Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 6 giugno 2019 – Il tasso di occupazione dei laureati dell’Università di Parma a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo è decisamente più alto della media nazionale. Questo quanto emerge dal XXI Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati presentato oggi dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea a Sapienza Università di Roma nel corso del convegno Università e mercato del lavoro.

Le indagini hanno coinvolto i laureati delle 75 università ad oggi aderenti al Consorzio.

Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 280 mila laureati nel 2018: in particolare, 160mila laureati di primo livello, 82mila dei percorsi magistrali biennali e 37mila a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato oltre 630 mila laureati di primo e secondo livello nel 2017, 2015 e 2013contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

IL PROFILO DEI LAUREATI 2018 DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA
I laureati nel 2018 dell'Università di Parma coinvolti nel XXI Rapporto sul Profilo dei laureati sono 4.544. Si tratta di 2.327 di primo livello, 1.517 magistrali biennali e 676 a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma.

In questa sede si riporta l’analisi delle performance formative dei laureati di primo livello e dei laureati magistrali biennali.

Cittadinanza, provenienza e background formativo: da fuori regione il 46,3% dei laureati, a fronte del 22,7% nazionale
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,3%: il 4,3% tra i triennali e il 4,5% tra i magistrali biennali.
Il 46,3% dei laureati proviene da fuori regione, più del doppio del dato nazionale che si assesta al 22,7%; in particolare è il 38,6% tra i triennali e il 55,8% tra i magistrali biennali.
È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico…) il 73% dei laureati: il 67% per il primo livello e il 74,4% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 22,6% dei laureati: il 28,1% per il primo livello e il 21,5% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.

Età, regolarità e voto di laurea: 25,9 anni l’età media alla laurea, il 56,7% termina l’università in corso
L’età media alla laurea è 25,9 anni per il complesso dei laureati (24,6 per i laureati di primo livello e 27,1 per i magistrali biennali). Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 56,7% dei laureati di Parma termina l’università in corso, un dato più alto della media nazionale che è di 53,6%: in particolare è il 57,8% tra i triennali e il 65,3% tra i magistrali biennali.
Il voto medio di laurea è 101,7 su 110: 98,6 per i laureati di primo livello e 105,9 per i magistrali biennali.

Tirocini curriculari, studio all’estero e lavoro durante gli studi: tirocini riconosciutiper il 69,4% dei laureati
Il 69,4% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, un dato più alto della media nazionale di dieci punti percentuali: il 73,5% tra i laureati di primo livello e il 70,8% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce all’84,8% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11,2% dei laureati (11,3% la media nazionale): il 6,8% per i triennali e il 15,7% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 20,2% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).
Il 63,4% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 65,8% tra i laureati di primo livello e il 64,1% tra i magistrali biennali.

La valutazione dell’esperienza universitaria: l’89,5% dei laureati di Parma è soddisfatto
Per analizzare la soddisfazioneper l’esperienza universitaria appena conclusa si è analizzata l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.
L’86,9% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’84,4% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 79,8% dei laureati di Parma che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’89,5% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 69,7% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,1% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 8.651 laureati dell'Università di Parma. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2013 e intervistati dopo cinque anni.

Lavoro, i laureati triennali a un anno dalla laurea: tasso di occupazione 75,2% (media italiana 72,1%)
L’Indagine ha coinvolto 2.353 laureati triennali del 2017 contattati dopo un anno dal titolo.

Il 58,9% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Vengono quindi prese in considerazione solo le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo la conquista del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.
Isolando quindi i laureati triennali dell'Università di Parma che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (39,9%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.

A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 75,2%, più alto della media nazionale che si ferma al 72,1%. Il tasso di disoccupazione(calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 13,3%.
Tra gli occupati, il 20,2% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 19,8% ha invece cambiato lavoro; il 59,9% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 20% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 50,7% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 12,4% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).
Il lavoro part-time coinvolge il 24,8% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.234 euro mensili netti.
Ma quanti trovano un lavoro coerente con l’ambito di studi seguito? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 62,5% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 53,1% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Lavoro, i laureati di secondo livello a uno e cinque anni dalla laurea
I laureati di secondo livello del 2017 contattati dopo un anno dal titolo sono 2.174 (di cui 1.525 magistrali biennali e 649 magistrali a ciclo unico), quelli del 2013 contattati a cinque anni sono 2.064 (di cui 1.509 magistrali biennali e 555 magistrali a ciclo unico).

Laureati di secondo livello a un anno: tasso di occupazione 75,7% (media italiana 69,4%)
Tra i laureati di secondo livello del 2017 di Parma intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, iltasso di occupazione è pari al 75,7% (77,1% tra i magistrali biennali e 72,2% tra i magistrali a ciclo unico); 69,4% il dato nazionale. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 12,4% (13,8% tra i magistrali biennali e 8,7% tra i magistrali a ciclo unico).

Il 19% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 12,6% ha invece cambiato lavoro; il 68,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 23,5%, 12,9% e 63,3%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 5%, 11,6% e 83,5%.

Il 21% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 39,8% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 12,5% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 22,6%, 42,8% e 6,5%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 16,1%, 30,6% e 31,0%.

Il lavoro part-time coinvolge il 21,5% degli occupati (18,6% tra i magistrali biennali e 30,6% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.279 euro mensili netti (1.232 euro per i magistrali biennali e 1.433 euro per i magistrali a ciclo unico).

Il 63,1% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 55,4% tra i magistrali biennali e l’87% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 52,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (45,3% tra i magistrali biennali e 74,8% tra i magistrali a ciclo unico).

Laureati di secondo livello a cinque anni: tasso di occupazione 88,9% (media italiana 85,5%)
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2013, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’88,9%(89,9% per i magistrali biennali e 86,5% per i magistrali a ciclo unico); 85,5% il dato nazionale. Il tasso di disoccupazioneè pari al 4% (3,5% per i magistrali biennali e 5,3% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 57,3%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 14,3%. Svolge un lavoro autonomo il 21,8%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 61,4%, 15% e 16,8%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 42,9%, 11,7% e 39,8%.

Il lavoro part-time coinvolge il 10,5% degli occupati (8,8% tra i magistrali biennali e 16,9% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.559 euro mensili netti (1.554 per i magistrali biennali e 1.578 per i magistrali a ciclo unico), 100 euro in più del dato nazionale. Il 64,8% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficaceper il lavoro svolto (è il 59,0% tra i magistrali biennali e l’85,9% tra i magistrali a ciclo unico); il 56% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (51,6% tra i magistrali biennali e 71,9% tra i magistrali a ciclo unico).

Ma dove vanno a lavorare? L’83,1% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 13,6% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (3,1%). L’ambito dei servizi assorbe il 66,1%, mentre l’industria accoglie il 31,6% degli occupati; l’1,5% lavora nel settore dell’agricoltura.

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