Parma, 28 ottobre 2025 – Cosa accade quando la mente umana e l’intelligenza artificiale si incontrano sul terreno della creatività? È questa la domanda al centro del convegno L’arte della mente. Dalla percezione al progetto: neuroscienze, diritto e design per una nuova idea di creatività nell’era dell’intelligenza artificiale, che si terrà mercoledì 29 ottobre, dalle 8.45, all’APE Museo di strada Farini 32/A.
L’appuntamento, organizzato da Università di Parma, Ape Museo e ArcheoVea e aperto a tutte le persone interessate, esplorerà il punto d’incontro tra arte, neuroscienze, diritto, design e intelligenza artificiale per ripensare il significato stesso di creare.
In un periodo storico in cui le tecnologie generative sembrano capaci di comporre immagini, musica e parole, la questione non è più se una macchina possa essere creativa, ma come la collaborazione tra umano e non umano stia trasformando il nostro modo di pensare, sentire e rappresentare il mondo.
Attraverso un dialogo interdisciplinare l’incontro, al quale parteciperanno anche studentesse e studenti del Liceo artistico Toschi, proporrà una riflessione sulla nuova estetica dell’intelligenza artificiale affrontando alcune tematiche fondamentali:
- le neuroscienze mostrano come la bellezza e l’emozione nascano dal corpo e dalla mente;
- il diritto interroga le nuove forme di autorialità e tutela delle opere algoritmiche;
- il design traduce la complessità tecnologica in esperienze sensibili, accessibili e condivise.
A confrontarsi su questi temi saranno il designer Roberto Semprini, il docente Francesco Schianchi, il project designer Piergiulio Laudisa, il neuropsichiatra Gianfranco Marchesi, l’artista Mauro Martino, la storica dell'arte Rebecca Pedrazzi, il ricercatore Francesco Francesconi e la docente Valentina Gastaldo, organizzatrice dell’incontro, in un dialogo che intreccerà scienza e filosofia, arte e tecnologia, teoria e pratica creativa.
L’arte della mente non è solo un titolo, ma una visione: quella di una creatività condivisa, dove il dialogo tra sensibilità umana e calcolo artificiale diventa occasione di conoscenza reciproca.
L’arte non come imitazione della vita, ma come laboratorio del possibile, in cui umano e non umano si contaminano e generano nuove forme di bellezza.