Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 18 dicembre 2013 – Mercoledì 22 gennaio, alle ore 11, presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo (via Università, 12), si terrà la presentazione del volume Forestieri a Milano. Riflessioni su Bramante e Leonardo alla corte di Ludovico il Moro, di Simone Ferrari, docente di Storia dell’arte moderna dell’Università di Parma, e Alberto Cottino, docente di Metodologia della ricerca storico artistica dell'Università di Bologna (sede di Ravenna).

Dopo i saluti del Rettore dell’Ateneo Loris Borghi e del Direttore del Dipartimento di Lettere Arti, Storia e Società - LASS Luigi Allegri, interverranno Arturo Calzona e Massimo Mussini (Università di Parma), Gianni Carlo Sciolla (Presidente Società Critica d'Arte italiana) e Federico Francesco Mancini (Università di Perugia).

L’incontro, a cui saranno presenti gli autori, sarà moderato da Mariella Utili, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza.

Il libro sviluppa un tema finora poco indagato in un volume specifico: gli stretti rapporti intercorsi nella Milano sforzesca fra Bramante e Leonardo. I due grandi artisti lavorano, infatti, in contemporanea alla corte di Ludovico il Moro (1482-99) e creano un corto circuito di idee, invenzioni, intuizioni, teorie artistiche e figurative che fanno di Milano il più innovativo centro europeo nel campo delle arti. La relazione tra i due si estrinseca ad ogni livello, dall’architettura alla pittura, dalla poesia fino alla storia della scienza: un momento ricco di fermenti e di sviluppi. L’unicità di questo rapporto, basato soprattutto su stima e amicizia personali, pur nella reciproca autonomia di scelte espressive e stilistiche, non si trova negli altri centri artistici dell’epoca.

Arricchito da una vasta iconografia (70 immagini a colori) e dalle prefazioni di Gianni Carlo Sciolla e Kristina Hermann Fiore, il lavoro di Ferrari e Cottino si sviluppa in cinque sezioni: dapprima si analizzano la questione della tradizione e lo scambio con l'ambiente lombardo/settentrionale nelle opere di entrambi gli artisti. Poi si passa ad un'analisi del Bramante pittore e a quella puntuale del Cenacolo, per concludere con un'interessante riflessione su Albrecht Dürer del quale si ipotizza una possibile presenza, un passaggio, a Milano proprio in quegli anni, rintracciandone echi e ispirazioni caso per caso, in varie sue opere.

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