neurale in tali contesti richiede il controllo di variabili ambientali, comportamentali e tecniche. Negli esseri umani, abbiamo classificato con successo le azioni non manifeste tramite potenziali motori evocati, offrendo nuove prospettive sulle basi neurali della rappresentazione dell'azione e della cognizione sociale.