Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 16 giugno 2022 – Il tasso di occupazione dei laureati dell’Università di Parma a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo si conferma più alto della media nazionale, ed è in crescita rispetto al dato del 2021. Molto alto (al 91,1%) anche il grado di soddisfazione complessivo rispetto all’esperienza universitaria. A dirlo è il Rapporto 2022 sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati presentato oggi dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di circa 300 mila laureati del 2021 di 77 università. In particolare, si tratta di 169 mila laureati di primo livello, 95 mila dei percorsi magistrali biennali e 35 mila a ciclo unico.

Il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 660 mila laureati, di 76 università, di primo e secondo livello del 2020, 2018 e 2016 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

 

IL PROFILO DEI LAUREATI DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA

I laureati nel 2021 dell'Università di Parma coinvolti nel XXIV Rapporto sul Profilo dei laureati sono 5.533. Si tratta di 3.098 di primo livello, 1.866 magistrali biennali e 554 a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma.

In questa sede si riporta l’analisi delle performance formative dei laureati di primo livello e dei laureati magistrali biennali.


Cittadinanza, provenienza e background formativo: da fuori regione il 49,6% dei laureati, a fronte del 23,8% nazionale
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,9%: il 4,4% tra i triennali e il 3,7% tra i magistrali biennali.
Il 49,6% dei laureati proviene da fuori regione, più del doppio del dato nazionale (23,8%); in particolare è il 45,3% tra i triennali e il 56,8% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, …) il 70,4% dei laureati: è il 64,5% per il primo livello e il 74,0% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 23,5% dei laureati: è il 27,9% per il primo livello e il 20,9% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.

Età, regolarità e voto di laurea: 25,5 anni l’età media alla laurea, il 67,6% termina l’università in corso; 102,6 il voto medio di laurea
L’età media alla laurea è 25,5 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,3 anni per i laureati di primo livello e di 26,9 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 67,6% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 66,2% tra i triennali e il 74,5% tra i magistrali biennali.
Il voto medio di laurea è 102,6 su 110: 99,7 per i laureati di primo livello e 106,9 per i magistrali biennali.

Tirocini curriculari, esperienze all’estero e lavoro durante gli studi: tirocini riconosciuti per il 77,3% dei laureati
Il 77,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è l’81,8% tra i laureati di primo livello e il 77,3% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce al 90,2% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 7,6% dei laureati: il 4,7% per i triennali e il 9,8% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 15,4% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).
Il 65,6% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 67,7% tra i laureati di primo livello e il 66,5% tra i magistrali biennali.

La soddisfazione per l’esperienza universitaria: il 91,1% dei laureati di Parma è soddisfatto, il 74,1% sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo
Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.
Il 90,3% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’87,0% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’88,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 91,1% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 74,1% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,7% si iscriverebbe nuovamente allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 9.426 laureati dell'Università di Parma. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016 e intervistati dopo cinque anni.

Lavoro, i laureati triennali a un anno dalla laurea: tasso di occupazione 79,8% (76,3% nel Rapporto 2021; media italiana 74,5%)
L’Indagine ha coinvolto 2.922 laureati triennali del 2020 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2021).

Il 67,5% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale).
Dopo un anno, il 66,6% risulta ancora iscritto all’università. Per un’analisi più puntuale, pertanto, vengono di seguito fotografate le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.
Isolando quindi i laureati triennali dell'Università di Parma che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (31,8%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 79,8% (media nazionale al 74,5%) mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 7,7%.
Tra gli occupati, il 19,0% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 18,0% ha invece cambiato lavoro; il 63,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 35,8% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 38,9% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 10,2% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).
Il lavoro part-time coinvolge il 16,5% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.355 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 60,2% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 53,4% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Lavoro, i laureati di secondo livello a uno e cinque anni dalla laurea
I laureati di secondo livello del 2020 contattati dopo un anno dal titolo sono 2.210 (di cui 1.674 magistrali biennali e 536 magistrali a ciclo unico), quelli del 2016 contattati a cinque anni sono 2.110 (di cui 1.473 magistrali biennali e 637 magistrali a ciclo unico).

I laureati di secondo livello a un anno: tasso di occupazione 75,8% (73% nel Rapporto 2021; media italiana 74,6%)
Tra i laureati di secondo livello di Parma del 2020 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 75,8% (76,1% tra i magistrali biennali e 75,0% tra i magistrali a ciclo unico): 74,6% il dato nazionale, 73% il dato Unipr nel Rapporto 2021.  Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 12,1% (13,6% tra i magistrali biennali e 7,4% tra i magistrali a ciclo unico).
Il 18,3% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 14,4% ha invece cambiato lavoro; il 67,3% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 21,4%, 15,9% e 62,7%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 6,6%, 8,7% e 84,7%.
Il 21,9% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 40,9% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 15,2% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 24,1%, 43,1% e 9,2%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 12,3%, 31,5% e 40,1%.
Il lavoro part-time coinvolge il 15,4% degli occupati (15,1% tra i magistrali biennali e 16,7% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.446 euro mensili netti (1.362 euro per i magistrali biennali e 1.796 euro per i magistrali a ciclo unico): 1.407 euro la media nazionale.
Il 65,5% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 59,5% tra i magistrali biennali e il 90,1% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 56,6% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (51,3% tra i magistrali biennali e 79,0% tra i magistrali a ciclo unico).

Laureati di secondo livello a cinque anni: tasso di occupazione 92,5% (media italiana 88,5%)
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2016, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 92,5% (92,6% per i magistrali biennali e 92,4% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 2,9% (3,0% per i magistrali biennali e 2,7% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 59,3%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 15,2%. Svolge un lavoro autonomo il 19,9%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 60,8%, 16,9% e 16,3%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 54,6%, 10,0% e 30,8%.
Il lavoro part-time coinvolge l’8,6% degli occupati (8,6% tra i magistrali biennali e 8,8% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.624 euro mensili netti (1.605 per i magistrali biennali e 1.685 per i magistrali a ciclo unico). Il 72,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 69,3% tra i magistrali biennali e l’83,1% tra i magistrali a ciclo unico); il 60,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (57,3% tra i magistrali biennali e 69,6% tra i magistrali a ciclo unico).
Ma dove vanno a lavorare? Il 77,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20,1% nel pubblico; il 2,4% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 69,4%, mentre l’industria accoglie il 29,7% degli occupati; 0,9% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

 

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