Parma, 31 luglio 2025 - Venerdì 1° agosto, alle 18.30, gli scavi della villa romana di Fiumana saranno aperti al pubblico per la presentazione dei risultati della quarta campagna di ricerche archeologiche nel sito.
Le nuove scoperte saranno presentate dal direttore degli scavi, Riccardo Villicich, Archeologo Classico e docente di Metodologia della ricerca archeologica del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma, affiancato dalla sua équipe dell’Ateneo, composta da Marco Gregori, Emanuela Gardini e Luciana Saviane.
Grazie al supporto del Comune di Predappio e alla collaborazione tra Università di Parma e Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, quest’anno lo scavo ha avuto la durata eccezionale di sei settimane, dal 23 giugno al 1° agosto, con la partecipazione di circa trenta studentesse e studenti (di università e licei), che hanno operato con impegno e grande passione nel cantiere archeologico.
È stato così possibile raggiungere gli obbiettivi prefissati, ovvero acquisire dati sull’insediamento di età alto imperiale e ricostruire il complesso termale della villa tardoantica, individuandone l’ingresso e i percorsi.
I nuovi dati confermano una frequentazione stabile del sito di Fiumana dalla tarda età repubblicana fino all’età tardoantica, le cui vicende sono legate a una sovrapposizione di ville, l’ultima delle quali coincide con il “Palatium” riconducibile alla corte imperiale ravennate e databile, su basi stratigrafiche, alla prima metà del V secolo. Per ora è ignoto il nome di chi nel secondo quarto del V secolo, in un periodo di recessione per gran parte dell’Italia, decise di investire ingenti somme, ristrutturando una vecchia e fatiscente (anche se un tempo lussuosa) villa romana, trasformandola in un gigantesco Palazzo, composto da padiglioni dall’architettura unica e straordinaria. A oggi, sono due i padiglioni individuati del grande complesso residenziale: il “Quadrifoglio di pietra”, del quale è in via di definizione la funzione, e che sarà integralmente portato in luce nelle prossime campagne di scavo, e le terme.
Di queste ultime, nello scavo di quest’anno, è stato individuato il segmento sud-ovest, comprensivo dell’ingresso. L’architettura dell’edificio, che supera i 40 metri di lunghezza, presenta uno schema originale, strutturato su un’ampia corte scoperta centrale dalla quale si poteva accedere ad ambienti absidati e ad un’infilata di vani caldi a settentrione. La spogliazione dei pavimenti di marmo delle terme di V secolo, di cui restano decine di preziosi frammenti, ha permesso di individuare le strutture precedenti sottostanti, riferibili a ben tre fasi termali romane: la prima coincide con la fase costruttiva di una villa di età augustea; la seconda è riferita ad un intervento di età medio imperiale; mentre la terza fase si data al III secolo e consiste in un generale rifacimento delle terme, con la costruzione di nuovi ambienti, alcuni dei quali dotati di pavimentazione a mosaico, successivamente asportata. La sovrapposizione di terme su terme nello stesso luogo, per più di cinque secoli, si spiega solo con la presenza di acque di risorgiva.
In questo quarto anno di scavo sono stati inoltre recuperati i primi dati riguardanti “l’Archeologia della morte”, con la scoperta di tre tombe (due di infanti) e di resti di monumenti funerari di età romana, con iscrizioni ed elementi decorativi.
La prossima campagna di scavo, la quinta, ha già il suo obbiettivo: lo scavo estensivo delle terme del “Palatium” di V secolo, con lo scopo di musealizzare questo primo padiglione del grande complesso. Contestualmente allo scavo delle terme, saranno potenziate le prospezioni geofisiche (una prima serie di indagini sono state effettuate nel maggio scorso) al fine di individuare la parte residenziale della villa tardoantica e i padiglioni non ancora localizzati.