Descrizione e scopo
Il progetto affronta il phubbing genitoriale, l’atto di ignorare il proprio figlio concentrandosi sullo smartphone. La letteratura sottolinea come il phubbing contribuisca all’emergere di comportamenti problematici nei bambini. Secondo alcuni studi è infatti associato a ritiro sociale, aggressività, bassa autostima e depressione. Tuttavia, mentre gran parte della letteratura si concentra sugli adolescenti, sono ancora pochi gli studi che indagano il phubbing genitoriale in età prescolare.
Finalità
La ricerca si propone di misurare la relazione tra comportamenti genitoriali disfunzionali e il rischio di phubbing nei genitori di bambini in età prescolare (3–6 anni), e di ridurre l’uso eccessivo dello smartphone da parte dei genitori e il rischio di conseguenti comportamenti problematici nei figli attraverso un intervento specifico basato sulla sensibilizzazione ai rischi del phubbing. La ricerca adotta inoltre un approccio orientato al genere per evidenziare eventuali differenze.
Risultati attesi
La ricerca ipotizza che stress elevato, strategie di coping inefficaci e comportamenti genitoriali disfunzionali favoriscano l’uso eccessivo dello smartphone, aumentando il rischio di phubbing. Si prevede che un percorso di sensibilizzazione basato sulla mindfulness e il contatto con il momento presente, riduca il phubbing nei genitori, migliori la consapevolezza e favorisca nei bambini strategie di coping più efficaci.
Risultati raggiunti
I primi dati evidenziano differenze significative tra il GS e GC: nei risultati del SDQ nella sottoscala del comportamento prosociale dei bambini e nei punteggi del MMPUS nella sottoscala del craving, del conflitto e nel punteggio totale. Il GS ha ottenuto punteggi significativamente più alti di mindfulness rispetto al GC. Infine, nei risultati del GSP è stata riscontrata una differenza significativa tra il GC e il GS nella sottoscala del conflitto e nel punteggio totale.