Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Mercoledì 4 giugno alle ore 17, al Palazzo del Governatore, ultimo appuntamento di UniForCity”, iniziativa co-organizzata dall’Università degli Studi e dal Comune di Parma per presentare alla città alcune delle ricerche condotte all’interno dell’Ateneo.

In quest’ultimo incontro della prima tranche della rassegna (che riprenderà in autunno) il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra presenta il progetto L’arte al microscopio: indagini scientifiche sui nostri tesori artistici e archeologici (referenti di progetto Danilo Bersani e Pier Paolo Lottici).

La strumentazione spettroscopica, e in particolare la micro-spettroscopia Raman, presente nel Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, consente di determinare la composizione di materiali tramite analisi su scala micrometrica e completamente non distruttiva. Questo ha consentito l’instaurarsi di una serie di importanti collaborazioni nazionali e internazionali, con enti pubblici e privati, sullo studio dei materiali presenti in opere d’arte, reperti archeologici e pietre preziose. Il lavoro di ricerca, partito dall’analisi dei pigmenti del cosiddetto “Giallo Parma”, si è evoluto verso lo sviluppo di una metodica di analisi micro-invasiva in grado di determinare pigmenti e prodotti di degrado in dipinti, in particolare sui dipinti murali. Tale tecnica è stata applicata a diverse grandi opere del nostro territorio, quali le opere pittoriche di Parmigianino, Correggio, Anselmi, permettendo di ampliare la conoscenza delle tecniche pittoriche di questi grandi artisti.

Le indagini permettono di definire lo stato di conservazione di un’opera d’arte (dipinto su tela, affresco) indagando i prodotti di degrado, e forniscono indispensabili informazioni per gli interventi di recupero, restauro e conservazione.

Le stesse tecniche spettroscopiche possono essere applicate ad altre classi di materiali di interesse culturale, ma anche economico. Per esempio, un’interessante applicazione è legata all’analisi di pietre preziose e materiale gemmologico. Le tecniche impiegate consentono il riconoscimento non solo di gemme singole, ma anche di gemme montate o incastonate in reperti archeologici, in maniera completamente non invasiva.     

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