Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

È stata un affascinante viaggio nella storia dell’arte e della visione, con feconde contaminazioni tra pittura, cinema e teatro, la prima lezione da docente dell’Università di Parma di Peter Greenaway, che oggi in Aula Magna ha ricevuto il titolo di “professore ad honorem” in Arti visive: ulteriore tributo a una carriera straordinaria, capace di lasciare il segno in diversi ambiti e sempre condotta sul filo della sperimentazione, della rottura e della provocazione, con un indiscusso spirito innovatore.

“L’originalità della carriera artistica di Peter Greenaway sta nella sua magistrale capacità di far dialogare tante diverse espressioni artistiche ed è segnata dalla tensione sperimentale, nella quale la storia dell’arte è sempre stata riferimento costante e fecondo”, ha detto nella sua introduzione il Rettore Loris Borghi, che ha concluso il suo intervento rivolgendosi direttamente al grande artista gallese e facendo riferimento alla Giovanna D’Arco che Saskia Boddeke e Peter Greenaway metteranno in scena fra qualche giorno al Teatro Farnese di Parma, nell’ambito del Festival Verdi 2016: “Credo, caro Maestro, che la presenza di tante persone qui oggi, e in particolare tanti giovani studenti, sia il segno tangibile dell’ammirazione e della profonda stima che la Comunità Accademica parmense desidera dimostrarle, per le sue straordinarie opere che lei ha donato in tutti questi anni al mondo intero, ivi compreso quello che lei sta realizzando proprio in questi giorni a Parma”.

A Michele Guerra, docente di Storia e critica del cinema, è spettata invece la lettura della motivazione del conferimento del titolo di professore ad honorem: “La scelta di insignire Peter Greenaway del titolo di Professore ad honorem dell’Università di Parma in Arti Visive vuole sottolineare quella che è stata, nel corso di oltre cinquant’anni di attività, la capacità di questo artista di mantenere saldo il rapporto tra forme di espressione diverse e di sperimentare continuamente facendo dell’intermedialità e della multimedialità una caratteristica decisiva del suo cinema e della sua arte”, ha spiegato il prof. Guerra. “L’idea di opera d’arte che Greenaway ha portato avanti senza rinunciare ai toni forti della polemica – ha aggiunto - è un’idea che vuole tenere il passo del mondo contemporaneo, che vuole interrogare l’immaginazione umana e la capacità di vedere rinnovando le forme della rappresentazione, nella convinzione che l’artista debba vivere appieno il suo tempo e incidere la carne della contemporaneità, che in questi anni significa, soprattutto, il confronto con le nuove tecnologie”.

Poi la consegna della pergamena di professore ad honorem, appositamente realizzata per l’evento dall’artista Giorgio Tentolini, e la lezione magistrale di Peter Greenaway, intitolata For the Pleasure of the Eye.

Lasciata la sede centrale dell’Ateneo, Peter Greenaway è poi andato a visitare il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma all’Abbazia di Valserena.

La cerimonia di oggi costituisce il primo dei due eventi che vedono Greenaway protagonista a Parma. Il secondo è appunto fra qualche giorno al Teatro Farnese. Saskia Boddeke e Peter Greenaway sono infatti tra i protagonisti del Festival Verdi 2016, per il quale firmano il debutto al Teatro Farnese di Giovanna d’Arco, primo appuntamento del progetto Maestri al Farnese. I due artisti hanno raccolto la sfida offerta dal Teatro Regio di Parma ai grandi maestri della regia internazionale: l’allestimento di un’opera verdiana al Teatro Farnese, valorizzando i limiti che la conservazione dello spazio museale impone. Giovanna d’Arcodebutta nel seicentesco teatro ligneo il 2 ottobre (recite il 9, 15, 20); in scena, Vittoria Yeo (Giovanna), Luciano Ganci (Carlo VII), Vittorio Vitelli (Giacomo), Gabriele Mangione (Delil), Luciano Leoni (Talbot), guidati da Ramon Tebar, per la prima volta al Festival Verdi, alla testa dell’orchestra I Virtuosi Italiani e del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani.

Per rivedere la cerimonia sul canale You Tube dell’Università di Parma clicca qui.

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