Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 13 giugno 2022 – È dedicato a un tema di estrema attualità come quello del riutilizzo virtuoso degli scarti alimentari il progetto europeo IPSUS - Climate smart food innovation using plant and seaweed proteins from upcycled sources, che coinvolge ricercatori e ricercatrici dell’Università di Parma.

Le competenze multidisciplinari del team, già attivo nel settore della valorizzazione degli scarti alimentari, sono alla base di una application di successo, che mette il gruppo di Parma in una posizione di rilievo nel progetto europeo, finanziato per 830mila euro complessivi nell’ambito della joint call SUSFOOD2 e FOSC 2021.

Il progetto mira a sviluppare, mediante approcci eco-innovativi e interdisciplinari, metodiche per il recupero e la valorizzazione di proteine estratte da sottoprodotti e scarti di alcune filiere vegetali (zucca, nocciola, uva, patata, trebbie di birra e alghe), altrimenti destinati a unirsi ai circa 1,6 miliardi di tonnellate di perdite e sprechi alimentari globali annuali.

Per le attività dell’Università di Parma, la cui responsabilità scientifica è affidata a @Maria Paciulli, ricercatrice a tempo determinato di Scienze e Tecnologie Alimentari al Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, il team avrà a disposizione un finanziamento di circa 120mila euro dal Ministero Italiano delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF). Diverse aree dello stesso Dipartimento sono coinvolte: l’Area di Tecnologie Alimentari con i docenti @Marcello Alinovi ed @Emma Chiavaro; l’Area di Microbiologia degli Alimenti con le docenti @Elena Bancalari e @Monica Gatti​​​; l’Area di Economia Agroalimentare con il docente @Giovanni Sogari.

Il progetto, scelto tra i 31 ammessi alla valutazione a seguito di uno specifico bando sullo sviluppo di soluzioni innovative per sistemi alimentari resilienti, climaticamente intelligenti e sostenibili, è coordinato da Parag Acharya, affiliato al National Research Institute dell’Università di Greenwich. Completano il consorzio istituzioni pubbliche e private: Istanbul Sabahattin Zaim University (Turchia), Ecole Nationale d'Agriculture de Meknes (Marocco), BEIA Consult International (Romania), Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) di Parma, Mohammed V University of Rabat (Marocco), Kaanlar Food Inc. (Turchia), KEDGE Business School (Francia).

Numerose le linee di ricerca previste. Saranno valutati nuovi metodi di estrazione delle proteine per identificare e ottimizzare le tecniche più sostenibili. Saranno considerate la qualità nutrizionale e la sicurezza sia delle fonti vegetali sia delle proteine estratte, tenendo anche conto della bioaccessibilità e della potenziale allergenicità. Inoltre sarà testata l'incorporazione delle proteine recuperate in formulazioni vegetali alternative alla carne e ai prodotti lattiero-caseari su scala di laboratorio prima e su scala pilota poi, con lo sviluppo di prototipi da parte dei partner industriali. Sarà inoltre valutata l'accettabilità funzionale e sensoriale dei prototipi insieme alle proposte ottimizzate nutrizionalmente (basso contenuto di sale/zuccheri/grassi) e con etichette pulite (meno additivi alimentari e una lista ingredienti più corta), di cui queste categorie di prodotti sono attualmente carenti. Lo studio dei comportamenti e delle preferenze dei consumatori, oltre che dell'ambiente normativo e politico, consentirà di evidenziare i fattori trainanti e le barriere al cambiamento sostenibile, attraverso il recupero di proteine vegetali da fonti alternative.

Il progetto di ricerca, triennale, consentirà di fornire un grosso contributo nell’affrontare le opportunità di valorizzazione degli sprechi alimentari e ridurre l’impatto ambientale delle filiere, mediante la transizione verso fonti proteiche alternative.

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