Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 2 gennaio 2020 –  Lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma riapre gli spazi rinnovati e restaurati dell'Abbazia di Valserena con Through time: integrità e trasformazione dell’opera, un programma di mostre e residenze d’artista realizzato in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, che vedrà la partecipazione di Massimo Bartolini, Luca Vitone ed Eva Marisaldi.

L’Archivio-Museo CSAC conserva a partire dal 1968 oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo. Un patrimonio preziosissimo su cui gli artisti sono invitati a riflettere proponendone una propria lettura, una collezione di archivi con cui hanno potuto confrontarsi e interagire per ideare delle installazioni che saranno visitabili nel corso del 2020, accompagnate da un progetto editoriale. 

Il primo capitolo di Through time: integrità e trasformazione dell’opera vedrà protagonista Massimo Bartolini con un progetto dal titolo On Identikit che inaugura il 16 febbraio 2020 (fino al 22 marzo 2020) negli spazi della grande Chiesa dell’Abbazia.

Le opere di Massimo Bartolini, spesso pensate a partire da un contesto specifico ­– un’opera, una collezione – vivono in stretto legame con il luogo che le ospita. L’artista interviene sullo spazio in maniera del tutto antimonumentale, modificandolo, interpretandolo e definendolo. Nel corso della sua residenza allo CSAC, Bartolini si è focalizzato sulle opere di due grandi maestri come Luigi Ghirri e Luciano Fabro, presenti nelle collezioni degli archivi CSAC.

Nella fase preliminare del progetto, Bartolini si è concentrato nella ricerca di tutti i dischi in vinile fotografati da Ghirri nella serie “Identikit” (1979), dove l’artista emiliano restituiva in maniera veritiera e implacabile un ritratto di se stesso attraverso quello della propria libreria. I titoli dei vinili, spesso erosi dall’uso e quasi illeggibili sulla spina dei 33 giri, hanno istigato a Bartolini una “curiosità da archeologo”, per poter sfilare finalmente i dischi dalla bidimensionalità dello scatto fotografico e ascoltarli in compagnia dell’opera Lo Spirato di Luciano Fabro (1972), allestita in una delle cappelle nobiliari della Chiesa, “forse per consolare, come quando si porta un mazzo di fiori su una tomba o per rallegrare, come quando si vuole smuovere una energia o per modificare, come, grazie ad un sortilegio, rendere organico l’inorganico”.

Il secondo capitolo di Through time coinvolge Luca Vitone, già protagonista di una residenza presso lo CSAC nel 2017 in occasione del progetto #GrandTourists, artista che da sempre lavora sull’idea di luogo, produzione culturale e memoria. Il progetto espositivo dal titolo Il Canone che apre il 4 aprile 2020 (fino al 30 maggio 2020) prevede la messa in mostra del furgone utilizzato fino ai primi anni 2000 dallo CSAC per il trasporto delle opere e degli archivi in occasione delle donazioni, che sarà allestito nella navata della Chiesa dell’Abbazia di Valserena seguito da una lunga “parata” di lavori e progetti che rappresentano un ampio spettro della ricerca artistico-culturale italiana del Novecento, selezionati dall’artista con un criterio del tutto personale, quasi a ricostruire immaginari legami tra le opere conservate allo CSAC e le proprie vicende biografiche.  Per Vitone, “entrare nell’archivio del CSAC è come immergersi in un mare tropicale […] Impossibile non rimanerne affascinati, anche se non si riconoscono i pesci si è frastornati dai colori, dalle forme e soprattutto dalla quantità di animali da osservare”. Tra gli autori scelti da Vitone negli archivi CSAC figurano Ugo Mulas, Alighiero Boetti, Gianni Colombo, Lucio Fontana, Mario Schifano, Mario Nigro, Pietro Consagra, Alberto Rosselli, Afro Basaldella, Luigi Ghirri, Archizoom Associati/Lucia Bartolini, Walter Albini, Giosetta Fioroni, Michelangelo Pistoletto, Maddalena Dimt, Franco Albini, Danilo Donati/Sartoria Farani, Ettore Sottsass jr., un anonimo (imitazione di Magistretti), Andrea Branzi, “Il Male” e infine un monocromo eseguito dallo stesso Vitone con le polveri del CSAC: una sorta di retino, di quelli usati dai bambini per catturare granchi e pesciolini, ma spesso portante vuota acqua salata.

Il capitolo conclusivo di Through time inaugura il 5 settembre 2020 (fino al 17 ottobre 2020) e avrà come protagonista Eva Marisaldi, artista che aveva già lavorato sugli archivi CSAC nel 2017 nell’ambito del progetto L’Abbazia per tutti, finanziato dal MIUR, quando aveva prodotto, con la collaborazione di Enrico Serotti, l’opera audio-video Jukebox rivolta al pubblico disabile e non, nell’ottica di un approccio inclusivo all’Archivio-Museo.

Eva Marisaldi si esprime attraverso un linguaggio artistico poliedrico mediato tra fotografie, manufatti, azioni, video, animazioni, installazioni, alternati a tecniche di ricamo e di disegno. Altresì i suoi lavori sono caratterizzati da una raffinata vena narrativa. Nella sua ricerca prende spunto dalla realtà ma si concentra su aspetti nascosti delle situazioni quotidiane, analizzandoli attraverso il suo modo di fare arte, un processo giocoso che si addentra nella sfera della fantasia e dell’immaginazione. Interrogandosi su tematiche quali il dialogo e la comunicazione, Eva Marisaldi indaga le possibilità di riflessione individuale e collettiva all’interno dello spazio espositivo, rapportandosi con esso in maniera sempre delicata ed elegante. Le sue opere di conseguenza non producono un impatto immediato, i suoi interventi sono complessi e si contraddistinguono per un iniziale senso di spaesamento, richiedendo lunghe pause di riflessione ed un’attenta osservazione.

 

Calendario delle mostre:

 

Massimo Bartolini. On Identikit

Mostra: 16 febbraio – 22 marzo 2020

Inaugurazione domenica 16 febbraio 2020, ore 11.00 

 

Luca Vitone. Il Canone

Mostra: 4 aprile – 30 maggio 2020

Inaugurazione sabato 4 aprile 2020, ore 11.00 

 

Eva Marisaldi

Mostra: 5 settembre – 17 ottobre 2020

Inaugurazione sabato 5 settembre 2020, ore 11.00

 

Cenni biografici

Massimo Bartolini è nato, vive e lavora a Cecina. Studia all' Istituto Tecnico per Geometri B. Buontalenti di Livorno e all' Accademia di Firenze. Dal 1993 espone in numerose mostre, tra le collettive si ricordano: Biennale di Venezia del 1999, 2001 (evento collaterale), 2009, 2013; Biennale di Valencia, 2001; Manifesta 4, Francoforte, 2002; Ecstasy, in and about altered states, MOCA Los Angeles, 2005; Biennale di Shangai 2006 e 2012;  International Triennale of Contemporary Art, Yokohama, 2011; Biennale di San Paolo, 2004; Biennale di Pontevedera (Spagna), 2004;  Documenta 13 Kassel, 2012;  Etchigo Tsumari Tiennal, Tokamachi, 2012; Track, Ghent (Belgio), 2012; One on One, Kunstwerke, Berlino, 2012; The City, My Studio/The City, My Life, Kathmandu Triennale (Nepal), 2017; Habit Co-Habit, Pune Biennale (India), 2017;  Starting from the desert…Yinchuam Biennal (Cina), 2018. Fra le mostre personali: Manifesta 12 (evento collaterale) Caudu e Fridu, Palazzo Oneto, Palermo, 2018; 4 organs, Fondazione Merz, Torino, 2017; Studio Matters+1, Fruitmarket Gallery, Edimburgo, e SMAK Ghent, 2013; Serce na Dloni, Centre of Contemporary Art Znaki Czasu, Torun, (Polonia), 2013; Hum Auditorium Arte, Roma; MARCO, Vigo (Spagna), 2012; Museu Serralves Porto; Ikon Gallery, Birmingham, 2007; GAM di Torino, 2005; Museum Abteiberg, Mönchengladbach (Germania), 2002.

 

Luca Vitone nasce a Genova nel 1964. A partire dagli anni Novanta partecipa a importanti collettive nazionali e internazionali e dal 1994 collabora continuativamente con la Galleria Nagel Draxler, a Colonia e Berlino. Nel 2000 espone al P.S.1 di New York e presenta al Palazzo delle Esposizioni di Roma Stundàiu, mostra-omaggio alla sua città natale Genova. Al 2006 risale la sua prima retrospettiva itinerante Luca Vitone. Ovunque a casa propria. Überall zu Hause presentata al Casino Luxenbourg, poi nel 2007 all’O.K. Centrum di Linz e infine nel 2008 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Il 2010 è l’anno d’inizio della collaborazione con la Galleria Pinksummer di Genova e nel 2012 tiene due importanti personali: Monocromo Variationen al Museion di Bolzano e Natura morta con paesaggi e strumenti musicali alla Fondazione Brodbeck di Catania. Nel 2013 ritorna alla Biennale di Venezia, dopo una prima partecipazione nel 2003 e il rifiuto del 2011, esponendo per l’eternità al Padiglione Italia nella mostra Vice Versa curata da Bartolomeo Pietromarchi. Nel 2017 il Pac di Milano gli dedica un’ampia retrospettiva. Attualmente è in corso fino al 15 marzo 2020 al Centro Pecci di Prato il suo progetto Romanistan, tra i vincitori della quarta edizione di Italian Council. Dal 2006 è docente presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano.

 

Eva Marisaldi nasce a Bologna nel 1966, dove vive e lavora, esordendo nel 1988 alla Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa Mediterranea. Le sono state dedicate personali al Pac di Milano (2018),  EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze e alla Fondazione Spinola Banna di Torino (2010), al MAMbo di Bologna (2007), all’International Animation Film Festival di Annecy (2006), al MART di Trento e Rovereto (2005), al MAMCO di Ginevra (2003), al Centro Nazionale per le Arti Contemporanee di Roma (2002), alla GAM di Torino (2002), al GAM di Bologna (1999). Ha partecipato inoltre a numerose collettive: presso EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze (2012), al MAXXI di Roma (2011), alla Tate Modern di Londra (2010), alla Galleria Comunale D’Arte Contemporanea (GC. AC) di Monfalcone (2009), al Museion di Bolzano e al MAMbo di Bologna (2008), al Tel Aviv Museum of Art (2007), al Fine Arts Museum di Hanoi (2006), alla GNAM di Roma (2005), all’Hangar Bicocca di Milano (2005) e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (2005), al PAN di Napoli (2005), al Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2004), al Mori Art Museum di Tokyo e al Castello di Rivoli (2003), alla GAMEC di Bergamo, alla 49° Biennale di Venezia e al MAMCO di Ginevra (2001), alla Biennial of Istanbul 6 e alla Biennial of Alexandria, Alexandria (1999) e all’ICA di Londra (1997). Nel 2012 l’artista ha preso parte a dOCUMENTA(13).

 

CSAC Università di Parma

Lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma iniziò a raccogliere grazie ad Arturo Carlo Quintavalle il suo primo nucleo di opere nel 1968, in occasione dell’esposizione dedicata a Concetto Pozzati organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma. Situato oggi nell’Abbazia cistercense di Valserena, conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi). Lo CSAC oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all’istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il MAXXI di Roma, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.

CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione

Abbazia di Valserena

Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma)

sito CSAC

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