Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 28 maggio 2018 - Sono rientrati a Parma, lo scorso fine settimana, gli studenti ERASMUS dell’anno accademico 1997-1998.

Hanno deciso di ritrovarsi dopo 20 anni nella città in cui si sono conosciuti e in cui hanno vissuto un anno della loro vita. L’Università di Parma ha accolto con entusiasmo questo ritrovo e il Rettore Paolo Andrei ha voluto essere presente donando loro la maglietta dell’Ateneo come ricordo dell’Università di Parma.

L’idea del ritrovo è partita da StynVonhoutte, belga, che da settembre ha cominciato a creare una rete per ritrovare i compagni di studio del ’97 a Parma. Sono arrivati in 9 dal Belgio e dalla Spagna. Alcuni anche se contattati, purtroppo, non sono riusciti ad esserci. Il momento del ritrovo è stato emozionante ed entusiasmante per tutti. Come nel ‘97 ad accogliergli c’erano anche i ragazzi dell’Ateneo che facevano parte all’epoca dell’Associazione ESN-ASSI (International Exchange Erasmus Student Network) che li avevano accolti e accompagnati in tante bellissime esperienze in Italia, come i viaggi a Venezia, Roma, Napoli, oltre all’aiuto quotidiano nelle varie problematiche incontrate. Il ritrovo è stato anche per loro un momento per rivedersi di nuovo.

Per tutti è stato come tornare indietro di 20 anni, come se non fossero mai passati. La stessa energia, lo stesso entusiasmo e tanta voglia di stare insieme. Ora c’è chi è medico, chi ha aperto aziende, chi lavora con l’estero e, grazie all’esperienza Erasmus, proprio con aziende che hanno contatti con l’Italia, eppure il rivedersi ha fatto sì che la sensazione fosse quella di non essersi mai lasciati.

Tra di loro Veerle Coopman e Fredrick Mortier (belgi), che dopo essersi conosciuti a Parma durante il progetto ERASMUS si sono sposati e hanno ora quattro figli, oppure Fatima Garcia Moreno (di Badajoz, Spagna) che afferma: “È stato l’anno più importante della mia vita, sono andata all’estero per la prima volta da sola e all’epoca non esistevano i cellulari. Completamente libera e autonoma. Un anno che mi è servito a crescere, ad avere fiducia in me stessa e che mi ha dato la possibilità di aprire la mente. L’Italia è rimasta parte della mia vita ed è per questo che mio figlio si chiama Fabio, ha il nome dell’italiano che ho conosciuto e che mi ha aiutata a Parma come un angelo custode nelle prime ore del mio arrivo e che non ho mai più visto”. Anche per Yves Parren (belga)è stato l’anno più bello della vita perché ha provato tutte le cose più importanti: l’amicizia, le culture diverse dei vari compagni ERASMUS, esperienze nuove che gli hanno dato la possibilità di crescere e di conoscere se stesso.

Xavier Depestel di Bruges (belga) afferma: “Grazie al programma ERASMUS nel 97-98, come residenti di Parma, abbiamo avuto l’opportunità di fare un viaggio lungo le diverse culture degli altri studenti Erasmus: spagnoli, tedeschi, olandesi, austriaci, danesi, francesi, inglesi, belgi. L’anno dell’Erasmus ci ha insegnato ad essere indipendenti, ma anche a condividere amore e sofferenza insieme agli altri. L’incontro di questi giorni mi ha fatto capire che un pezzo del mio cuore è rimasto a Parma e che Parma ha cambiato il nostro futuro e ci ha fatto capire quali sono le cose importanti della vita”.

L’appuntamento per tutti è per il venticinquesimo anniversario, di nuovo a Parma.

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