Parma, 23 marzo 2022 – Sarà una panoramica sulla storia e l’architettura dei “Capannoni”, gli edifici ultrapopolari realizzati a Parma nei primi anni Trenta del Novecento, l’incontro in programma per martedì 29 marzo alle 17 al Palazzo del Governatore.L’appuntamento si svolge in concomitanza con la mostra I Capannoni a Parma – Storie di persone e di città, aperta fino al 25 aprile, curata dall’Università di Parma e dal Centro studi movimenti con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Parma nell’ambito delle attività di Parma Capitale della Cultura 2020+21.Nell’incontro L’architettura dei Capannoni che avrà come relatori i docenti dell’Area di Rappresentazione del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università, saranno analizzate le vicende architettoniche e urbanistiche che hanno condotto la città di Parma tra fine Ottocento e inizio Novecento ad arrivare alla realizzazione prima dei Piani di Risanamento in epoca fascista e poi ai Capannoni, fino alla loro sostituzione e al condizionamento successivo sulla città contemporanea.L’origine dei Capannoni è intimamente legata a un momento specifico della storia di Parma: allo sventramento del “riottoso” Oltretorrente (“colpevole” delle Barricate del 1922) da parte del regime fascista e al conseguente spostamento di molte famiglie in caseggiati ultrapopolari dalla forma a capanna (di qui il nome) in zone periferiche (a sud Via Navetta, a ovest il Cornocchio, a nord Via Verona, Via Venezia, Via Toscana, il Paullo, ad est il Castelletto; tutte aree di bassissimo valore economico). Tanti alloggi affiancati, sormontati da un unico tetto a due falde (a capanna appunto): moduli abitativi per 4-6 persone di dimensioni molto ridotte (4,5 m x 5 m), dotati solo di una stufa e inizialmente senza acqua corrente (4 lavatoi e quattro latrine erano poste all’esterno, alla fine dell’edificio, a servizio di oltre 20/22 alloggi).I relatori dell’incontro saranno i componenti del gruppo di docenti che hanno condotto la ricerca, affrontata attraverso l’analisi e l’elaborazione di un amplissimo apparato storico-iconografico: Paolo Giandebiaggi, Chiara Vernizzi, Andrea Zerbi, Maria Evelina Melley, Andrea Maiocchi, Sandra Mikolajewska, Alessandra Gravante e l’arch. Virginia Villani.Le relazioni affronteranno il tema dei Capannoni di Parma come una lezione urbanistica da non dimenticare.È indubbio, infatti, che molti degli insediamenti popolari del dopoguerra siano stati collocati nei luoghi in cui furono costruiti precedentemente i Capannoni o nelle loro immediate vicinanze, e la rappresentazione grafica delle sovrapposizioni urbanistiche è lì a dimostrarlo.Le Amministrazioni comunali dopo la Liberazione si sono fatte carico della “vergogna dei Capannoni” anche se, viste le difficoltà economiche del Paese, si è dovuto attendere il 1957-58 per vedere realizzate le prime case popolari che hanno consentito la progressiva demolizione dei Capannoni e la sistemazione delle persone in alloggi dotati finalmente di cucina e di bagno completamente allestito.L’incontro si terrà nell’auditorium Carlo Mattioli, a fianco della mostra in cui sono esposti disegni, progetti, piani urbanistici e immagini di architettura, molte delle quali provenienti dall’Archivio Storico Comunale e dall’Archivio di Stato, e la ricostruzione in scala 1:1 di un alloggio arredato, per rendere ancora più realistica l’esperienza espositiva. PDF La locandina