Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 26 maggio 2022 - Giovedì 16 giugno alle 18 l’Aula Magna dell’Università di Parma ospiterà un omaggio a Stanislao Farri, grande fotografo scomparso lo scorso anno all’età di 97 anni.

“L’Uomo della Luce - Stanislao Farri 1924-2021” il titolo dell’incontro, aperto al pubblico, organizzato dall’Ateneo e dal Centro sociale universitario – CSU.

L’appuntamento sarà introdotto dai saluti del Rettore Paolo Andrei, e rappresenterà un’occasione per ascoltare le voci e le testimonianze (soprattutto parmigiane) di coloro che hanno conosciuto il maestro di Reggio Emilia, in una profonda amicizia che lo legava a Parma. Tra questi Arnaldo Amadasi, Paolo Barbaro, Giovanni Calori, Andrea Carletti, Carlo Cucchi, Jacopo Ferrari, Pier Luigi Montali, Maria Cristina Ossiprandi, Maurizio Silva, Orazio Tarroni.

Il rapporto di Parma con l’autore ha avuto inizio nel 1986 con la personale “Stanislao Farri. Fare fotografia”, organizzata dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università e curata da Massimo Mussini. Per il Centro sociale universitario la prima occasione è stata, nel 1992, la mostra “Un’America, quattro Americhe”, dedicata al 500° della scoperta da parte di Cristoforo Colombo, che riuniva altri fotografi quali Ivano Bolondi, Franco Fontana e Giovanni Greci.

Si è poi proseguito con numerose altre esposizioni, tra le quali nel 2014 al Palazzo del Governatore “Stanislao Farri, sulle tracce della luce”, la più completa e ampia retrospettiva a lui dedicata. In Ateneo, nell’Atrio delle Colonne della Sede centrale, vanno ricordate nel 2016 la mostra “Le cento e cento identità della donna”, nell’ambito del progetto congiunto di Università e Comune di Parma per celebrare il settantesimo anniversario del suffragio femminile in Italia, e nel 2019 la rassegna “Stanislao Farri fotografa Calatrava, Kuma e Libeskind”. Lo scorso anno, infine, alcune sue immagini pubblicate postume hanno fatto parte dell’esposizione fotografica “La Luce InAttesa”, sul complesso di San Francesco del Prato, negli spazi dell’ex carcere napoleonico.

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