Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 24 luglio 2012 - E’ stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica PLoS ONE uno studio sul ruolo del sistema citoscheletrico dei microtubuli nella modulazione dell’infettività dello stipite umano NWS/33 di virus influenzale A (H1N1) in cellule di mammifero.

L'importante studio è stato realizzato dalla prof.ssa Flora De Conto in collaborazione con i proff. Carlo Chezzi, Adriana Calderaro, M. Cristina Arcangeletti e M. Cristina Medici e con la dott.ssa Enrica Di Lonardo della Sezione di Microbiologia del Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio dell'Ateneo.

Il modello sperimentale studiato rientra in un progetto di ricerca scientifica di base volto a mettere in luce l’intervento di fattori/funzioni dell’ospite nella modulazione di fasi precoci del ciclo replicativo di stipiti di virus influenzale, al fine di acquisire nuove conoscenze sul complesso rapporto che intercorre tra virus e cellula ospite, come anche di individuare “interruttori” cellulari che potrebbero essere determinanti nell’instaurare una condizione di resistenza all’infezione virale. E’, del resto, noto come le conoscenze sulle strategie messe in atto dai virus influenzali per utilizzare strutture e funzioni vitali della cellula ospite, quali i recettori di superficie, il citoscheletro, le attività endocitiche, il corredo enzimatico e, soprattutto, l'elaborata macchina biosintetica, siano, a tutt’oggi, ancora frammentarie ed incomplete. In tale ottica, il tema di ricerca affrontato risulta di grande attualità e rilevanza in ambito di sanità pubblica, anche alla luce del fatto che le infezioni causate dai virus influenzali sono ad elevata morbilità e mortalità.

Tra le componenti cellulari direttamente coinvolte in una o più tappe del ciclo replicativo dei virus influenzali è di notevole interesse il citoscheletro cellulare. Tre sono i principali sistemi citoscheletrici citoplasmatici delle cellule eucariote: i microtubuli, formati prevalentemente da tubulina, i filamenti intermedi, variabili da un tipo cellulare ad un altro, ed i microfilamenti, costituiti principalmente da actina e da numerose proteine ad essa correlate. La dinamica di questi sistemi e le loro interazioni risultano di fondamentale importanza per l’espressione di funzioni cellulari già classicamente riconosciute come, ad esempio, la contrazione muscolare, la divisione cellulare e l’ancoraggio della cellula ad un substrato. In realtà, oltre a funzioni connesse all’organizzazione architetturale della matrice citoplasmatica, al citoscheletro compete anche la trasduzione di segnali ad attività regolatoria sull’espressione genica, sulla sintesi di RNA e proteine, sulla modulazione del livello intracellulare degli ioni calcio e, infine, sulla proliferazione cellulare.
Sebbene sia stato dimostrato un ruolo regolatorio dei microtubuli sulle funzioni di trasporto citoplasmatico di organuli e virus, risultano scarsamente noti gli effetti esercitati a livello sub-cellulare da modificazioni strutturali di tale componente del citoscheletro. I risultati ottenuti evidenziano come la presenza di un assetto altamente stabile dei microtubuli, riscontrato solo in alcuni modelli cellulari e determinato dall’interazione con proteine MAP e/o processi post-traduzionali di acetilazione, induca una condizione di resistenza all’infezione da virus influenzale A (H1N1).

L’aspetto innovativo della ricerca consiste nel mettere in luce l’«unicità» di ciascuna interazione che intercorre tra virus influenzale e cellula ospite, poiché essa risulta strettamente dipendente da peculiari funzioni/fattori dell’ospite che rendono ardua la generalizzazione delle conclusioni scientifiche ottenute. Inoltre, tale studio rende ragione dell’importanza della ricerca scientifica di base che, seppur con tempi più lunghi rispetto a ricerche di tipo applicativo, rappresenta un mezzo indispensabile per accrescere le attuali conoscenze. In tale ottica, lo studio svela come alcune specie, rispetto ad altre, potrebbero avere nel tempo acquisito una condizione naturale di resistenza all’infezione da virus influenzale e, al contempo, rappresenta un’utile premessa per la messa a punto di nuove strategie ad azione antivirale.

Questi risultati, che sono frutto di un’attività sperimentale svoltasi esclusivamente presso la Sezione di Microbiologia del Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio e, peraltro, con limitati mezzi a disposizione, dimostrano che all'interno dell'Università di Parma esistono grande entusiasmo e competenze specifiche che consentono di raggiungere risultati scientifici riconosciuti a livello internazionale.

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