Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 6 ottobre 2022 – Il Premio Nobel per la Fisica, assegnato due giorni fa ad Alain Aspect, John Clauser e Anton Zeilinger, è stato conferito per ricerche in ambiti in cui sono attivi da anni anche docenti dell’Università di Parma: un’ulteriore conferma dell’attualità e del peso della ricerca scientifica in Ateneo.

Il Nobel è andato ad Aspect, Clauser e Zeilinger per aver “condotto esperimenti rivoluzionari utilizzando stati quantistici entangled, nei quali due particelle si comportano come una singola entità anche quando vengono separate. I loro risultati hanno spianato la strada a nuove tecnologie basate sull’informazione quantistica”. In particolare, Aspect e Clauser hanno investigato la natura dell’entanglement tra coppie di particelle, ossia il fenomeno per cui quello che succede a una delle due influenza quello che succede all’altra, anche se le due sono distanti e non interagiscono tra loro. Questo ha permesso di concepire applicazioni quali il teletrasporto quantistico (che rende possibile spostare uno stato quantistico tra due oggetti distanti), dimostrato da Zeilinger, o la computazione quantistica.

“È divenuto sempre più chiaro come un nuovo tipo di tecnologie quantistiche stia emergendo”, ha affermato Anders Irbäck, a capo del comitato per il Nobel in Fisica. Nello sviluppo di questo nuovo tipo di tecnologie l’Università di Parma è all’avanguardia da quasi 20 anni, con ricerche che spaziano dalla progettazione di nuovi hardware per computer quantistici in grado di risolvere problemi impossibili per computer tradizionali, alla creazione di nuovi software quantistici per programmarli e di reti di comunicazione sicure verso la quantum internet.

Diversi docenti del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche sono da tempo impegnati in ricerche sulla computazione quantistica. Va ricordata, ad esempio, la partecipazione del gruppo dei proff. Stefano Carretta, Paolo Santini, Alessandro Chiesa, Elena Garlatti, Roberto De Renzi e Giuseppe Allodi al progetto europeo FET-OPEN H2020 FATMOLS, per la progettazione di un processore quantistico basato su spin qubit/qudit molecolari, e dei proff. Michele Amoretti, del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, e Carretta alla prestigiosa rete Quantum Internet Alliance, oltre all’attività del prof. Sandro Wimberger sul controllo di sistemi quantistici.

Inoltre, il nostro Ateneo è attore importante nel partenariato esteso PNRR sulle Scienze e Tecnologie Quantistiche, con un’unità, coordinata dal prof. Carretta, che coinvolge ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, Ingegneria e Architettura, e Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale.

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