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Parma, 23 settembre 2021 – Dopo l’anteprima fotografica dello scorso giugno entra ora nel vivo La Luce InAttesa, progetto dell’Università di Parma sull’ex carcere di San Francesco del Prato.

Venerdì 1° ottobre alle 17 sarà inaugurata la mostra fotografica che costituisce il fulcro del progetto: allestita all’interno degli spazi dell’ex carcere, reso per l’occasione parzialmente accessibile al pubblico per tutto il mese di ottobre, l’esposizione ne documenta i luoghi da allora abbandonati, testimoni silenziosi di quel recente e doloroso passato.

Accompagna la mostra la pubblicazione di un volume-catalogo con fotografie in bianco e nero degli anni Settanta tratte dall’archivio del fotoreporter Giovanni Ferraguti, oltre alle più recenti immagini di Arnaldo Amadasi, Giancarlo Baroni, Giovanni Calori, Vilma Castelli, Stanislao Farri, Gigi Montali, Elisa Morabito, Giovanni Palma, Franco Schianchi, Vanni Villa.

All’inaugurazione di venerdì 1° ottobre saranno presenti il Prorettore Vicario dell’Università di Parma Paolo Martelli, gli autori e gli organizzatori della mostra, che resterà aperta a ingresso libero fino al 31 ottobre il venerdì dalle 15 alle 18 e sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per motivi di capienza gli ingressi saranno contingentati a gruppi, con un massimo di 30 visitatori per turno, con mascherina e Green Pass obbligatori per l’accesso.

Domenica 3 ottobre la mostra sarà chiusa.

L’iniziativa è promossa dal C.S.U. - Centro Sociale Universitario e dal Comitato per San Francesco del Prato, e realizzata in collaborazione con AssiCoop Emilia-Romagna, Avis di Base Università, Bellinghi Fotolaboratori, Ekotec Sistemi srl, HDi Distribuzione, Tipocrom tipolitografia e con il contributo della Fondazione MonteParma.

Il complesso di San Francesco del Prato, chiesa inclusa, a partire dall’occupazione francese del 1804 venne utilizzato come carcere fino al 1992. In seguito fu trasferito all’Università di Parma, che contribuì al suo parziale recupero, riconsegnando nel 2017 la chiesa all’Agenzia del Demanio (con concessione d’uso alla Diocesi) e destinando la restante parte dell’ex carcere napoleonico a future residenze per studenti.

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