Descrizione e scopo
In Italia la spesa per le politiche attive del lavoro è inferiore alla media europea; la crisi Covid-19 ha reso urgente innovare per affrontare disallineamenti e nuove vulnerabilità (donne, migranti, NEET). L’iniziativa esplora come investimenti sociali e innovazioni finanziarie possano sostenere un welfare attivo, rafforzando la comprensione degli strumenti di impact investing sotto il profilo economico e giuridico.
Finalità
Il progetto intende analizzare gli investimenti a impatto sociale in Italia da una prospettiva economica e giuridica, valutandone l’uso per finanziare politiche attive del lavoro. Mira a individuare determinanti e ostacoli agli SRI, il ruolo delle istituzioni pubbliche e delle parti sociali, i modelli giuridici e contrattuali applicabili e le relative criticità. L’obiettivo è fornire linee guida e favorire la diffusione di strumenti di finanza sociale per rafforzare welfare e occupazione.
Risultati attesi
Il progetto prevede: analisi del mercato degli investimenti a impatto sociale e del contesto giuridico; stima della domanda potenziale e modelli di pricing; contributo al dibattito scientifico e politico, individuando ostacoli legali e riforme necessarie; definizione di buone e cattive pratiche; elaborazione di linee guida per attori pubblici e privati; studio di fattibilità per strumenti a impatto positivo sul mercato del lavoro.
Risultati raggiunti
L’unità ha analizzato il ruolo di amministrazioni e sindacati nella finanza sociale, con attenzione ai SIBs. Lo studio comparato ha permesso di delineare un quadro generale in cui emerge la centralità delle istituzioni pubbliche e la marginalità del sindacato, che potrebbe rafforzare governance e impatto sociale. Tali risultati sono stati confermati dal caso portoghese, utilizzato come studio di caso più specifico, per via dell’ecosistema avanzato di investimento sociale ivi realizzato.