Parma, 28 marzo 2022 – «Non possono esserci risultati se non c’è un forte intento strutturale del nostro Paese nel volere investire in formazione e ricerca: è questo che abbiamo cercato di fare con la legge di bilancio e che cercheremo di fare anche nella prossima”. L’ha ribadito con forza il Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, intervenuta oggi pomeriggio all’inaugurazione dell’anno accademico 2021-22 dell’Università di Parma.Una cerimonia svolta in presenza nella Sede centrale dell’Ateneo (ma trasmessa anche in diretta streaming) e inevitabilmente caratterizzata da tanti riferimenti al difficile contesto attuale, teso fra l’emergenza Covid-19 ancora non sopita e la drammatica situazione della guerra in Ucraina.«È fondamentale avere rimesso al centro di tante azioni la formazione e la ricerca. Il fatto che il PNRR abbia una missione dedicata a questo, con quasi 14 miliardi di euro, vuol dire che siamo consapevoli di un divario, anche rispetto ad altri Paesi. Quei fondi dovranno servire in questa direzione; non possono essere la soluzione, ma occorre usarli bene e darci obiettivi che ci mettano al pari di altri Paesi», ha detto il Ministro Messa, che ha sottolineato «la forza degli atenei se sapranno usare questi fondi insieme alle altre realtà della società», per costruire al meglio «un futuro per i nostri giovani che è difficile da delineare ma nel quale non si può non sperare. Sono sicura che sapremo farcela». Dal Ministro un riferimento anche alle importanti azioni di accoglienza degli Atenei e del sistema universitario a fronte della difficile situazione in Ucraina.Presenti in Aula Magna, nei numeri e nelle forme consentiti dalle norme anti-Covid, autorità, personale, studenti e studentesse dell’Ateneo, a suggellare un momento importante anche in chiave di “ripartenza”. A portare la mazza rettorale Ayomide Folorunso, studentessa di Medicina e Chirurgia, atleta Fiamme Oro della Polizia di Stato e del Cus Parma, campionessa in carica delle Universiadi nei 400 metri ostacoli e in gara alle Olimpiadi del 2016 e del 2021.La cerimonia è stata aperta dalla relazione del Rettore Paolo Andrei, che ha voluto dedicarla «ai nostri Studenti e alle nostre Studentesse, fulcro della nostra Università, parte fondamentale della nostra Comunità: al loro dinamismo e alla loro forza propulsiva e propositiva, al loro essere “nelle cose”», ha detto, ricordando le tante facce dell’impegno dell’Ateneo a partire dall’accoglienza e dai numerosi interventi messi in campo per sostanziarla. «A fronte di questo impegno, le Studentesse e gli Studenti in questi anni hanno sempre dato ottimi riscontri mostrando interesse per la nostra offerta didattica e per la vita che insieme possiamo trascorrere nella nostra Comunità, segno del loro apprezzamento per un Ateneo di qualità che li sa accogliere, affiancare e preparare al meglio in un momento cruciale della loro vita», ha aggiunto, con riferimento alla continua crescita delle iscrizioni.Dal Rettore anche una breve panoramica su alcuni dei principali ambiti di attività: l’impegno per l’apertura internazionale, per la ricerca e per la terza missione, in un’interazione virtuosa con il territorio, il grande lavoro condotto nel quadro delle opportunità offerte dal PNRR, le azioni improntate alla sostenibilità, i tanti interventi edilizi in corso o in fase di avvio, con il sostegno di partner pubblici e privati, gli investimenti per il personale docente e tecnico amministrativo e per il suo benessere.«Come amo spesso ricordare, la differenza in ogni Istituzione, in ogni organizzazione, in ogni realtà e in ogni circostanza, la fanno le persone. Il mio auspicio – ha concluso il Rettore - è che tutte e tutti noi che siamo l’Università di Parma continuiamo a saper fare la differenza e che sappiamo sostanziarla con umanità, umiltà, impegno, passione, rispetto dell’altro, accoglienza, apertura al nuovo, responsabilità, vitalità. E con molte altre qualità: tutte le qualità che contraddistinguono e rendono unico lo “stile dell’Università di Parma”».La Presidente del Consiglio degli Studenti Claudia Greco ha preso le mosse dalle ombre dell’attualità e dalle ripercussioni della pandemia sulle vite delle persone, in particolare sui giovani, sottolineando che non si può pensare a una ripartenza vera senza mettere al centro proprio le giovani generazioni e senza investire in maniera strutturale su istruzione e ricerca. Ha poi stigmatizzato la «cultura della performatività»: «L'università non deve essere un luogo dove le studentesse e gli studenti sono considerati come dei semplici numeri che servono solo per le statistiche, ma deve ritornare ad essere centro di sviluppo di capacità e conoscenza, non competitività e competenze. Solo se capiremo che ogni persona vive il proprio percorso professionale e di vita a modo proprio, che ogni traguardo, piccolo o grande che sia, ha un valore personale differente, e che ognuno e ognuna di noi può dare il proprio piccolo grande contributo per migliorare il presente, allora avremo realmente superato una volta per tutte la logica della performatività e forse riusciremo a dare tutte e tutti insieme una prospettiva per costruire società migliore».E dalle impressioni e percezioni di studenti e studentesse, raccolti in un video, è partita nel suo intervento la Presidente del Consiglio del Personale tecnico amministrativo Carla Sfamurri, che si è soffermata sul valore culturale e sociale dell’Università, ha sottolineato l’impegno del personale nella pandemia e le nuove domande di competenze che gli sono poste (in un contesto in cui «è richiesta sempre più multicanalità» e in cui «il personale tecnico amministrativo deve saper reagire con la necessaria flessibilità e contribuire a operare una trasformazione culturale e sociale, per rispondere ai nuovi bisogni, dell’utenza e dell’organizzazione»), ha ricordato l’azione del Governo per una Pubblica amministrazione più snella ed efficiente, e meglio pagata. «A maggior ragione in un momento come questo – ha concluso - in cui è evidente lo spregio dei valori della pace e dei diritti fondamentali dell’uomo, abbiamo la forte responsabilità di infondere fiducia ai giovani per il futuro, con tutte le modalità che conosciamo e le abilità che abbiamo, con costante attenzione ai rapporti, solidità e sviluppo delle competenze e, non da ultimo, fermezza nei valori».Proprio dei e delle giovani ha parlato il sociologo ed economista Mauro Magatti, docente di Sociologia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella sua prolusione, significativamente intitolata Abbiamo bisogno di voi. Stati di shock e intelligenza vivente delle nuove generazioni. Una prolusione in cui, inquadrando la crisi del sistema ipercomplesso che noi stessi abbiamo strutturato, lo studioso ha riaffermato con forza il valore insostituibile e rigenerante dell’umano, e invitato a investirci.«Il contrasto all’entropia e all’antropia non può prescindere dall’intelligenza vivente, incarnata, diffusa. Dall’intelligenza umana. Con tutta la sua forza trasduttiva e trasformativa, ma anche con la sua fragilità ed esposizione all’errore. Il che ha un corollario importante: solo mettendo i giovani nella condizione di prendere forma attraverso l'affezione, l’attenzione, la cura - cioè di individuarsi e coindividuarsi sviluppando la loro intelligenza vivente - le società avanzate possono pensare di superare il paradosso di una prosperità e di una efficienza dai risvolti patologici», ha spiegato Mauro Magatti, che ha poi concluso parlando della costruzione di «un nuovo rapporto tra le generazioni» e della necessità di una «dinamica aperta di reciprocità trasformativa» per un’educazione riuscita. «Di fronte a un mondo in subbuglio, si può e si deve dire: abbiamo bisogno di voi. È questa l’occasione (nel senso di Machiavelli) per riscrivere insieme la relazione intergenerazionale al fine di metastabilizzare l’enorme patrimonio di conoscenza di cui disponiamo e renderlo fecondo per i tempi nuovi che dobbiamo costruire. Né gli adulti né i giovani ci possono riuscire, da soli. Occorre provarci, insieme. Per ricominciare a desiderare il mondo».La cerimonia di Parma è stata preceduta in mattinata, a Piacenza, dall’apertura dell’anno accademico del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in “Medicine and Surgery” dell’Università di Parma, attivato quest’anno nella sede di Piacenza, con interventi del Rettore Paolo Andrei, del Direttore Dipartimento Medicina e Chirurgia Ovidio Bussolati, del Referente del corso Marco Vitale, della Direttrice generale dell’Azienda USL di Piacenza Giuliana Bensa e della Sindaca di Piacenza Patrizia Barbieri. PDF Relazione del Rettore Paolo Andrei PDF Intervento di Claudia Greco PDF Intervento di Carla Sfamurri PDF Prolusione di Mauro Magatti