Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Da venerdì 16 e fino a domenica 18 maggio, presso Palazzo Soragna (strada al Ponte Caprazucca 6), si terrà il convegno Obesity/Diabetes/Metabolic Syndrome and the role of Endocrine Disruptors.

Il convegno organizzato da Paola Palanza, Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, Jerry Heindel, National Institute of Environmental Health Sciences (USA) e da Fred vom Saal, Division of Biological Sciences, University of Missouri Columbia (USA), vedrà avvicendarsi relatori provenienti da tutte le parti del mondo.

Lo scopo del simposio è di discutere il ruolo degli inquinanti ambientali ad azione ormonale (interferenti endocrini - endocrine disruptors) nell’eziologia dell’obesità, del diabete di tipo 2 e della sindrome metabolica. L’obesità è una patologia cronica e rappresenta un’emergenza sanitaria a livello internazionale. Essa si associa ad insulino-resistenza, dislipidemia, ipertensione, infiammazione ed è un fattore di rischio per molte malattie.

L’incidenza di obesità e patologie correlate è in costante aumento nella popolazione ed è globalmente raddoppiata rispetto al 1980 con tendenza a manifestarsi sempre più precocemente nei bambini (WHO 2011). Il rapido aumento registrato nell’incidenza dell’obesità è non soltanto attribuibile a cause genetiche o allo stile di vita, come dieta ipercalorica e mancanza di esercizio fisico, ma anche a fattori agenti durante le fasi precoci della vita e a modificazioni epigenetiche durante lo sviluppo.

Dati scientifici indicano che alcune sostanze presenti nell’ambiente e in grado di agire in modo simile agli ormoni endogeni, chiamate collettivamente “Interferenti Endocrini” (IE) sono in grado di indurre obesità e insulino resistenza in modelli animali o sono correlati a maggiore incidenza di queste patologie in adulti e bambini.

L’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti d’America definisce gli IE come “sostanze esogene che alterano la funzionalità endocrina e causano effetti avversi sull’individuo, sulla sua progenie, e sulle popolazioni” (EDSTAC 1998). Tali sostanze sono in grado di modificare i meccanismi di espressione genica e di indurre il potenziale sviluppo di alterazioni funzionali e, nel caso specifico, di comportarsi come “obesogeni ambientali”, in grado cioè di alterare i meccanismi di controllo e di sviluppo del tessuto adiposo e del bilancio energetico, anche a livello dei circuiti neurali specifici di controllo. In particolare tale azione si esplica durante i periodi critici dello sviluppo, sia fetale, neonatale o infantile. La presenza di IE nell’ambiente è ormai pervasiva: sono diffusi nelle matrici ambientali, in genere a concentrazioni molto basse per ogni singola molecola e raggiungono l’organismo attraverso il sangue ed il latte materno prima, e attraverso gli alimenti, l’aria o per contatto diretto, dopo.

Il simposio assume particolare rilevanza nell’attuale dibattito in sede regolatoria (Commissione europea ed EFSA, FDA negli USA) sulle strategie di valutazione dei possibili effetti nocivi, in particolare sui bambini, di alcuni interferenti endocrini di uso comune, quali il bisfenolo A o gli ftalati, e sulla possibilità di bandirne o limitarne l’uso.

Lo scopo del simposio è di riunire scienziati con diverse competenze e provenienze –  da coloro che studiano gli effetti degli IE nei modelli animali a coloro che si focalizzano sugli aspetti clinici dell’obesità pediatrica e adulta, da chi investiga i meccanismi epigenetici durante lo sviluppo a chi analizza le fonti di esposizione ambientale, a chi si occupa di valutazione di rischio ambientale e qualità degli alimenti – con l’idea di discutere come integrare al meglio la ricerca su diversi aspetti del problema ed ottenere nuove informazioni sugli effetti dell’esposizione precoce a IE su obesità e disordini metabolici.

Inoltre, l’ultima sessione dell’incontro si occuperà di discutere le iniziative per ridurre l’esposizione ambientale a queste sostanze in modo da contribuire alla prevenzione di patologie e disordini di sviluppo, in particolare nei bambini.

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