Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Il meeting online “Salute come bene comune”, organizzato dal docente Leopoldo Sarli e dalla dottoranda Clelia D’Apice del Dipartimento di Medicina e Chirurgia (DIMEC), che si è svolto il 26 maggio scorso, ha avuto un notevole successo e il video dell’evento è disponibile sul canale Youtube dell’Università nella versione in italiano  e in inglese.

Gli illustri relatori collegati da ogni parte del mondo hanno messo in evidenza come la grave crisi pandemica possa essere risolta solo se l’intero pianeta riuscirà a mettere da parte i confini, i conflitti, le disuguaglianze e, soprattutto, l’interesse economico, e collaborerà affinché la maggior parte delle persone che lo abitano abbiano la possibilità di essere vaccinate. Durante il convegno tuttavia sono emerse le gravi difficoltà che ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo: il colpo di stato militare in Myanmar, politiche negazioniste in Brasile, povertà in Africa, inadeguatezza dei sistemi sanitari territoriali, egoismi nazionali. È intenzione della casa editrice dell’Associazione internazionale “Rete Unida” raccogliere il testo degli interventi in un volume sull’argomento.

L’interesse del  DIMEC sull’argomento è documentato anche dalla recente pubblicazione sull’autorevole rivista “The Lancet” dell’articolo “Challenges in the equitable access to COVID-19 vaccines for migrant populations in Europe”, che ha tra i suoi autori Clelia D’Apice, allieva della Scuola di dottorato in Scienze Mediche e Chirurgiche Traslazionali. Si tratta di un viewpoint sull’equità nell’accesso alla vaccinazione per popolazioni vulnerabili come quelle dei migranti in Europa. Nonostante i migranti nei paesi ad alto reddito siaano a maggior rischio di SARS-CoV-2 e siano più rappresentati tra i casi e i decessi di COVID-19, l’attuazione di una campagna di vaccinazione inclusiva COVID-19 per garantire un'equa distribuzione dei vaccini COVID-19 non rappresenta una priorità per molti paesi. Alcuni Stati membri dell'UE menzionano esplicitamente i migranti nei loro piani di vaccinazione, ma solo pochi li includono come gruppo prioritario. L’articolo conclude che i migranti, indipendentemente dal loro status giuridico, devono essere inclusi nelle strategie di salute pubblica, per abbracciare il diritto universale alla salute e l'obiettivo della copertura sanitaria universale.


 
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