Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 8 marzo 2013 - Martedì 12 marzo, alle ore 16, presso l’Aula D del Dipartimento di Economia dell’Università di Parma (via J.F. Kennedy 6, Parma), si terrà il seminario Non solo etnico. Imprenditoria immigrata a Parma, in occasione del quale saranno presentati i risultati della ricerca Imprese etniche: competenze, strategie e mercati.
La ricerca, promossa dal Dipartimento di Economia e dal CUCI - Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale dell’Università di Parma in partenariato con il Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bologna, è stata realizzata con il contributo di Fondazione Cariparma.

Dopo i saluti del Rettore dell’Ateneo Gino Ferretti e del Segretario Generale della Fondazione Cariparma Luigi Amore, la ricerca sarà presentata dai curatori Alessandro Arrighetti (Università di Parma), Daniela Bolzani (Università di Bologna) e Andrea Lasagni (Università di Parma).
A seguire ne discuteranno Alberto Bertoli (APLA Parma), Domenico Capitelli (CNA Parma), Loretta Losi (Legacoop Parma), Renata Semenza (Università di Milano), Giulio Tagliavini (Università di Parma) e alcuni rappresentanti di comunità di immigrati del territorio parmense.


Negli anni più recenti, l’imprenditoria immigrata ha assunto in Italia un ruolo rilevante sul piano economico. Lo sguardo sull’imprenditoria immigrata oggi è molto diverso – più articolato e più differenziato - rispetto a quello del passato. Questa nuova ricerca si propone di offrire un ulteriore contributo alla comprensione dell’imprenditoria immigrata in Italia e all’analisi della varietà dei modelli e delle condotte sviluppate da tali imprese.

L’indagine, che è stata realizzata con interviste a imprese etniche localizzate nelle province di Parma e di Bologna, fornisce evidenze che sembrano confermare alcuni risultati da tempo consolidati nella letteratura di riferimento. In questo senso, si osserva che la valorizzazione delle risorse materiali, conoscitive e finanziarie specifiche della comunità di origine conserva un ruolo di notevole rilevanza nella gestione delle imprese etniche esaminate. Allo stesso tempo, le informazioni raccolte segnalano alcuni elementi innovativi.

Il concetto di ‘ibridismo culturale’, introdotto in questo lavoro, tenta di dare conto di alcuni aspetti dell’evoluzione di tali imprese ed è stato riferito ad imprese possedute e gestite da soci non co-etnici (non appartenenti, cioè, alla nazionalità di origine dell’imprenditore fondatore) e che occupano addetti di diversa nazionalità.

Le imprese ‘ibride’ nel campione analizzato risultano essere più del 30% del totale. Si nota che tali imprese ‘ibride’ hanno una età media (circa 10 anni) superiore al valore medio delle imprese intervistate (circa 7 anni). Inoltre le imprese ‘ibride’ risultano maggiormente orientate verso una offerta di prodotti e servizi non-etnici per una popolazione di consumatori in prevalenza non co-etnica. Infine, una quota molto elevata (quasi 80%) delle imprese ‘ibride’ ha dichiarato di aderire a qualche forma volontaria di associazionismo.

In definitiva, i risultati di questo studio consentono di richiamare l’attenzione sulla rilevanza economica dell’immigrazione, nonché sul fatto che l’impresa etnica può essere considerata un fattore importante per la coesione sociale nel nostro paese.

Il rapporto completo è disponibile all’indirizzo web http://swrwebeco.econ.unipr.it/repec/pdf/I_2012-08.pdf

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