Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma
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Parma, 24 gennaio 2013 – Sono stati presentati ieri, mercoledì 23 gennaio, nell’ambito del convegno Giovani e imprenditorialità che si è svolto presso la sede dell’Unione Parmense Industriali, i risultati di una ricerca sul rapporto fra gli studenti universitari di Parma e il fare nuova impresa, elaborata dal Dipartimento di Economia dell’Università di Parma in collaborazione con Unione Parmense Industriali e Ernst & Young con l’obiettivo di individuare potenziali nuove opportunità di impresa e capire aspettative e propensione verso l’imprenditorialità.

Il convegno si è aperto con la relazione La propensione all’imprenditoria degli studenti universitari, in cui sono stati presentati i risultati dell’indagine Istruzione e Animal Spirits da parte degli autori Alessandro Arrighetti e Fabio Landini, docenti del Dipartimento di Economia dell’Ateneo; è seguito l’intervento Giacimenti di imprenditorialità sul territorio di Parma, di Marco Menabue e Laura Aquilano di Ernst & Young, su quanto emerso dalle interviste a imprenditori e professionisti.

Nella seconda parte del convegno i risultati presentati sono stati discussi con il contributo di Francesco Ferrante, Comitato Scientifico Fondazione Almalaurea, Guido Cristini, Pro Rettore vicario dell’Università di Parma, Claudio Gentili, Direttore Confindustria Education e Marco Mignani, Partner Ernst & Young.

Il dibattito è stato coordinato da Cesare Azzali, Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali.


La ricerca Istruzione e Animal Spirits. Uno studio sulla propensione all’imprenditoria degli studenti universitari

L’indagine ha riguardato 4.520 studenti dell’Università di Parma di tutte le Facoltà, intervistati durante i mesi di aprile-maggio 2012. Si tratta della prima ricerca a livello nazionale su un campione così elevato di intervistati e analizza la propensione all’imprenditorialità degli studenti universitari, che costituiscono una componente decisiva per lo sviluppo dell’imprenditoria. Nel medio-lungo periodo sarà, infatti, il segmento più giovane della popolazione a determinare il livello effettivo dell’offerta imprenditoriale del Paese, rappresentando quindi un elemento positivo per la collettività nel suo complesso sia sul piano economico che su quello sociale.

La ricerca, che ha condotto alla identificazione di quattro profili di studenti (non imprenditori, imprenditori se capita, imprenditori scoraggiati e imprenditori futuri), presenta diversi elementi di interesse.

Imprenditori scoraggiati: 23,8% degli intervistati
Più di un terzo degli studenti che hanno partecipato all’indagine ha dichiarato di aver seriamente pensato all’ipotesi di avviare in futuro una propria attività imprenditoriale, ma una quota significativa di questi potenziali imprenditori risulta scoraggiata ex ante da un complesso di fattori, congiunturali, strutturali, personali, ma soprattutto legati alla percezione del contesto circostante e alla gravità delle carenze di sostegno istituzionale.
La conseguenza è che la probabilità che l’imprenditore potenziale si trasformi in imprenditore effettivo si riduce sensibilmente prima ancora di una concreta sperimentazione.
Emerge in particolare una certa insoddisfazione su quanto il sistema universitario e le altre istituzioni stanno facendo per sostenere e sviluppare l’orientamento all’imprenditoria dei giovani, relativamente allo sviluppo dello spirito imprenditoriale, all’offerta di conoscenze utili ad avviare un’impresa e allo sviluppo di competenze e abilità imprenditoriali. Questo significa che un miglioramento delle forme di sostegno all’imprenditoria a livello di formazione universitaria può di fatto aumentare la probabilità di essere un “imprenditore futuro”, invece che un “imprenditore scoraggiato”.

Facoltà e giovani imprenditori: una propensione trasversale
Dai risultati della ricerca emerge con chiarezza che la Facoltà di appartenenza e il corso di studi esercitano un’influenza meno marcata di quanto si possa comunemente ritenere: al netto degli altri effetti non risulta un’influenza decisiva delle Facoltà nell’accrescere l’orientamento all’imprenditorialità. Infatti, anche in corsi di studio ritenuti tradizionalmente meno affini al mondo imprenditoriale (ad esempio Lettere o Matematica), la percentuale di studenti con forte propensione all’imprenditoria non scende al di sotto del 19%.
Interessante anche il dato sulla differenza di genere; nonostante il crescente numero di donne che occupano posizioni di rilievo all’interno delle imprese, la propensione all’imprenditoria appare tuttora condizionata da una forte disparità maschi/femmine.

Visione del ruolo imprenditoriale: l’auto-realizzazione
Gli studenti intervistati mostrano una visione del ruolo imprenditoriale più articolata e differenziata di quella offerta dagli approcci e dalle interpretazioni più convenzionali.
Essi tendono ad integrare motivazioni di status, di leadership, e di reddito individuale, propri dello stereotipo imprenditoriale, con variabili collegate al desiderio di autorealizzazione e indipendenza e a motivazioni sociali (creazione di occupazione, attività no-profit). Secondo il campione, infatti, si fa impresa soprattutto per valorizzare le proprie competenze e per mettere in gioco la propria creatività, avendo però ben chiaro che questo richiede serietà, impegno, tempo e fatica.

Tutti gli interessati possono scaricare il report completo della ricerca.


Giacimenti di imprenditorialità sul territorio di Parma

Il Gruppo di lavoro del progetto Giovani e Imprenditorialità ha poi identificato, quale complemento ideale della ricerca, un’indagine finalizzata a identificare idee, innovazioni organizzative, di processo e di prodotto, che potrebbero aprire la strada agli imprenditori parmensi di domani.
Questa indagine, condotta da Ernst & Young con il contributo di oltre trenta intervistati tra imprenditori, professionisti ed esponenti della business community parmense, è stata mossa dall’ambizione di fare qualcosa di concreto per l’economia della provincia: mettere in contatto le intuizioni e le idee di imprenditori di successo, professionisti ed altri personaggi di spicco nella comunità locale con le competenze e le aspirazioni dei giovani laureandi parmensi.

I sei giacimenti individuati: tradizione e nuove soluzioni
Le interviste hanno condotto all’identificazione di sei giacimenti di imprenditorialità che non appaiono pienamente sfruttati o valorizzati sul territorio di Parma, ovvero:
- servizi di progettazione e realizzazione di sistemi di automazione industriale di controllo di qualità e sicurezza per l’industria alimentare;
- servizi medico-sanitari e assistenza alla persona;
- produzioni agricole orientate alla valorizzazione delle tipicità locali e alla salvaguardia del territorio;
- valorizzazione/riutilizzo dei sottoprodotti dell’industria alimentare;
- servizi integrati di progettazione ingegneristica-commerciale-finanziaria nell’ambito dell’edilizia;
- servizi di progettazione finanziaria a supporto della funzione commerciale nella vendita degli impianti.

Si tratta dunque di idee e soluzioni che affondano le loro radici in settori tradizionali del territorio, quali quelli agricolo e dell’impiantistica alimentare, anche se reinterpretati in chiave di sostenibilità ed impatto ambientale, ma anche in settori in cui l’urgenza di nuove soluzioni nasce dall’evidente difficoltà dell’offerta esistente di soddisfare la domanda (sanità) o di incontrarla (edilizia).
In molti casi, specie con riferimento alle idee afferenti al settore edile e all’impiantistica alimentare, lo spunto per la creazione di una nuova impresa nasce dalla necessità di mettere a fattor comune competenze tecnico-specialistiche spesso non compatibili con le dimensioni delle imprese del territorio, rivelando una forte esigenza di una qualche forma di aggregazione.

Cosa pensano gli studenti dei giacimenti di imprenditorialità
Questi sei giacimenti imprenditoriali sono stati sottoposti all’attenzione dei 4.520 studenti intervistati, chiedendo loro di indicare quali tra questi potessero eventualmente rappresentare uno stimolo all’avvio di una nuova impresa.
Dal confronto tra giacimenti di imprenditorialità e ambizioni e competenze degli studenti sono emerse alcune evidenze interessati:
- gli studenti intervistati, che solo nel 14% dei casi hanno dichiarato che nessuno dei sei spunti proposti potrebbe costituire uno stimolo per la propria voglia di fare impresa, sembrano riconoscere il concreto potenziale dei giacimenti individuati;
- le preferenze degli studenti si ripartiscono tra i sei giacimenti proposti in modo abbastanza omogeneo, con le eccezioni del giacimento relativo ai settore medico-sanitario (23% delle preferenze), forse “trainato” dalla forte presenza tra gli intervistati di laureandi in Medicina e Chirurgia, e di quello afferente al settore agricolo (19% delle preferenze), che appare invece stimolare lo spirito imprenditoriale di una quota di studenti ben maggiore di quelli iscritti alla Facoltà di Agraria (3% del campione), esercitando un appeal elevato e trasversale tra maschi e femmine anche in studenti di facoltà economiche e umanistiche;
- i gruppi di studenti che hanno optato per giacimenti quali quelli relativi al settore edile e alla progettazione finanziaria a supporto della vendita di impianti denotano una propensione imprenditoriale decisamente più spiccata della media degli intervistati mentre, al contrario, quelli attratti dal settore medico-sanitario, appaiono caratterizzati da una propensione all’imprenditorialità decisamente inferiore alla media.

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