Parma, 25 giugno 2025 – Il 2, 3 e 4 luglio si svolgerà il simposio della rassegna Latitudini: un’occasione di confronto dove 18 architette/i e docenti provenienti da Italia, Spagna e Portogallo dialogheranno su quattro concetti proposti, città, storia e costruzione, lo spazio delle comunità e delle relazioni, tema e luogo e luce del sud Europa, confrontandosi attraverso i propri progetti e le proprie architetture.
Le giornate del simposio rappresentano il momento conclusivo della rassegna Latitudini, un’azione di confronto biennale realizzata sotto la responsabilità scientifica di Dario Costi, docente di Composizione Architettonica e Urbana al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, nell’ambito delle iniziative collegate al progetto di alta formazione The city school. Abitare la città delle persone 4.0, realizzato grazie ai fondi europei della Regione Emilia-Romagna.
Il programma della tre giorni prevede la presenza di architette/i e docenti di grande rilevanza nel dibattito culturale di Italia, Spagna e Portogallo: figure di riferimento nel campo della rigenerazione urbana per le opere realizzate e per il ruolo accademico che ricoprono nelle rispettive scuole di architettura.
All’interno del simposio sono state/i inoltre invitate/i tre architette/i rappresentative/i del proprio contesto nazionale per analizzare, elaborare e leggere in maniera critica i caratteri dell’architettura degli ultimi trent’anni definendo un palinsesto di eredità utili per il presente.
Si partirà mercoledì 2 luglio, dalle 14, al Centro Sant’Elisabetta del Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma, con Gabriele Lelli (Università di Ferrara), Marta Peris (Escola Tècnica Superior d’Arquitectura de Barcelona), Nuno Brandão Costa (Universidade do Porto), Francesco Cacciatore (Università Iuav di Venezia), Alberto Peñin (Escola Tècnica Superior d’Arquitectura de Barcelona), João Pedro Serôdio (Universidade do Porto e Universidade Lusófona do Porto), Antonio Pizza (Escola Tècnica Superior d’Arquitectura de Barcelona) e José Antonio Bandeirinha (Universidade de Coimbra).
Proseguiranno il giorno successivo, giovedì 3 luglio, dalle 9, sempre al Centro Sant’Elisabetta del Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma, Andrea Sciascia (Università di Palermo), Carmen Moreno (Escuela Tècnica Superior d’Arquitectura de Granada), Sofia Aleixo (Universidade de Évora), Antonio Esposito (Alma Mater Studiorum Università di Bologna), Carlos Quintans (Escuela de Arquitectura de A Coruña), João Mendes Ribeiro (Universidade de Coimbra), Silvia Berselli (Università di Parma), María Fernández (Universidad Politécnica de Madrid), Juan García Millán (Universidad Antonio de Nebrija de Madrid), Fabio Capanni (Università degli Studi di Firenze), Fabrizio Barozzi (Universitat de Girona; Visiting Professor in IUAV, MIT e CUI), José Fernando Gonçalves (Universidade de Coimbra), Dario Costi (Università di Parma), Luis Martínez Santa-María (Escuela Tècnica Superior d’Arquitectura de Madrid), Graça Correia (Universidade do Porto e Universidade Lusófona do Porto), Giovanni Leoni (Alma Mater Studiorum Università di Bologna) e Antonino Saggio (Università Sapienza di Roma).
I lavori si concluderanno venerdì 4 luglio, all’interno della Chiesa di Sant’Agostino a Piacenza, con, alle 9.30, una visita guidata alla mostra La materia della luce. Piccoli oggetti per abitare il mondo, cui seguiranno la tavola rotonda e infine la lectio conclusiva dal titolo Scritture di luce, luoghi di memoria di Alessandra Chemollo (fotografa di architettura) e Antonello Marotta (Università di Sassari).
Gli incontri saranno aperti a tutte le persone interessate.
Per maggiori info: andrea.fanfoni@unipr.it
La rassegna Latitudini rappresenta un punto di partenza per una rete che vuole costituirsi come sistema di dialogo attivo e permanente nel tempo che affronti i temi dell’architettura della città in maniera collaborativa e continuativa. La tesi della rassegna e della ricerca collegata è orientata a confermare l’esistenza di caratteri comuni e analogie progettuali tra i tre contesti nazionali grazie a un dibattito costante oltre i confini ma anche come risultato della presenza di componenti ambientali assimilabili a latitudini condivise.