Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 16 novembre 2020 – Sabato 14 novembre ci ha lasciato, dopo lunga malattia, il prof. Rocco Ungaro, già Professore Ordinario di Chimica Organica presso il nostro Ateneo. In questo periodo di distanziamento sociale, ci conforta che ciò sia avvenuto nella sua casa e vicino ai suo cari.

Di origini lucane, Rocco Ungaro si trasferì a Parma per studiare chimica e alla fine degli anni ’70, dopo una breve parentesi in un’azienda farmaceutica, fu chiamato a formare il nucleo dell’allora costituendo Istituto di Chimica Organica dell’Università di Parma. Fin dall’inizio diresse le sue attenzioni scientifiche agli effetti dell’organizzazione supramolecolare sulla reattività organica anche conducendo, per due anni, importanti ricerche presso i laboratori del prof. Johannes Smid a Syracuse (USA). Al suo rientro, con il prof. Andrea Pochini, si dedicò con passione e grande successo allo studio dei Calixareni, intuendone le potenzialità in diversi settori della chimica, dai materiali alla nanomedicina. Le sue ricerche hanno sicuramente beneficiato delle continue frequentazioni e scambi scientifici con gli amici premi Nobel del 1987, Donald J. Cram e Jean-Marie Lehn e del 2016, Jeanne-Pierre Sauvage, J. Fraser Stoddart e Bernard Feringa, spesso in visita scientifica all’Università di Parma.

Tra le più rilevanti scoperte scientifiche del prof. Ungaro si devono annoverare le prime evidenze di complessazione di molecole neutre da parte di recettori sintetici e la realizzazione di dispositivi estremamente selettivi per gli ioni potassio e cesio. Queste scoperte hanno aperto la via per l’implementazione di sensori per inquinanti ambientali o per monitorare ioni nei fluidi biologici. In particolare la realizzazione dei calix-crown-6 (calixareni con una corona di atomi di ossigeno) ha consentito la recente realizzazione negli USA di due importanti impianti industriali che stanno estraendo il cesio radioattivo da enormi quantità di reflui radioattivi derivanti dallo smantellamento degli armamenti nucleari e del combustibile nucleare esausto. Questa scoperta importantissima, anche combinata con più recenti risultati sulla rimozione degli attinidi dagli scarti nucleari ottenuti nei laboratori del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale-SCVSA, consentirà da una parte di chiudere il ciclo di utilizzo e recupero del combustibile nucleare e dall’altra di rendere sostenibile l’impiego di radioisotopi nel campo della teranostica. Negli ultimi anni della sua carriera, Ungaro aveva poi più marcatamente indirizzato la sua attenzione verso le Bionanotecnologie e specialmente verso lo studio dell’effetto di multivalenza per la realizzazione di farmaci e dispositivi utili nella Nanomedicina. Con questi suoi studi è riuscito a fornire prove ed esempi di quello che si può chiamare l’effetto “velcro”, ovvero che il simultaneo riconoscimento di multipli siti di legame da parte di multipli siti recettoriali genera complessivamente interazioni molto più efficienti della loro semplice somma algebrica grazie agli effetti cooperativi.

Stretta e fruttuosa è stata negli anni la collaborazione scientifica con l’Università di Twente (con cui attualmente è attivo un corso di Laurea Magistrale a Doppio Titolo) e, in particolare con il prof. David N. Reinhoudt, già laureato Honoris Causa del nostro Ateneo nel 2007.

La sua lungimiranza nell’intraprendere studi così innovativi, le sue capacità comunicative e di creare intense reti di collaborazione hanno contribuito in modo determinante a sviluppare la Chimica dei Calixareni e la Chimica Supramolecolare non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. È stato uno dei padri fondatori della comunità di Chimica Supramolecolare italiana, poi formalizzata con l’istituzione di un Congresso Nazionale di Chimica Supramolecolare, dell’International Conference of Calixarenes and Related Compounds e dell'International Symposium on Macrocyclic and Supramolecular Chemistry, ancora oggi estremamente attivi. Socio della Società Chimica Italiana è stato anche nominato membro dell’Istituto Lombarda Accademia di Scienze e Lettere.

Per la sua prolifica attività scientifica, sempre di grande qualità, gli sono stati attribuiti il Premio alla Ricerca della Divisione di Chimica Organica e la Medaglia Pino della Società Chimica Italiana e il prestigioso Premio Internazionale David C. Gutsche.

Anche in Ateneo si è sempre prodigato nel mettere a disposizione le sue grandi capacità organizzative e gestionali, iniziando come Coordinatore del Corso di Dottorato e Direttore di Dipartimento fino a membro del Consiglio di Amministrazione e del Nucleo di Valutazione.

I suoi allievi, i suoi colleghi e tutto il personale tecnico e amministrativo lo ricorderanno sempre per il suo entusiasmo, lungimiranza e capacità di affrontare e risolvere i problemi con grande rispetto umano. Lascia un grande vuoto nella comunità chimica dell’Ateneo di Parma.

Il “suo Ateneo” lo ringrazia ed è vicino alla moglie Santa, ai figli Nicola e Valeria e alle rispettive famiglie.

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