Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 16 ottobre 2020 - È stato sottoscritto l’accordo fra l’Università di Parma e le associazioni di categoria Gruppo Imprese Artigiane, CNA e Confartigianato Imprese Parma con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione di rischio d'infiltrazione o di radicamento di attività criminose di tipo organizzato e mafioso, grazie alla collaborazione con l’Osservatorio della legalità dell’Ateneo, diretto da Monica Cocconi, docente del dipartimento di Ingegneria e Architettura.

A siglare l’accordo, nella sede del Gruppo Imprese a Palazzo Soragna, sono stati Paolo Andrei, Rettore dell’Università; Giuseppe Iotti, Presidente GIA; Paolo Giuffredi, Presidente CNA e Leonardo Cassinelli, Presidente Confartigianato Imprese Parma.

La formalizzazione della collaborazione ha dato l’avvio alla ricerca che, grazie anche al contributo del Tribunale di Parma, si baserà su alcune vicende giudiziarie conclusasi con una pronuncia di condanna, per individuare il metodo di intervento delle infiltrazioni mafiose nel territorio.

Il rischio di queste infiltrazioni si è infatti intensificato durante la pandemia, perché la scarsa liquidità presente nel sistema economico rende le attività imprenditoriali facili prede della criminalità mafiosa.

La ricerca, svolta da Gianluca Gabrielli, avverrà sotto la guida di Pier Luigi Marchini docente del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Giacomo Degli Antoni, docente del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali e della stessa Monica Cocconi.

Gli esiti della ricerca verranno messi a disposizione del tessuto imprenditoriale di Parma.

L’iniziativa nata nel territorio si inserisce, precorrendole, fra le linee d’azione previste dall’Accordo di programma che verrà sottoscritto le prossime settimane fra il Rettore e il Presidente della Regione secondo le previsioni del Testo Unico Legalità della Regione Emilia-Romagna, comportando l’ingresso dell’Ateneo, per la prima volta, nel circuito virtuoso delle misure attuative di prevenzione verso la criminalità mafiosa contenute nella disciplina regionale.

 “Quello che firmiamo oggi è un accordo molto significativo – dichiara il Rettore Paolo Andrei – segno dell’attenzione che l’Università di Parma costantemente rivolge al proprio territorio, a maggior ragione su una materia così delicata. L’impegno che assumiamo è dunque quello di una collaborazione fattiva con le associazioni di categoria per tentare di potenziare la prevenzione del rischio di infiltrazioni mafiose, una piaga contro la quale è giusto schierarsi uniti e coesi nel nome di un valore altissimo: quello della legalità”.

È con molto piacere – dichiara il presidente del Gruppo Imprese Giuseppe Iotti – che abbiamo accolto la disponibilità dell’Università di Parma, e del Tribunale, a realizzare un progetto che avevamo in mente da tempo, considerando quello che sta succedendo in concreto nel nostro territorio in tema di infiltrazioni mafiose in aziende di diversi settori”

Siamo felici di dare un contributo concreto a questo studio di cui sentivamo la necessità – ha spiegato Leonardo Cassinelli, presidente Confartigianato Parma -. Il problema delle infiltrazioni mafiose esiste anche nella nostra regione, come risulta dall’attività giudiziaria e delle forze dell’ordine. Vorremmo, con questo progetto, aiutare le imprese artigiane e le pmi a esserne sempre più consapevoli. Con questa ricerca, che ha un obiettivo di sensibilizzazione, vorremo fare in modo che anche i più piccoli imprenditori possano individuare e interpretare i campanelli d'allarme".

La sottoscrizione di questo accordo di collaborazione con l’Osservatorio della legalità dell’Ateneo di Parma ha come obiettivo quello di contribuire alla lotta contro la criminalità di stampo mafioso – afferma il Presidente di CNA Parma Paolo Giuffredi - Siamo certi che grazie a questa importante attività di informazione e sensibilizzazione rivolta a imprese e soggetti economici, la nostra azione di rappresentanza sarà ancora più forte e preziosa per la prevenzione di infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale del territorio”.

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